Skymetro, gli oppositori contro l’ex ministro Giovannini: “È stato fregato o è corresponsabile?”

  • Postato il 11 maggio 2025
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  • Di Genova24
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No Skymetro, la protesta in difesa dell'istituto Firpo-Buonarroti

Genova. Arriva la replica dell’associazione MobìGe alle parole dell’ex ministro Enrico Giovannini che venerdì scorso, a margine di un evento a Palazzo Ducale, ha preso le difese del progetto da lui finanziato nel 2022 e ha dichiarato che “le motivazioni che erano alla base della scelta dell’epoca erano molto solide“.

I casi sono due – attacca l’associazione -. O all’epoca lui non ha letto niente e si è fidato dei proponenti (quindi è stato fregato) e questo dovrebbe dire, oppure sapeva e quindi è corresponsabile (e meno male che c’è il Consiglio superiore dei lavori pubblici) e quindi non sa neanche dove cominci uno sviluppo sostenibile. Non siamo nella testa del ministro e probabilmente ha preferito, comprensibilmente, difendere il proprio operato”.

MobìGe ricorda che il finanziamento è stato erogato “in base a due paginette con alcuni dati anche sbagliati” (qui la scheda di analisi preparata dagli oppositori), che “è una costruzione in zona di inedificabilità assoluta”, che il Consiglio superiore dei lavori pubblici “ha rilevato più di 40 criticità e carenze progettuali” e nel frattempo “il progetto è cambiato pesantemente”.

Nel mirino anche la dichiarazione finale dell’ex ministro: “Dovete chiedere al ministro attuale“. “Ciò vuol dire – replica il fronte del no – che è una scelta politica, come il comitato ha sostenuto in un recente post, che ha smontato le tesi di certi politici e l’avvocato candidato”, con riferimento a Piciocchi.

L’ex ministro Giovannini non ha risposto nel merito della questione più dibattuta in campagna elettorale, e cioè se davvero sia tecnicamente possibile dirottare i 398 milioni già concessi per lo Skymetro su un’altra infrastruttura destinata al trasporto rapido di massa (come sostiene la coalizione di Silvia Salis insieme al comitato Opposizione Skymetro-Valbisagno Sostenibile) oppure se Genova debba rassegnarsi a perdere tutti i soldi in caso di rinuncia a realizzare il progetto (tesi portata avanti da Pietro Piciocchi col centrodestra), ancora in attesa del via libera definitivo da Roma e della chiusura dell’iter autorizzativo presso gli enti locali.

Autore
Genova24

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