San Paolo del Brasile celebra il centenario della nascita di Gastone Novelli. La mostra nella città dove iniziò la sua carriera

  • Postato il 25 agosto 2025
  • Arti Visive
  • Di Artribune
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Gastone Novelli visse in Brasile tra il 1948 e il 1954. Quando arrivò dall’altra parte dell’Atlantico aveva appena 23 anni, ma già molte esperienze di vita alle spalle. Nato a Vienna nel 1925 da una nobildonna austriaca e un addetto militare presso l’Ambasciata italiana, durante la Seconda guerra Mondiale aveva partecipato alla Resistenza unendosi a un gruppo di partigiani: nel 1943, arrestato e condotto nel carcere di Regina Coeli, era stato torturato e condannato a morte. La pena fu però commutata in carcere a vita, e il 4 giugno 1944, all’ingresso delle truppe alleate a Roma, Novelli fu nuovamente libero. Intraprese allora studi in Scienze sociali e politiche a Firenze, ma già a Roma, prima dell’arresto, aveva ricevuto una formazione accademica in arti visive.

Gli inizi nell’arte di Gastone Novelli in Brasile

A partire dagli Anni Cinquanta, Novelli avrebbe dato vita a un’intensa esplorazione dei legami tra il linguaggio visivo e quello scritto, trovando ispirazione nei movimenti letterari del surrealismo tardivo e del Nouveau Roman francese, diventando uno degli artisti più rappresentativi della corrente informale, costantemente in viaggio tra Roma – dove risiede stabilmente del 1955 – e Parigi. La sua attività artistica, però, inizia in Brasile. Nel Paese sudamericano Novelli aveva trovato un momento di particolare fermento culturale, sancito dall’inaugurazione di due grandi musei che presto divennero palcoscenico del dibattito sull’astrattismo: il Museo di Arte Moderna di San Paolo (MAM), che aprì al pubblico con la mostra seminale Do figurativismo ao abstracionismo nel 1949, e il Museo di Arte di San Paolo (MASP), che ospitò esposizioni individuali di Alexander Calder e Max Bill durante quel periodo. E proprio al MASP l’artista avviò nel 1953 la sua carriera come docente di pittura, invitato dal direttore Pietro Maria Bardi, che aveva creato l’Istituto di Arte Contemporanea (IAC) del Museo, a insegnare composizione e disegno. A San Paolo, prima di rientrare in Italia, Novelli terrà anche diverse mostre personali: alla Galeria Domus nel 1951, alla Galeria Ambiente e alla Galeria Tenreiro nel 1952, al Museu de Arte nel 1953. Prendendo parte anche ad alcune importanti esposizioni collettive, tra cui le prime Biennali di San Paolo al Museu de Arte Moderna (nel 1951, nel 1953 e nel 1955). 

Gastone Novelli, Ipercubo
Gastone Novelli, Ipercubo

La mostra sull’opera di Novelli all’Istituto Italiano di Cultura di San Paolo

Dunque nel centenario della nascita dell’artista – scomparso a Milano nel 1968, nell’anno in cui fu invitato a esporre, con una sala personale, alla Biennale di Venezia – l’Istituto Italiano di Cultura di San Paolo, in collaborazione con il Museo di Arte Contemporanea dell’USP, presenta la mostra A arte deve viver ao sol – GASTONE NOVELLI NO BRASIL, riunendo 29 opere di Novelli. A cura di Ana Magalhães e Marco Rinaldi, la mostra conta sul supporto dell’Archivio Gastone Novelli, che ha sede a Roma. E riflette il contesto in cui l’artista sviluppò la pittura astratta per la prima volta, mentre esplorava la produzione ceramica e murale, creava progetti espositivi e partecipava attivamente all’Officina dell’Arte (OAD), aprendosi alle diverse avanguardie artistiche emerse tra l’inizio e la metà del XX secolo. 

Le opere in mostra e l’arte democratica

Il titolo della mostra, visitabile al MAC USP (Museo di arte contemporanea dell’Università) di San Paolo fino al 12 ottobre e aperta con ingresso gratuito, è tratto dal manifesto pubblicato nel 1952 dall’Officina dell’Arte, firmato da Novelli: “L’arte deve vivere al sole, nelle piazze, in mezzo alla gente!”. Un’affermazione che esprimeva il suo impegno e quello dei suoi colleghi a unire l’arte al disegno industriale e alla pittura murale, per democratizzare la ricerca artistica. Non a caso, negli anni passati in Brasile, Novelli sarà attivo su più fronti, dalla ceramica al design, dagli allestimenti alla decorazione. E il progetto espositivo rappresenta il suo ritorno, dopo settanta anni, nella città che ha segnato i suoi esordi artistici, attraverso una rassegna pressoché completa della produzione pittorica e grafica di quel periodo.

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Autore
Artribune

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