Savelli, inchiesta peculato: divieto di dimora per Anania
- Postato il 4 novembre 2025
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Savelli, inchiesta peculato: divieto di dimora per Anania

Si amplia l’inchiesta sul sistema del peculato a Savelli, obbligo di dimora per un ex assessore, indagati altri 4 ex amministratori
SAVELLI – Un ex assessore del Comune di Savelli, Vincenzo Anania, sottoposto al divieto di dimora. Indagati altri quattro ex amministratori dell’ente: Bruno Caligiuri (ex vicesindaco), Tommaso Frigoli, Letizia Grazia Barbato e Antonio Cerminara. Si amplia l’inchiesta della Procura di Crotone su un presunto sistema di peculato.
Sistema per cui gli indagati, mediante falsi mandati di pagamento, sarebbero riusciti a sottrarre dalle casse del Comune oltre tre milioni di euro dal 2018 al dicembre 2023. Contestualmente, i carabinieri del Reparto operativo di Crotone, che hanno condotto le indagini, hanno sequestrato ulteriori beni. Si tratta di una prosecuzione dell’inchiesta scaturita dalla denuncia dell’ex sindaco Francesco Spina relativa all’ammanco di un milione di euro dalle casse comunali.
IL SISTEMA
Nello scorso febbraio i militari sequestrarono un immobile a Rende, più conti correnti, gioielli, orologi di lusso, capi di vestiario e veicoli. Peculato, falso e autoriciclaggio erano i reati contestati a tre indagati (tra cui due ex dipendenti comunali, Michele Giudicissi e Olga Caputo). Dopo essere riusciti a distrarre, con ben 320 mandati falsi di pagamento, quasi tre milioni dalle casse del piccolo Comune di Savelli, avrebbero reimpiegato i proventi illeciti nell’acquisto di un bar alla stazione Santa Maria Novella di Firenze e in una società a Milano.
GLI ALTRI COMUNI
Inoltre, avrebbero attuato lo stesso metodo ai danni dei Comuni di Cirò Marina e Pallagorio, riuscendo a “prelevare” ulteriori 305mila euro. I mandati di pagamento falsi erano accreditati sui loro conti correnti personali o di aziende a loro riconducibili anziché essere destinati al pagamento delle spese pubbliche del Comune, come le utenze dell’Enel e altri servizi resi all’ente. Le somme venivano poi girate tramite bonifici ai familiari degli indagati.
PRIMA FASE
Nella prima fase delle indagini, a maggio 2024, furono sequestrati 18mila euro e 1.300 dollari americani, gioielli e preziosi, tra i quali alcuni orologi di pregio, depositati in custodia presso un istituto di credito. Sigilli anche su conti correnti, società e beni immobili (4 appartamenti e 2 ampi terreni agricoli), 2 autovetture Toyota “Rav 4” e una BMW “Serie 3 cabrio coupé” nonché un motociclo “Ducati Monster”.
I successivi accertamenti avrebbero permesso di risalire a ulteriori 105 mandati di pagamento falsi, in aggiunta ai 320 già contestati. Gli illeciti versamenti mascherati facendo figurare, negli uffici della Contabilità dei Comuni, i mandati di pagamento in favore di persone fisiche o giuridiche aventi diritto, mentre, nella Tesoreria, sarebbero stati indirizzati ad altri non aventi diritto. Certosino il lavoro dei carabinieri che hanno dovuto comparare i vari mandati.
INDENNITÀ ILLEGITTIME
i nuovi indagati si contesta ora l’illecita percezione, mediante altri 116 mandati di pagamento, a loro diretti dalla Tesoreria comunale, di una somma di oltre 70mila euro scaturita dall’illegittimo aumento delle indennità, percepite per le loro cariche.
Da 152,43 euro a 400 euro. Sono così scattati sequestri per equivalente di conti correnti e altre disponibilità finanziarie agli indagati. La gip del Tribunale di Crotone Elisa Marchetto ha accolto la richiesta in tal senso del procuratore Domenico Guarascio e della sostituta Rosaria Multari.
TRUFFA DEL SERVIZIO CIVILE
In un altro filone investigativo l’ex assessore Vincenzo Anania, peraltro ex comandante della polizia locale, insieme alla figlia Chiara, ex consigliera comunale, è indagato per una presunta truffa del Servizio civile.
Anziché destinare le risorse a progetti di volontariato e attività socio-assistenziali, culturali, educative e turistiche, l’associazione Piccola Italia di Savelli, da lui gestita, le impiegava per finalità diverse attraverso spese non tracciate e non giustificate.
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