Silvia Salis e il suo busillis, divisa fra Genova e via del Nazareno – e i rischi che pesano su lei e la città
- Postato il 7 settembre 2025
- Politica
- Di Blitz
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Mistero (o busillis) Silvia Salis, divisa fra Genova e via del Nazareno – e i rischi che pesano su lei e la città.
Per chi c’era a Santa Anna di Stazzema in pieno agosto, per ricordare l’anniversario della strage nazifascista di 530 vittime in gran parte donne e bambini, la star è stata lei, Silvia Salis, trentanovenne sindaca di Genova, alla quale gli organizzatori avevano chiesto di pronunciare l’orazione ufficiale.
Un compito carico di significati e anche di investitura per chi è chiamato a ricordare un fatto tra i più cruenti e duri della Lotta di Liberazione , che richiama profondamente non solo il terribile episodio in se stesso, ma anche i valori che quel fatto rappresentava: la lotta per la libertà contro la violenza cieca e brutale delle dittature naziste e fasciste, avviate alla sconfitta e ancor di più cariche di ferocia.
Non era stato quello compiuto da tre battaglioni della Danzengranadier nazista, con la partecipazione dei collaborazionisti italiani, una rappresaglia, ma un vero atto di terrorismo per intimidire la Resistenza. Era il 12 agosto 1944.
Da Genova a Stazzema

Con la fascia di sindaco Salis ha pronunciato un discorso carico di emozione ma anche di contenuti forti non solo nella narrazione di quella strage con i suoi particolari intimi più toccanti, ma nel filone principale della orazione che ha il compito non certo solo di ricordare, ma anche quello di non dimenticare, anno dopo anno quel fatto. Compito eseguito, al di fuori delle ritualità convenzionali e oltre la semplice rievocazione storica, ricordata per la ottantaduesima volta , ma con accenti meno rievocativi e per questo più toccanti.
Salis ha anche spiegato il suo stare lì con la fascia tricolore, come sindaca di una città che per prima in Italia si era liberata da sola dall’occupazione tedesca, collegando due grandi eventi della guerra partigiana, la strage e la vittoria di Genova.
Non molti giorni dopo tutt’altra scena, ma la stessa svettante protagonista, la sindaca sempre con la fascia tricolore nel porto di Genova dove stava “sboccando” uno dei cortei più numerosi mai visti negli ultimi decenni, quello che accompagnava la Flottilla di navi per Gaza, alla sua partenza dopo che erano stati raccolti appunto gli aiuti in una forma e in una misura eccezionale, mai vista di viveri, medicine ed altro.
Genova quel giorno è stata scossa da una vibrazione di solidarietà tanto intensa da stupire anche chi è abitituato in questa città a ricordare le grandi mobilitazioni per soccorrere popolazioni in difficoltà dopo grandi eventi drammatici come terremoti e altre sciagure di guerre e della natura e anche in questo caso, ma questa volta imprevedibilmente la sindaca alla testa dei 450 mila è salita davanti a quella folla, che non si vedeva simile forse dal 2001, primo corteo del G8, quello dei migranti, che era ben lontano dalle violenze terribili dei giorni seguenti e ha parlato evidentemente senza preparazioni, usando toni forti e appropriati, con un discorso a braccio approvato da tutti anche dalla opposizione di centro destra e dai suoi leader.
Insomma in due situazioni molto diverse, ma avvicinate nel tempo, la Salis ha impersonato a tinte forti un ruolo che non è quello di un sindaco o di una sindaca, ma è uscita con evidenza fuori dai temi della città che sta amministrando esattamente da cento giorni.
Forse il discorso a Sant’Anna di Stazzema era stato preparato e studiato, ma si può leggere e raccontare in tanti modi, mentre davanti ai 40 mila era una specie di battesimo del fuoco nel quale bisognava avere appunto capacità di improvvisazione appropriata e dominio dell’emozione.
Tanti problemi aperti
Tessiamo le lodi della Salis non per una improvvisa conversione, per un colpo di fulmine per la neo sindaca. Ma perché quei due segnali insieme ad altri potrebbero confermare l’impressione, le voci, anche il gossip che gira intorno a questa figura spuntata un po all’improvviso a Genova pur essendo genovese.
