“Simone”, tutti i dubbi sul caso Mattarelli: interviste e testimonianze nel podcast di Stefano Vergine
- Postato il 7 novembre 2025
- Crime
- Di Il Fatto Quotidiano
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Una fuga durata tre ore. Un suicidio e un caso chiuso. Solo in pochi parlano ancora della morte di Simone Mattarelli, ventottenne brianzolo, trovato morto nel 2021 in un capannone in provincia di Varese dopo un lungo inseguimento con i carabinieri. “Se mi prendono mi ammazzano, li ho fatti troppo incazzare”, aveva detto Mattarelli in telefonata con il padre mentre scappava dalle forze dell’ordine. Poche ore dopo, il suicidio, eseguito con la sua stessa cintura. Tesi che, però, non ha mai convinto i familiari. A ripercorrere ciò che è accaduto quella notte del 3 gennaio 2021 ci ha pensato il giornalista Stefano Vergine con il suo podcast Simone. Le sei puntate, attraverso interviste esclusive e testimonianze chiave, riportano alla luce tutti i punti critici di una storia che ha ancora domande a cui dare risposta. Nonostante i dubbi, non si può tralasciare un punto centrale della storia: la sentenza. Emessa il 15 marzo 2021 dal Tribunale di Busto Arsizio che archivia la morte come un suicidio.
La vicenda – La decisione della giustizia è arrivata due mesi dopo quella notte d’inverno nella tranquilla provincia lombarda. Mattarelli è sotto effetto di cocaina, non potrebbe circolare perché c’è il coprifuoco causa Covid. Passa davanti a un posto di blocco ma non rispetta l’alt. Inizia un inseguimento tra la sua Bmw e le gazzelle dei carabinieri. Le strade sono vuote e la sua macchina è più veloce di quelle dei militari. Ci sono tre ore di folle fuga poi la macchina di Mattarelli si impantana in un campo agricolo a Origgio, venti chilometri da Milano. Il giovane scende e fugge a piedi, scavalcando la recinzione di un capannone. Le immagini delle telecamere lo mostrano accucciato sotto un cumulo di lana di vetro, poi più nulla. Il giorno successivo i carabinieri lo trovano con una cintura al collo, appeso a un macchinario. I piedi toccano terra. La tesi della morte autoinflitta non convince però i familiari, che presentano denuncia contro ignoti per istigazione al suicidio.
La depressione da cocaina – La loro posizione non nasce dall’incredulità davanti al gesto estremo: per loro qualcosa non gli torna. Forse sono scioccati, o forse non valutano fino in fondo tutti gli elementi che le indagini pongono davanti ai loro occhi. Secondo gli inquirenti, un elemento decisivo è l’utilizzo della cocaina. Per la Procura, il gesto estremo sarebbe stato agevolato dalla sostanza, dato il possibile stato di depressivo dopo la fine dell’effetto. Arrivano però pareri contrastanti sull’attendibilità di questa ipotesi. Nel podcast, l’intervento del professore di chimica tossicologica Veniero Gambaro smentisce questa possibilità: “Con la quantità di cocaina ritrovata nel suo corpo, escluderei che potesse trovarsi in una fase depressiva post-assunzione”, afferma l’esperto.
I dubbi sull’autopsia – Per la legale dei Mattarelli, Roberta Minotti, non torna qualcosa anche nell’autopsia. In primo luogo, non ci sono tracce di sangue sulla cintura utilizzata per l’impiccagione, nonostante le ferite sulle mani del ragazzo. Inoltre il referto parla di “un’impiccagione classica”, con un nodo semplice posto dietro la nuca. Le foto e le abrasioni sul collo mostrano, però, un’altra evidenza: il nodo era davanti, all’altezza della gola. Un errore grossolano che alimenta i dubbi. “È quasi impossibile – spiega la consulente della famiglia, Roberta Bruzzone – auto impiccarsi nella maniera di Mattarelli. Si perderebbero i sensi e non si riuscirebbe a concludere il suicidio. Se nel referto fosse stato notificato che il ragazzo aveva un nodo anteriore e non posteriore, forse la gip sarebbe arrivata ad altre conclusioni”, suggerisce la criminologa.
Il medico legale Luca Tajana, che ha condotto i rilievi, non ha voluto commentare le accuse, dato che la vicenda ha generato “risvolti, anche personali, molto controversi”. Nel 2022 è stato denunciato dai Mattarelli per falso. L’esposto è stato archiviato. Ma i famigliari non si fermano. Ilaria Cucchi, senatrice e sorella di Stefano Cucchi, ha presentato l’anno scorso un’interrogazione ai ministri competenti (Giustizia, Interno e Difesa). Non ha ottenuto risposte. Per la legge, insomma, il caso è chiuso, ma qualcuno continua a pensare che Simone Mattarelli non si sia suicidato.
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