Sanità Calabria, piani di rientro e commissariamenti: Regioni all’assalto
- Postato il 3 ottobre 2025
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Il Quotidiano del Sud
Sanità Calabria, piani di rientro e commissariamenti: Regioni all’assalto
Piani di rientro e commissariamenti: le Regioni in Calabria vogliono criteri chiari per uscirne e ottenere una gestione ordinaria della sanità
COSENZA – Facile finire commissariati e in piano di rientro, molto più difficile capire quando (e come) è possibile uscirne. Quando una Regione ha “fatto i compiti” abbastanza da potersi meritare nuovamente la gestione ordinaria del sistema sanitario regionale. Modalità che, secondo la conferenza delle Regioni, non sono state definite in maniera chiara e netta. Tutto questo mentre a Roma sono in corso trattative, ormai quasi in dirittura d’arrivo, per chiudere l’ultradecennale commissariamento della sanità calabrese. Via libera condizionato ad un nuovo piano di rientro con annesso programma operativo regionale (in scadenza a fine 2025 l’ultimo approvato da Occhiuto) che possa definitivamente chiudere i conti con il passato.
Nel frattempo, la posizione delle Regioni è quella di dare una definizione normativa alla possibilità di uscire dai piani di rientro. Il “caso Calabria” probabilmente ha fatto scuola. Molti governatori si sono resi conto che, allo stato attuale, il sistema commissariale rischia di essere prorogato a data indefinita, nonostante le sonore bocciature della Corte costituzionale di qualche anno fa. Per le Regioni servirebbero due cose: gli ultimi tre esercizi in equilibrio finanziario e la totale adempienza nelle tre aree di riferimento del nuovo sistema id garanzia per quanto riguarda i livelli essenziali di assistenza.
SANITA’ IN CALABRIA: LACUNE SULL’USCITA DAI PIANI DI RIENTRO; SUI COMMISSARIAMENTI UNA PROPOSTA BOLLE IN PENTOLA
Al momento la Calabria sarebbe adempiente solo sui tre esercizi in equilibrio, sui Lea, invece, ha ancora un intero settore sotto la soglia minima stabilita dal ministero della Salute. Con queste “regole”, quindi, la regione potrebbe chiedere soltanto la restituzione delle funzioni gestionali decretando la fine dei commissari ad acta. Non a caso il documento della conferenza rimarca che «l’assenza di principi normativi che ne chiariscono puntualmente le condizioni determina potenzialmente una limitazione sine die dei livelli di autonomia regionali costituzionalmente garantiti». Insomma, c’è da rivedere tutto, compresi i criteri di erogazione dei Lea.
«Di fatto, mentre la normativa chiarisce con grande dettaglio l’iter e i presupposti per l’entrata in Piano di rientro, altrettanto non fa per l’uscita, che resta così lacunosa da finire per diventare discrezionale», ha spiegato Massimo Fabi, coordinatore della commissione Salute della conferenza. Poi ci sono i rapporti con i tecnici. I tempi delle verifiche e delle controdeduzioni regionali sono troppo lunghi (generalmente mesi).
«Questi tempi, se troppo gravosi, rischiano di allontanare ingiustificatamente il momento della cessazione della procedura e di renderlo incerto», chiarisce Fabi. Un messaggio per la Calabria? I punti restano sul tavolo: gli ultimi tre esercizi in equilibrio economico-finanziario e l’adempimento in tutte e tre le aree previste dal Nuovo Sistema di Garanzia nell’ultimo anno di valutazione». E i commissariamenti? Una proposta bolle in pentola.
Il Quotidiano del Sud.
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