Seajewel, i comitati contro il rigassificatore : “Cosa sarebbe successo se al posto della petroliera ci fosse stata una gasiera?”

  • Postato il 18 febbraio 2025
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  • Di Il Vostro Giornale
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Seajewel Savona petroliera generica

Savona/Vado Ligure. La notte tra venerdì e sabato scorso, la nave, ancorata nel campo boe Sarpom a pochi chilometri dalla costa, ha subito due esplosioni che hanno danneggiato lo scafo sotto la linea di galleggiamento.

Fortunatamente, le lamiere della camera di sicurezza hanno retto, evitando un disastro ambientale. Le cause sono ancora in fase di accertamento: potrebbe trattarsi di un guasto tecnico durante le operazioni di scarico del petrolio, ma l’equipaggio ha riferito di aver udito due forti boati e le lamiere piegate verso l’interno fanno pensare ad altro, come ad un ipotetico attacco esterno. Le indagini sono in corso, con la Guardia Costiera di Savona e i sommozzatori della Spezia al lavoro per chiarire la dinamica dell’incidente.

“Non vogliamo nemmeno immaginare cosa sarebbe successo se a meno di 3 chilometri a largo di Savona, al posto della petroliera, ci fossero stati un rigassificatore e una nave gasiera che contiene l’equivalente di 100 milioni di metri cubi di gas, ovvero un potere calorico potenziale di quasi un megatone (un milione di tonnellate di tritolo), nell’ordine di potenza distruttiva delle bombe atomiche”. Così la “Rete fermiamo le fonti fossili” interviene in merito alla vicenda che sta interessando in queste ore la nave Seajewel.

“E sempre a proposito di nucleare – prosegue al Rete – è inimmaginabile anche l’effetto devastante che si creerebbe se l’attentato avvenisse a una centrale nucleare di nuova generazione, progetto recentemente enunciato dal governatore Bucci”.

“Ormai gli scenari geopolitici internazionali stanno diventando sempre più instabili, e i fattori di rischio attentati sempre più consistenti, come più volte segnalato dai comitati savonesi.
Impossibile quindi ipotizzare di decidere di installare rigassificatori, depositi di GLN o di bitume o addirittura una centrale nucleare in un’area come quella savonese fortemente antropizzata e con altre rilevanti fonti di rischio: centrale a turbogas, due porti, navi petroliere, tante industrie a Rischio Incidente Rilevante, con almeno 800.000 metri cubi di prodotti petroliferi (più di 10 metri cubi a testa)”.

“I cittadini del comprensorio savonese hanno già pagato e stanno tuttora pagando il loro pesante tributo in termini di rischio ambientale e di inquinamento, e non accetteranno mai più altri progetti simili”, conclude la Rete.

Andrea Pasa, segretario provinciale della Cgil: “Non si sanno ancora le cause. In ogni caso questo episodio certifica ancora una volta la nostra posizione di contrarietà al progetto di trasferimento del rigassificatore in quell’area. Infatti, in questa zona sono già in essere attività industriali e turistiche che confliggono con la nave rigassificatrice. Se fosse successo con la presenza della Golar Tundra non so cosa sarebbe potuto succedere”.

Gli indizi che potrebbero portare verso un ipotetico attentato di certo non mancano: la particolare conformazione del danno e la moria di pesci rilevata nell’area hanno alimentato il sospetto che possa trattarsi di un ordigno. Tuttavia, al momento, non è stato trovato alcun esplosivo né timer.

“E’ un problema che abbiamo evidenziato sin dall’inizio, una nave in mezzo al mare è meno controllabile rispetto ad una in porto – spiega Monica Giovannini, referente del gruppo “Fermiamo il mostro” – una nave in acque libere sicuramente è un bersaglio facile, è molto esposta agli attentati. Bisogna tenere conto che una volta alla settimana al rigassificatore si affianca anche una nave che lo rifornisce per cui il rischio diventa doppio”.

Sergio Siriani, del comitato “Quelli della catena” fa eco: “Quanto successo conferma le nostre paure. La questione del terrorismo e della sicurezza sono le più difficile da contrastare come obiezione. Una nave messa lì potrebbe essere soggetta a qualsiasi tipo di attentato e si è verificata una cosa molto simile per cui non fa che confermare i nostri dubbi sul posizionamento della nave”.

Autore
Il Vostro Giornale

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