Sicurezza nei cantieri, arriva la “patente a crediti”: in Liguria riguarda 30mila imprese e professionisti

  • Postato il 24 settembre 2024
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  • Di Genova24
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Genova. Sono quasi 30mila in Liguria le imprese del settore edile interessate dalla rivoluzione della patente a crediti, il nuovo meccanismo studiato dal Governo e dai sindacati per contrastare il lavoro irregolare e aumentare la sicurezza nei cantieri. La norma è stata approvata in via definitiva quasi cinque mesi fa, il 20 settembre è stato pubblicato in Gazzetta ufficiale il decreto attuativo del ministero del Lavoro e ieri è uscita la circolare esplicativa dell’Ispettorato nazionale del lavoro con le modalità operative concrete per società e ditte individuali.

Come funziona? Si tratta di un sistema di certificazione tramite una patente a punti simile a quella rilasciata per la guida, obbligatorio a partire dal 1° ottobre. Si parte da un massimo di 100 punti (30 attribuiti di base al momento del rilascio, altri 30 in base alla storicità dell’impresa e 40 a chi dimostra di aver fatto specifici investimenti in sicurezza e formazione). A ogni violazione delle norme o incidente si subisce una decurtazione oppure la sospensione in caso di infortuni gravi o mortali. Per recuperare i crediti bisogna sottoporsi alla valutazione di una commissione territoriale con rappresentanti di Inail e Inl.

Destinatari della misura sono imprese e lavoratori autonomi (cioè artigiani senza dipendenti) che operano nei cantieri temporanei e mobili, quindi cantieri edili, opere stradali, ferroviarie, idrauliche, marittime e idroelettriche. Sono esclusi professionisti che effettuano solo forniture o prestazioni di natura intellettuale e le imprese in possesso dell’attestazione Soa pari o superiore alla terza classe. La domanda va presentata sul portale dell’Inl.

A livello nazionale il provvedimento riguarda ben 832.547 tra società e ditte individuali (queste ultime rappresentano il 54,9% del totale). In Liguria, in particolare, saranno tenuti a conformarsi 19.876 artigiani, 6.245 società di capitali, 3-038 società di persone e 540 soggetti costituiti in altre forme per un totale di 29.699 aziende che dovranno chiedere la patente a crediti.

Finalmente la patente a crediti diventerà realtà, come Filca e Cisl abbiamo chiesto questo strumento da oltre 20 anni, in particolare nel nostro comparto – commenta Andrea Tafaria, segretario ligure della sigla degli edili -. Crediamo che rappresenti un passo in avanti verso un obiettivo che deve unire tutti istituzioni, imprese e sindacato. Sarà una soluzione efficace verso le imprese furbette che aggirano le regole e pensano che la sicurezza sia solo un costo. Noi presidieremo ancora di più i cantieri di tutta la Liguria con i nostri operatori e gli Rlst (rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza territoriale), ma è chiaro che servono subito più controlli da parte degli organi competenti e nello stesso tempo più assunzioni di ispettori del lavoro. La sicurezza dei lavoratori resta la priorità”.

Tuttavia il peso specifico dei cantieri sul totale degli infortuni mortali non sembra essere così decisivo. Nella nostra regione, secondo l’elaborazione dell’ufficio studi della Cgia di Mestre su dati Inail, sono avvenuti 22 infortuni mortali sul lavoro nel 2023, mentre nel 2022 sono stati 28 di cui 9 nei settori delle costruzioni e dell’installazione degli impianti. La quota resta minoritaria guardando gli anni precedenti: nel 2021 abbiamo contato 40 morti (5 in questi settori), nel 2020 le vittime sono state 60 (di cui 11 nei cantieri). A livello nazionale la dinamica è la medesima: 1.208 morti nel 2022 (238 in cantiere), 1.425 nel 2021 (251 in cantiere) e così via.

Per questo il mondo delle imprese resta critico sulla patente a crediti. “Con questo nuovo strumento difficilmente si riuscirà a ridurre pesantemente il numero degli infortuni e delle morti bianche in questo settore – commenta la Cgia -. Per contrastare queste tragedie, invece, aumentare sensibilmente il numero dei controlli ed eseguirli con più efficacia. L’attività ispettiva, infatti, dovrebbe privilegiare i profili sostanziali di sicurezza e di salute nei cantieri, anziché soffermarsi, come spesso accade oggi, sugli aspetti formali privi di alcuna valenza preventiva. Insomma, meno meticolosità sulla completezza di documenti cartacei e relazioni tecniche, più rigore nei confronti di chi, ad esempio, ha montato un ponteggio non ancorandolo correttamente o, nei lavori in quota, non ha installato barriere anti caduta, parapetti e reti di sicurezza”.

Autore
Genova24

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