Scoperta nel vento del Caucaso: il guerriero che il tempo aveva dimenticato

  • Postato il 17 luglio 2025
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  • Di SiViaggia.it
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L’Azerbaigian, crocevia di culture millenarie, ha recentemente svelato un affascinante tesoro archeologico: un monumentale Kurgan guerriero, ovvero un tumulo funerario, risalente a 3.800 anni fa. Questa meravigliosa scoperta, avvenuta nelle pianure di Ceyranchol, getta nuova luce sulla civiltà dell’Età del Bronzo nel Caucaso meridionale e consolida il ruolo dell’Azerbaigian come destinazione chiave per turismo culturale e archeologico.

Dalle antiche tombe dei guerrieri alle raffinate tecniche di sepoltura, fino ai simboli spirituali scolpiti nella pietra, il sito di Keshikchidagh racconta una storia avvincente, che unisce scienza, tradizione e mistero, tutta da scoprire.

La scoperta fatta in Azerbaijan non è solo una preziosa testimonianza del passato, ma una porta aperta su una civiltà affascinante, ricca di mistero e profondamente radicata in questo territorio.

Visitare l’Azerbaigian oggi significa non solo esplorare paesaggi mozzafiato e città moderne, ma anche entrare in contatto diretto con la storia più antica dell’umanità. Un viaggio meraviglioso che unisce cultura, avventura e conoscenza, un’esperienza sicuramente indimenticabile.

Il Kurgan di Keshikchidagh: una scoperta che riscrive la storia

Nell’Azerbaigian occidentale, nella pianura di Ceyranchol, è stato riportato alla luce un Kurgan dell’Età del Bronzo Medio, risalente a circa 3.800 anni fa.

Questa scoperta è avvenuta nell’ambito del progetto “Scavi scientifico-archeologici e scuola estiva-5 a Keshikchidagh”, promosso dal Servizio per la protezione, lo sviluppo e il restauro del patrimonio culturale del Ministero della Cultura della Repubblica dell’Azerbaigian e dall’Istituto di Archeologia e Antropologia dell’Accademia Nazionale delle Scienze dell’Azerbaigian (ANAS).

Il progetto, giunto al suo quinto anno, è ormai riconosciuto come una delle più importanti scuole estive di archeologia dell’intero Paese – ha visto la partecipazione di quasi 2000 persone.

Il tumulo funerario, noto come Kurgan, è una tipologia di sepoltura comune tra le culture nomadi eurasiatiche antiche, come gli Sciti, i Sarmati e i primi popoli turchi.

Tuttavia, la recente scoperta nell’area di Yovşanlıdere, nella pianura di Ceyranchol – avvenuta sotto la guida del Dott. Shamil Najafov, ricercatore senior dell’ANAS – si distingue per le sue dimensioni monumentali (28 metri di diametro e 2 metri di altezza) e per l’eccezionale stato di conservazione.

Al centro del Kurgan è stata individuata una camera funeraria rettangolare – larga 2 metri, lunga 6 e profonda 3 – accuratamente suddivisa in tre sezioni simboliche: una per il corpo del defunto e le sue armi, una per ceramiche rituali e una terza lasciata volutamente vuota, forse per rappresentare il viaggio dell’anima nell’aldilà. Questo schema riflette una complessa simbologia spirituale e una struttura sociale ben definita.

Il guerriero di 3.800 anni fa: un gigante dell’Età del Bronzo

La scoperta più sorprendente riguarda i resti del defunto: un uomo alto oltre 2 metri, sepolto in posizione semi-flessa. Tra le sue mani è stata rinvenuta una rara lancia in bronzo a quattro punte, un reperto unico nel suo genere in tutta la regione del Caucaso meridionale. Questo dettaglio suggerisce che si trattasse di un individuo di alto rango, forse un capo tribale o un guerriero venerato.

Attorno al corpo sono stati trovati numerosi oggetti funerari: ornamenti in bronzo per le caviglie, strumenti in ossidiana, perline in pasta vitrea, ben dodici brocche in ceramica finemente decorate e ossa cotte di animali. I motivi geometrici, gli intarsi bianchi e la cura nei dettagli testimoniano un’artigianalità avanzata e un forte senso estetico.

Sopra la tomba erano disposte quattordici lastre di calcare, ciascuna del peso di circa una tonnellata. Accanto, un idolo in pietra a forma di toro e un sigillo circolare, probabilmente utilizzato per scopi rituali o per marcare la proprietà, rivelano una sofisticata concezione del sacro e un possibile sistema proto-amministrativo. Elementi che arricchiscono ulteriormente l’importanza storica e antropologica di questo sito.

Archeologia viva: tra scienza, educazione e turismo culturale

Il progetto Keshikchidagh non è solo un’impresa scientifica, ma anche un esempio virtuoso di valorizzazione del patrimonio culturale – il termine “Keshikchidagh Kurgan” sta addirittura entrando nel dibattito accademico.

Alla campagna di scavi partecipano ogni anno studenti, ricercatori, istituzioni regionali, docenti universitari di storia e personale museale provenienti da tutto il Paese. Università come quella Statale di Baku e l’Università ADA collaborano attivamente con l’obiettivo di formare una nuova generazione di archeologi e specialisti della conservazione.

Ogni reperto è stato catalogato, disegnato e restaurato sul posto, mentre sono in corso analisi avanzate come la datazione al carbonio-14, lo studio isotopico, l’analisi metallografica e test di composizione mineralogica. I risultati saranno pubblicati su riviste archeologiche internazionali, insieme a una monografia scientifica completa di fotografie, illustrazioni e interpretazioni dettagliate.

Anche il Direttore dell’Istituto di Archeologia e Antropologia, il Professore Associato Farhad Guliyev, ha constatato l’importanza di questo sito sottolineando il grande potenziale per la collaborazione internazionale.

Ma il vero valore aggiunto di questa scoperta è la sua capacità di attrarre l’interesse del grande pubblico e dei turisti. Il sito di Keshikchidagh ha tutte le potenzialità per diventare un punto di riferimento per il turismo culturale in Azerbaigian, inserendosi in itinerari che uniscono natura, storia e archeologia.

La scoperta del Kurgan del guerriero rappresenta una vera e propria “capsula del tempo” dell’Età del Bronzo. Offre uno sguardo autentico su usanze funerarie, armamenti, arte e spiritualità di un’epoca ancora poco conosciuta, ma fondamentale per comprendere l’evoluzione delle civiltà del Caucaso meridionale dell’Età del Bronzo Medio e colloca l’Azerbaigian al centro degli studi archeologici eurasiatici.

Autore
SiViaggia.it

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