La voce è che in realtà, vinta la battaglia di Genova da un punto di vista elettorale, l’ex atleta azzurra e vice presidente del Coni si stia preparando a assumere un ruolo ben più largo di quello di primo cittadino di Genova.
La sua sarebbe una proiezione nazionale, i più audaci o i più esagerati vedono in lei già la leader del centro sinistra al posto della Elly Schlein…..
Davanti a queste illazioni, che viaggiano già da tempo, la risposta dell’interessata è stata ovviamente rituale: “Io devo pensare a Genova per i prossimi cinque anni”. Una smentita secca, ma niente di più. Poi sono seguite le uscite dal palco partigiano e davanti ai 40 mila genovesi per Gaza, che avevano raccolto migliaia di quintali di alimenti e di vestiti e di medicine. Poi sono arrivate le ospitate a “In Onda” su canale 7, da Luca Telese e Marianna Aprile e quella precedente da Lilly Gruber, dove gli interventi dell’esordiente su quei palcoscenici erano stati particolarmente incisivi.
La tentazione di calcare la scena nazionale è evidentemente molto forte e potrebbe far parte di una regia complessiva che è stata studiata intorno a Silvia Salis dal gruppo che l’ha aiutata a scendere sulla ribalta politica nella scorsa primavera, con un colpo di teatro che aveva spiazzato tutti e risolto i problemi incancreniti di tutto il centro sinistra, incapace di trovare un leader da candidare. Si è molto indagato e poco raccolto sulla candidature Salis e suoi suoi ispiratori. Si è favoleggiato non si sa fino a che punto di una intuizione di Matteo Renzi, molto vicino a Fausto Brizzi, il regista marito della Salis, con la spinta di Raffaella Paita, la parlamentare ligure, ex Pci, ex Pd, creatura di Burlando, oggi potente senatrice di Italia Viva e spalla dell’ex leader primo ministro toscano.
È stata tirata in ballo anche la ex ministra Roberta Pinotti ed anche un giro molto più genovese nel quale figuravano il figlio dell’ex sindaco Beppe Pericu, Andrea e l’imprenditore Chicco Franchini, rappresentante di “Occupy Albaro”, associazione di uno dei quartieri più “in” di Genova, due personaggi certamente lontani dagli intrighi politici dei partiti.
Di fatto, vinta la battaglia elettorale, la sorella di Pericu, Silvia architetto, è assessore all’Ambiente e Chico Franchini è appena entrato nel consiglio di amministrazione di AMT.
Un ruolo che esca un po’ dai confini oggi non è semplice, ma piuttosto rischioso per la bionda sindaca genovese. In città infatti si stanno infiammando alcune partite decisive per il futuro e Salis è lì in mezzo.
Genova si è accesa per la proposta del ministro dello Sviluppo Urso di collocare a Genova uno dei quattro forni elettrici che con i tre di Taranto rilancerebbero la siderurgia italiana in una gara che sta mettendo in campo le grandi aziende mondiali interessate all’acciaio .
Cornigliano è tornata quindi a “bruciare” perché una ripartenza della siderurgia mette di nuovo in antitesi il lavoro e l’ambiente. Oggi si lavora solo “a freddo” in grandi difficoltà con 900 operai occupati, di cui duecento in cassa e crisi strisciante.
Il forno elettrico, che implicherebbe tre miliardi di investimento per la sua costruzione significa 2.000 posti di lavoro. Ma l’operazione scuote a fondo la coscienza ambientale della delegazione di Cornigliano, che in passato ha patito l’inimmaginabile, quando l’acciaieria ex Ilva, ex Italsider, sputava fuoco, fumi e veleni ed è subito scesa in strada.
La Salis chiede trasparenza e chiarezza perché bisogna capire il “peso” del forno sull’ambiente, avendo misurato quello sull’occupazione e sull’equilibrio di Genova, che tornerebbe a produrre acciaio a caldo e non solo zincature e latta per scatole di pomodori, come sta avvenendo.
Poi ci sono le battaglie delle Grandi Opere che la giunta precedente aveva messo in cantiere, come il famoso Skymetro e la funivia per raggiungere i forti sulle alture. Opere mezze finanziate che, se abbandonate, implicano perdita di milioni, penali e processi alla Corte dei Conti. Poi c’è tutto il resto…….
Alla fine Silvia Salis ha il tempo di “girarsi” verso l’esterno? Rischia di sbagliare da una parte e dall’altra.
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