Sanità, dopo Catanzaro non ci fermiamo. Le prossime tappe in piena trasparenza

  • Postato il 11 maggio 2025
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Sanità, dopo Catanzaro non ci fermiamo. Le prossime tappe in piena trasparenza

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In questi giorni, tutti noi che abbiamo partecipato a costruire questo sabato catanzarese per una sanità migliore, pensavamo che, una volta passata la manifestazione, ci sarebbe stata la possibilità di rilassarsi un attimo. Invece niente, il segretario regionale della Cgil, Gianfranco Trotta, non aveva ancora terminato le sue conclusioni e Mimmo Cavallaro non aveva ancora sfoderato la sua chitarra per farci ballare sul palco, che già si poneva la grande questione e la grande responsabilità di chi ha dato vita a questa impresa di “Sanità, Calabria alza la testa”. Perché adesso, non c’è più una manifestazione da organizzare, i pullman da contare, la gente da far arrivare a Catanzaro. Adesso, l’evento è Storia, la piazza è stata riempita e tutti ci hanno chiesto e ci chiedono: “Ora come si va avanti?”.


Qualche idea, ovviamente, c’è e qualcosa è successo già ieri, quando verso le 15, il Prefetto di Catanzaro (e coordinatore dei prefetti calabresi) Castrese De Rosa, ha ricevuto nel suo ufficio (appositamente aperto di sabato pomeriggio) la delegazione formata dai rappresentanti dei comitati territoriali e della Cgil.

Il dottor De Rosa ha ascoltato con attenzione le parole di Trotta, del sottoscritto e delle donne e degli uomini dei comitati che gli hanno descritto la disastrosa situazione da cui è partita la protesta che ci ha portati a Catanzaro. E il Prefetto, ricevendo dalle mani di Brunella Solbaro (della Cgil), la piattaforma, non ha fatto una piega. Nel senso che, se mi posso permettere un’interpretazione, nella sua testa e nel suo cuore c’era chiarissima l’idea che le questioni sollevate dai comitati (che descrivono una realtà spesso da incubo) fossero, purtroppo, tutte vere.

Al Prefetto abbiamo chiesto di portare il documento e i suoi contenuti al Presidente della Regione (a cui chiederemo a stretto giro, un incontro), al Ministro della Sanità e ai vertici del governo e anche al Presidente della Repubblica. E il dottor De Rosa ha detto che sarà sua cura accontentarci, ma non (mi è parso) solo perché è una persona per bene e alla mano, ma anche perché ha capito benissimo che abbiamo ragione a protestare per il diritto negato alla salute.


Ma questo, ovviamente, non basta per dar seguito a “Sanità, Calabria alza la testa”. Ora, sono necessarie alcune cose:

1) la nostra piattaforma va rivisitata, affinata e vanno chiariti nei particolari gli obiettivi e i modi per raggiungerli;

2) va sviluppato l’aspetto delle risorse che, ogni anno, vengono assegnate alla Calabria e che, già adesso, descrivono forme di autonomia differenziata laceranti e tutte a favore delle regioni più ricche;

3) vanno sviluppati contatti e iniziative con analoghe esperienze che si stanno sviluppando a livello nazionale e vedono coinvolte centinaia di associazioni in un clima e secondo modalità organizzative (partendo dal basso) molto simili alle nostre;

4) non avremo più l’obiettivo (faticoso ma esaltante) di organizzare una manifestazione come quella di ieri e dovremo, quindi, trovare altri momenti in cui farci sentire e ascoltare gli altri;

5) dovremo tenere insieme questo piccolo/grande mondo che abbiamo costruito, fatto di piccole organizzazioni e grandi persone pronte a dare tutto per migliorare la situazione della sanità calabrese;

6) dovremo considerare tutto quello che abbiamo fatto finora per migliorare e imparare dai nostri errori;

7) dovremo considerare con più attenzione il rapporto con il mondo della politica. Non si può secondo me, limitarsi a dire: fuori i partiti perché i partiti hanno sbagliato tanto in passato. Quando, poi, andiamo a votare, sono quelli (i partiti) a darci le scelte possibili.

È la democrazia, bellezza, e, finora, non c’è nulla di meglio.


C’è quindi molto lavoro da fare e dovremo inventarci nuove strade e nuovi meccanismi. Da domani cominceremo a lavorarci. Nessuno pensi di poter stare tranquillo. La Calabria non ha finito di alzare la testa.

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