San Luca, stadio inagibile, l’appello del Vescovo Oliva: «Restituitelo ai giovani»

  • Postato il 20 agosto 2025
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San Luca, stadio inagibile, l’appello del Vescovo Oliva: «Restituitelo ai giovani»

Vescovo Francesco Oliva

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​Il vescovo di Locri, monsignor Francesco Oliva, ha scritto una lettera alla commissione straordinaria di San Luca, chiedendo che lo stadio “Corrado Alvaro”, venga reso agibile. «la comunità di San Luca non può essere umiliata né discriminata»


SAN LUCA (REGGIO CALABRIA)- «La comunità di San Luca ha una dignità che non può essere umiliata né discriminata per la mancanza di strutture aggregative essenziali». Dice monsignor Francesco Oliva, vescovo di Locri-Gerace, rivolgendosi al problema dello stadio Corrado Alvaro del paese aspromontano.

San Luca, paese della costa reggina, che per anni ha visto nello stadio di calcio non solo un campo in erba, ma come un simbolo di riscatto, ora, invece, può guardare solo da lontano perché “inagibile”. Quello stesso Stadio che era la promessa solenne dello Stato. Il regalo inaugurato nel 2017, dopo i lavori di riqualificazione fortemente voluti dalla Prefettura di Reggio Calabria, alla presenza di sottosegretari, politici vari e telecamere, per dare il segnale di una rinascita possibile. E invece, oggi, quella promessa si è interrotta. Bruscamente. Cancelli chiusi al Corrado Alvaro, tribune mute, silenzi che pesano più delle sconfitte sul campo.

Perché nel 2017 per la partita della legalità lo stadio era uguale e tale come quando venne sequestrato per l’inagibilità prima dei bagni, ora pare della tribuna. E così che, la chiusura dello stadio ha segnato a San Luca la fine del calcio dilettantistico nel paese, che per quattro anni ha militato in Serie D. E con esso, è venuto meno l’unico «vero spazio di socialità, di svago, di legalità per tanti giovani che – ricorda Oliva- qui vedevano nello sport un’alternativa concreta».

L’APPELLO DEL VESCOVO DI LOCRI-GERACE PER LO STADIO DI SAN LUCA

Adesso, dopo quasi due anni a rompere quel silenzio e indifferenza della politica sul caso dello stadio è stata dunque la voce del Vescovo di Locri-Gerace, monsignor Francesco Oliva. L’ha fatto oggi, 20 agosto 2025, con una lettera indirizzata alla Terna Commissariale che da aprile guida il Comune di San Luca (retto dal 2024 da un commissario prefettizio dopo che alle elezioni nessun sanluchese ha voluto candidarsi) e, per conoscenza, alla Parrocchia Madonna della Pietà, il presule richiama con fermezza l’urgenza di restituire al paese un bene collettivo.

«Rendere agibile il campo di calcio San Luca. Lo faccio in spirito – scrive – di collaborazione nella ricerca del bene della Comunità nel rispetto delle reciproche responsabilità, consapevole del proprio ruolo nel costruire una Città fondata sui valori civili e democratici, ma anche in considerazione delle molte sollecitazioni pervenute da parte di tanti cittadini». Le sue parole non hanno il tono dell’accusa, ma quello di chi avverte il peso delle responsabilità civili e democratiche.

L’URGENZA DI UN INTERVENTO E L’EPISODIO DELLA FESTA

Ricordando come: «La numerosa presenza di giovani a rischio di emigrazione e di devianza, gli interventi volti a rendere agibile la struttura sono imprescindibili, improrogabili ed urgenti».

Un appello il suo che arriva in un momento particolare per la popolazione sanluchese. La festa del 2 settembre della Madonna di Polsi non si è potuta svolgere a San Luca perché, -dicono le istituzioni-, lo stadio Corrado Alvaro non è agibile. Il Vescovo Oliva avrebbe voluto svolgere la funzione religiosa proprio dentro lo stadio.
Le tribune, in particolare, risultano inaccessibili. Una negazione che ha creato una profonda spaccatura tra la comunità, una parte della Chiesa ma anche delle stesse istituzioni, come la Prefettura. Lo stesso organo che nel 2017 aveva deciso di riqualificare lo stadio per «dare un calcio alla ’ndrangheta», si era detto.

SIMBOLO DI ABBANDONO

Da presidio di comunità e legalità. Era invece già da quel giorno non agibile. Ma nessuno lo aveva detto. Ora, invece, lo stadio è diventato un monumento all’abbandono e all’inefficienza dello Stato che prima dà, e poi, quando vuole, toglie. «Era stato presentato e realizzato – ricorda il vescovo – come segno di riscatto per i giovani del luogo e per l’occasione era stato dato ampio risalto mediatico con solenne inaugurazione e partecipazione di Autorità istituzionali. Tale struttura sportiva ha dato in questi anni la possibilità di iscrivere la squadra locale ai campionati dilettantistici, suscitando entusiasmi e fervore nella Comunità». Lo stadio – continua il Vescovo – non è solo un campo di gioco, ma «un’opportunità di crescita sociale» per tutti. Ecco perché chiede interventi tecnici e amministrativi urgenti per ridargli agibilità e sicurezza. La sua è una richiesta che va oltre i cancelli chiusi: è un invito alla responsabilità collettiva.

«Tale struttura sportiva – ricorda Oliva – ha dato in questi anni la possibilità di iscrivere la squadra locale ai campionati dilettantistici, suscitando entusiasmi e fervore nella Comunità» ma attualmente, prosegue il vescovo: «essa non risulta pienamente fruibile in assenza della necessaria agibilità, con conseguente limitazione delle attività sportive e ricreative e per tali ragioni vengono meno concrete possibilità di ospitare importanti eventi culturali, sociali e religiosi che darebbero più lustro, come anche visibilità, a una comunità che soffre la sua situazione di marginalità, nonostante le risorse umane e culturali di cui dispone».

L’APPELLO DEL VESCOVO ALLA COMMISSIONE STRAORDINARIA: “RENDETE AGIBILE LO STADIO DI SAN LUCA”

Quindi monsignor Oliva fa una chiara e importante richiesta alla commissione straordinaria che guida San Luca: «Chiedo – scrive – che si mettano in atto le necessarie azioni ed accertamenti tecnici e amministrativi al fine di avere la completa agibilità della struttura dello stadio di calcio di San Luca, consentendone la fruibilità in sicurezza ed offrendo opportunità di crescita sociale ai cittadini e alle associazioni sportive locali. Certo della sensibilità della Terna Commissariale verso ogni iniziativa che favorisce lo sviluppo e la coesione della comunità, confido in una sollecita soluzione del problema in modo da ridare fiducia e speranza ai tanti giovani per i quali lo sport nei nostri piccoli borghi della Locride rappresenta un importante fattore di socializzazione e di riscatto».

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