“Se vorrò spostare una partita dei Mondiali, chiamerò Gianni e lui lo farà”: la frase di Trump che imbarazza la Fifa

  • Postato il 16 ottobre 2025
  • Calcio
  • Di Il Fatto Quotidiano
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“Se ritengo che ci siano condizioni non sicure, chiamerei Gianni, il capo della Fifa che è fenomenale, e gli direi: ‘Spostiamoci in un’altra città’, e loro lo farebbero“. Donald Trump torna sul tema sicurezza ai Mondiali, sulla volontà di spostare le partite dalle città “non sicure” e imbarazza la Fifa, chiamando in causa il suo numero uno, Gianni Infantino. Il presidente degli Usa – nelle sue ultime dichiarazioni durante l’incontro con il presidente argentino Javier Milei – ha fatto valere il rapporto di amicizia che lo lega a Infantino, per sostenere che con una semplice telefonata sarà in grado di spostare la sede di alcune partite dei prossimi Mondiali 2026, che si svolgeranno a giugno-luglio 2026 tra Stati Uniti, Canada e Messico. Trump solo qualche giorno fa aveva invitato proprio Infantino a Sharm el-Sheikh, nell’incontro per suggellare l’accordo di tregua per Gaza al quale hanno partecipato i più importanti leader mondiali.

La Fifa – imbarazzata e “obbligata” a rispondere dopo parole così nette – ha rilasciato una sola, generica e superficiale dichiarazione qualche ora dopo: “La sicurezza è una priorità assoluta per tutti gli eventi FIFA nel mondo. Queste sono naturalmente responsabilità dei governi, che stabiliscono le misure più appropriate per garantire la sicurezza pubblica. Ci auguriamo che ciascuna delle nostre 16 città ospitanti sia pronta a ospitare l’evento con successo e a soddisfare tutte le condizioni richieste“.

Alcune settimane fa, infatti, Donald Trump aveva dichiarato che la sua amministrazione si sarebbe accertata che le città fossero “sicure” in vista dei Mondiali 2026, aggiungendo che Seattle e San Francisco sono “gestite da pazzi di sinistra radicale che non sanno quello che fanno”. “Se pensiamo che una città possa essere anche solo un po’ pericolosa per la Coppa del Mondo, visto che si gioca in così tante città, non lo permetteremo”, aveva spiegato Trump. Un commento che aveva suscitato la reazione di Victor Montagliani, vicepresidente della Fifa, che aveva risposto al tycoon: “È il torneo della Fifa, è di competenza della Fifa, la Fifa prende queste decisioni”.

I legami tra Trump e Infantino

Le dichiarazioni del presidente americano hanno svelato quello che ormai è già evidente a tutti: Gianni Infantino e Donald Trump hanno ormai un legame strettissimo, anche e soprattutto per una questione d’affari. Infantino ha infatti un ruolo sempre più influente nell’asse che lega Trump e i Paesi arabi del Golfo. L’amicizia tra il numero 1 del calcio mondiale e il presidente americano è cosa nota. Un legame quasi smaccato, se si pensa che Infantino ha fatto traslocare il quartier generale della Fifa dalla Svizzera alla Trump Tower. Senza dimenticare il primo Mondiale per Club giocato quest’estate proprio negli Usa – con tanto di trofeo originale regalato a Trump ed esposto alla Casa Bianca – e il Mondiale 2026 che si terrà sempre negli Stati Uniti, oltre a Canada e Messico. Infantino e Trump condividono un certo approccio agli affari, in particolare le manie di gigantismo, ma anche un particolare interesse verso i petroldollari dei Paesi del Golfo.

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Il Fatto Quotidiano

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