Scontro Cangini-Gratteri. “Lei ha troppa visibilità”. “Mi preoccupa che lei voglia una magistratura debole”. Su La7

  • Postato il 18 settembre 2025
  • Giustizia
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Scontro incandescente a Omnibus (La7) sulla separazione della carriere tra il procuratore capo di Napoli, Nicola Gratteri, e l’ex parlamentare Andrea Cangini, già esponente di Forza Italia e poi di Azione. Cangini critica aspramente la posizione della magistratura: “Questo continuo a dire che la separazione delle carriere non risolve i problemi della giustizia non ha senso. Se è per questo, non risolve neanche i problemi della guerra in Medio Oriente. In tutti i paesi civili le carriere di chi giudica e di chi accusa sono oggettivamente separati – continua – La separazione della carriere impatta sulla vita dei cittadini nella misura in cui ci sarà qualche garanzia in più di una terzietà del giudice. È nel mio interesse da potenziale imputato sapere che chi mi accusa e chi dovrebbe giudicare in maniera imparziale non fanno parte della stessa categoria e soprattutto hanno le carriere amministrate da Csm diversi”.

“Sento delle cose lunari – replica Gratteri – Quindi con la separazione delle carriere i cittadini saranno più tutelati? E allora mi spieghi perché a Palermo un pubblico ministero ha chiesto la condanna di un ministro (Matteo Salvini, ndr) e il giudice lo ha assolto, mentre a Roma un pubblico ministero ha chiesto l’assoluzione di un sottosegretario (Andrea Delmastro, ndr) e il tribunale lo ha condannato. Qual è il problema? La verità è che si vuole mettere sotto l’esecutivo il pubblico ministero per poi poterlo condizionare“.
Cangini insorge: “Ma in quale articolo è scritto che il pm verrà messo sotto il controllo dell’esecutivo?”.

“Lei sa benissimo che in tutti i paesi dove c’è la separazione delle carriere il pubblico ministero è sotto l’esecutivo”, risponde il magistrato. L’ex parlamentare interrompe Gratteri nuovamente: “Ma questa riforma non prevede questo passaggio, quindi lei sta facendo un processo alle intenzioni”. “Bene, allora mi risponda a questa domanda – rilancia Gratteri – Ogni anno solo lo 0,2% dei magistrati cambia ruolo da giudice a pm o viceversa. Nel momento in cui si ottiene questo trasferimento, il pubblico ministero che chiede di fare il giudice deve andare in un’altra regione, quindi già c’è la separazione delle carriere, di fatto. Qual è questa esigenza? L’esigenza è di fare questa riforma costituzionale per poi consentire che il pubblico ministero vada sotto l’esecutivo, altrimenti non è giustificato questo passaggio, è fuori di logica questo ragionamento. E non si possono prendere in giro gli italiani con queste favole“.

La polemica si rinfocola quando Cangini accusa i magistrati, in primis il procuratore capo di Napoli, di eccessiva brama di visibilità: “Lui è sicuramente uno di quei magistrati che utilizza la notorietà anche parlando delle inchieste che segue. Questa è una cosa che io non apprezzo. Vorrei che non si conoscessero neanche i nomi dei magistrati che indagano: meno si conoscono meglio è, ma proprio nell’interesse dell’equilibrio delle indagini. Inevitabilmente, se diventi un personaggio, forzi le cose a vantaggio della tua immagine pubblica, che risente poi di un esito processuale”.

Pronta la replica di Gratteri: “Io invece vedo una certa preoccupazione, perché quando andiamo nelle televisioni abbiamo audience. Dopo il caso Palamara noi magistrati eravamo al 36% di gradimento, adesso siamo al 52%, quindi stiamo salendo. Ma lei da cittadino dovrebbe essere felice se l’opinione pubblica ritorna a credere nella magistratura, non dovrebbe essere preoccupato. Mi preoccupa che lei sia preoccupato di questa credibilità della magistratura, quindi lei vuole una magistratura debole“.
“Non ho proprio parlato della credibilità della magistratura – ribatte Cangini – – è lei che ne sta parlando con una logica politica. Lei parla di percentuali come un leader politico“.
“Sì, parlo di percentuale – chiosa Gratteri – Mi risponda sul pezzo e non faccia il fazioso“.

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