Scontrino gigante a Piazza di Spagna con il conto della crisi climatica. Greenpeace: “Chi inquina deve pagare”
- Postato il 30 ottobre 2025
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- Di Blitz
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                                                                            A Roma, in Piazza di Spagna, gli attivisti di Greenpeace Italia hanno presentato il conto della crisi climatica srotolando un enorme scontrino con un lungo elenco di eventi climatici estremi verificatisi negli ultimi 10 anni, dall’accordo di Parigi a oggi. Nel mega scontrino anche la stima dei costi che la collettività sta già pagando e continuerà a pagare. Il totale del conto presentato supera la cifra di 5.000 miliardi di euro. Stando alle parole di Greenpeace. , questa è una cifra pari al danno economico associato a sei delle più grandi aziende dei combustibili fossili al mondo. “È ora di cambiare le regole del gioco. I governi devono far pagare i grandi inquinatori e usare quei fondi per rafforzare la transizione energetica e la sicurezza del territorio”, ha affermato Simona Abbate di Greenpeace Italia.
Scontrino gigante in Piazza di Spagna
L’iniziativa di Greenpeace si inserisce nella discussione di queste settimane sulla prossima legge di bilancio varata dal governo Meloni. L’organizzazione, infatti, chiede al governo di inserire nella legge finanziaria una tassa sui profitti delle società fossili e delle industrie belliche, destinando il gettito alla difesa del clima. “Otto italiani su dieci sono favorevoli a un prelievo fiscale sulle aziende del settore fossile. Non può più essere la collettività a pagare il prezzo dei disastri ambientali. I leader mondiali hanno un’opportunità storica durante i due appuntamenti internazionali di novembre – la COP30 e i negoziati della Convention Fiscale Globale delle Nazioni Unite – per colmare il divario finanziario per il clima tassando le aziende fossili”, ha sottolineato Abbate.
Questa richiesta di Greenpeace verrà portata anche al Climate Pride del 15 novembre a Roma, evento nazionale che coinciderà proprio con la COP30 di Belém e con i negoziati ONU sulla Convenzione Fiscale Globale: “È un momento decisivo: il mondo ha bisogno di un segnale politico forte. L’era dei combustibili fossili deve finire, e deve farlo ora”, ha affermato Simona Abbate.
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