Siamo in un’epoca fascista o di preludio al fascismo? Parlarne è anacronistico? Un po’ di dati sul tema

  • Postato il 12 luglio 2025
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Dal II dopoguerra, mai è stata così bassa la partecipazione alla vita politica (Graf. 1): negli ultimi 20 anni circa un terzo degli italiani non discute mai di politica e un altro terzo solo qualche volta; un quarto ne parla almeno una volta a settimana e tutti i giorni una percentuale tra un massimo del 15,5% (2013) e un minimo del 6,1% (2023).

L’attività politica è in calo dal 2014. Dal picco nel 2013 in cui il 27% degli italiani ascoltava dibattitti politici, si è scesi all’11,1% del 2023. La partecipazione a comizi e cortei e il finanziamento a un partito riguardano poche frange della popolazione (Graf. 2).

Il tasso di sindacalizzazione (Tab. 1) tra il 2000 e il 2019 non ha mai superato il 35,7% (2013), mentre le ore di sciopero, in diminuzione dal 2005 al 2022, passano dalle circa 30 per mille ore lavorate a circa 8, concentrate soprattutto nel settore industriale (Graf. 3).

Le manifestazioni di piazza (Tab. 2) riguardano sempre meno i problemi sindacali e occupazionali (36,5% dei casi nel 2015-2016, contro il 21% del 2021-2022).

In tale contesto politico-sociale qual è il sentiment degli italiani nei confronti dell’antifascismo? Dalle indagini svolte sull’argomento nel corso degli anni da vari istituti, si possono fare delle ipotesi.

Per Eurispes (Tab. 3) gli italiani si percepiscono in sostanza vicini alla destra: il 19,8% ritiene che Mussolini sia stato un grande leader che ha commesso solo qualche errore, il 14,3% che l’Italia, anche se non fascista, ami personalità forti, un altro 14,1% che sia un popolo di destra o formato da molti fascisti (12,8%) o amante di ordine e disciplina (12,7%).

I giovani (18-25 anni), i cui genitori non hanno vissuto il fascismo e a cui spesso non sono state tramandate storie familiari legate a quel periodo, a un sondaggio Ipsos (2016) rispondono per il 65% di ritenersi abbastanza informati sulla storia del regime, tema ancora attuale e importante per il 62% di loro e per il 66% una dittatura da condannare in parte, ma che ha portato anche benefici al Paese. Il 55% di tali giovani si definirebbe antifascista (Graf. 4).

Ma sono giovani anche confusi (Tab. 4) che ritengono molto importante (74%) vivere nella democrazia, la migliore forma di governo per l’83% e che, contemporaneamente, pensano che in Italia si dovrebbero abolire i partiti (46%) e che in democrazia non si decide e si litiga troppo (42%).

Gli italiani conoscono il significato della data simbolo del 25 aprile (67% Eumetria – 2018; 84% Noto Sondaggi, 2024) che li coinvolge ancora (80% Istituto Piepoli, 2015 – 86,8% Termometro Politico, 2023) (Tabelle 5 e 6).

Se, però, la domanda prevede sfumature di consenso si scende al 61,7% (Termometro Politico, 2024); al 64% (Istituto Piepoli, 2024) e al 70,5% (Euromedia Research, 2025).

Quanto l’antifascismo è ancora un valore fondante per la nostra Repubblica (Tab. 7)? Per SWG (2023) sembra importante, ma non fondamentale e da rivedere e rielaborare. Chi ritiene la memoria storica del fascismo sorpassata, di cui è inutile parlare, è il 17% degli italiani.

Secondo Quorum (2023) il 29% degli intervistati è molto/abbastanza d’accordo che l’antifascismo sia superato, anacronistico (Tab. 8).

Demos&Pi e Demetria (2023) evidenzia come antifascismo e democrazia siano l’uno la base dell’altra (rispettivamente 35% e 30%) ma per il 20% degli italiani non c’è connessione tra essi o, addirittura, l’antifascismo è un problema per la democrazia (8%) (Tab. 9).

I sondaggi effettuati per eventi specifici non sono diversi. Da quelli relativi agli scontri di Bologna di fine 2024 (Eumetra Spa, 2024) scaturisce che, a fronte di un 28,5% che ritiene che i problemi dei cittadini siano altri rispetto a fascismo e antifascismo e di un altro 9,4% che non ha alcuna opinione in merito, permane quello “zoccolo duro” antifascista (62,1%), di cui solo il 12,6% ritiene che l’antifascismo dovrebbe essere un patrimonio di tutti (Tab. 10).

Ma l’Antifascismo è stato e/o è strumentalizzato? Termometro Politico, con una formulazione della domanda e delle risposte non identica, individua nel 2023 il 30,4% e nel 2024 il 27,8% (dati non riportati in Tabelle) di italiani che ritiene il 25 aprile un valore se non è strumentalizzato da una parte politica come successo negli ultimi anni.

Per SWG, il 28% di italiani ritiene la manifestazione antifascista a Firenze del marzo 2023 sicuramente una strumentalizzazione di quanto accaduto nelle settimane precedenti (aggressione al Liceo Michelangiolo ai danni di due studenti di un Collettivo di sinistra) e solo il 25% sicuramente un modo democratico di esprimere i valori dell’antifascismo (Tab. 11).

Coautore Mariano Ferrazzano

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