Sanità, si riparte quasi da zero per costruire ospedali

  • Postato il 9 marzo 2025
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Sanità, si riparte quasi da zero per costruire ospedali

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Sanità e ospedali, tra progetti da rimodulare e deroghe al codice degli appalti. Le ragioni del secondo commissariamento Prociv


COSENZA – Diciotto anni dopo si torna al punto di partenza. Ai poteri speciali di Protezione civile, per garantire questa volta l’effettiva costruzione dei “nuovi” ospedali calabresi e la ristrutturazione parziale di altri (il Gom). E c’è anche un’altra certezza: Fabio Ciciliano, attuale capo della Protezione civile nazionale, nominerà nei prossimi giorni Roberto Occhiuto commissario per l’edilizia sanitaria in Calabria. L’ultima (e unica) volta fu nel lontanissimo 2007, primo capitolo della lunga stagione del commissariamento calabrese. A guidarlo, dopo la decisione dell’allora governo Prodi, fu Vincenzo Spaziante. L’ex assessore alla Salute che finì anche denunciato dallo stesso Agazio Loiero in merito proprio alla gestione dei fondi.


Anche all’epoca c’era il problema del debito “inquantificabile”. Ci pensò l’avvocato e professore Ettore Jorio a tirare su le somme, mastodontiche, che superavano abbondantemente il miliardo e mezzo, in qualità di soggetto attuatore.
Poi iniziò la lunghissima stagione dei piani di rientro con annesso commissariamento, quello che Occhiuto si augura possa essere definitivamente depennato nei prossimi mesi, magari guardando prima a come andrà a finire la gestione degli ospedali.

OSPEDALI, TRA ANNUNCI DI ACCELERAZIONI DI CANTIERI APERTI E RICHIESTE MILIONARIE DELLE DITTE


Si potrebbe dire: “abbiamo scherzato”. In questi ultimi tre anni di annunci su accelerazioni di progetti, cantieri riaperti, rimodulazione dei fondi e richieste milionarie delle ditte per aumenti dei costi che hanno letteralmente fatto esplodere i budget a disposizione se ne sono sentiti tanti. Vent’anni dopo il “pensiero” dei primi (nuovi) ospedali c’è, invece, da ripartire da zero. La questione mette a nudo anche una drammatica inerzia amministrativa della “politica alternante” che in questo ventennio ha occupato la poltrona di presidente della Giunta regionale.


Perché le carte in tavola in vent’anni sono cambiate. La Regione si è spopolata, la cittadinanza è anziana, i bisogni di assistenza sono totalmente cambiati. Dovranno, quindi, cambiare anche i progetti degli ospedali, le loro funzioni e necessità. In sostanza bisognerà fare un’operazione di revisione totale che con poteri ordinari e la memorabile celerità della politica rischia di spostare la scadenza ai prossimi vent’anni.

OCCHIUTO SPERA DI ACCELERARE I CANTIERI


Poteri di ordinanza significa questo. Derogare al codice degli appalti, emettere atti che hanno valenza assoluta e immediatamente esecutivi. Occhiuto con questo spera di poter accelerare i cantieri e pianificare spese e costi senza ulteriori passaggi burocratici. Lo spiega lo stesso Occhiuto al capo della Prociv. «Alle difficoltà incontrate dalla precedente esperienza Commissariale – scrive – si è aggiunta l’inattuabilità dei progetti allora predisposti che risultano ormai superati sul piano tecnico, sanitario ed economico, risalendo a soluzioni di circa 20 anni addietro (fondi riqualificazione Ospedale di Locri risalenti al 2004 e per la costruzione dei nuovi ospedali della Sibaritide, di Gioia Tauro e di Vibo Valentia al 2007).

POTERI DI ORDINANZA

La continua modernizzazione dei processi e delle necessità di aggiornare i progetti ma, al tempo stesso, di massimizzare lo sfruttamento di tutto ciò che negli anni è stato fatto, così da pervenire quanto prima a poter dotare il territorio di tali opere. È altresì importante scongiurare la tentazione di semplificare l’operato odierno procedendo ad azzerare tutto quanto fatto nel passato per il solo fine di operare nel quadro normativo odierno, più noto, e quindi comodo, per l’amministrazione e i funzionari. Il ripartire da zero, a cominciare dalle aggiudicazioni e/o altro, oltre ad allontanare significativamente i tempi per dare risposta a necessità conclamate e urgenti, potrebbe anche ingenerare contenziosi che, come spesso accade, non risultano mai funzionali alla riduzione dei tempi di realizzazione delle opere».


Non tornare indietro, ma usare quello che è stato fatto come “scheletro” per accelerare le procedure ed evitare anche di perdere i finanziamenti dell’Inail che aveva obbligato la Regione a rispettare un cronoprogramma fallito già al primo punto.

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