“Se i miei genitori hanno sofferto? Una volta con papà in autostrada gli chiedevo di correre, mi sono aggrappato urlando al finestrino… Se non avessi fatto questi errori non avrei capito tante cose”: parla Achille Costacurta
- Postato il 4 dicembre 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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“Sono fiero di me, del fatto che sono riuscito ad avere una certa consapevolezza. Tutti i miei traumi sono riuscito a buttarli giù. Non ho filtri, non mi vergogno di quello che mi è successo perché alla fine sono una persona normale. Ho imparato a non dimenticare quei traumi ma a farne tesoro. Avendo provato gli eccessi, ora ci sono poche cose che mi fanno veramente felice. Perché le sostanze stupefacenti ti fanno provare queste emozioni che non ritrovi”: queste parole intense, importanti, le ha dette Achille Costacurta a OnePodcast, in quella che è stata la prima intervista nella quale ha raccontato il suo percorso alle prese con Adhd e dipendenze.
Ora, il 21enne figlio di Billy Costacurta e Martina Colombari, si racconta al Corriere della Sera e conferma di non fare più uso di sostanze: “Da quando ho preso consapevolezza della necessità di iniziare un percorso per guardare avanti. La mia rinascita risale a maggio del 2024: è avvenuta nella clinica Santa Croce, in Svizzera, dove ho incontrato medici che mi hanno aperto gli occhi su tante cose. Psichiatri che definirei ‘giganti'”. Costacurta spiega che gli è stato “diagnosticato il disturbo da deficit di attenzione e iperattività, l’Adhd di cui soffro. Ero già stato in quella struttura in passato, dovevo affrontare il depot ma ero depresso e dovevo essere pulito. Poi quando sono tornato da un viaggio in Colombia invece di curarmi in ospedale sono andato in Svizzera”.
Non si pente “di niente” perché, racconta, “se non avessi commesso quegli errori non avrei capito tante cose, anzi per certi versi penso ‘meno male che mi è successo tutto questo a 20 anni e non a 50 quando avrò moglie e figli‘. Vale anche per la mia famiglia: se fossi stato il principino della situazione, i miei genitori non sarebbero oggi così forti nel fronteggiare situazioni anche spiacevoli che la vita a tutti riserva”. Poi il racconto, con “l’hashish fumato tutti i giorni al primo anno di liceo”, l’avere 21 anni ma “è come se avessi vissuto tre vite: non ricordo più quante volte sono finito in comunità, quanti tentativi di scappare. Non mi rendevo conto che quando cerchi di fuggire poi gli infermieri ti prendono sempre”, la sofferenza dei genitori: “Tante volte erano spaventati. Ricordo una volta in autostrada con papà, ho iniziato a giocare con le macchinine sul cruscotto dell’auto. Gli chiedevo di correre, di non rispettare precedenze e semafori. Poi mi sono aggrappato al finestrino, urlando. Lui è stato costretto a fermarsi. Sono salito in piedi sul cofano“.
Oggi Achille sta rinascendo, vive “tra Riccione, dove ha nonna e bisnonna, e Milano”, sente papà Billy ogni due giorni e mamma “ora che è a Roma per Ballando con le Stelle anche meno”. Il suo futuro? “Sono iscritto all’ultimo anno di liceo per la maturità, poi sogno di aprire un centro per ragazzi disabili“.
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