Più Europa: «La dignità dei detenuti non può aspettare»

  • Postato il 20 agosto 2025
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Più Europa: «La dignità dei detenuti non può aspettare»

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CATANZARO – Una fotografia fatta di luci e ombre, di progressi evidenti ma anche di ritardi che si trascinano da troppo tempo: è quella che Più Europa ha scattato nella giornata di ieri alla Casa Circondariale “Ugo Caridi” di Catanzaro, dove una delegazione composta da Ludovica Caruso, Emanuele Bria e Francesca Carbone, insieme alla coordinatrice territoriale di Crotone, Mariasole Cavarretta, ha incontrato detenuti e personale per verificare le condizioni reali della struttura.

L’istituto penitenziario, che conta oggi 631 detenuti a fronte di una capienza massima di 700, non soffre del problema del sovraffollamento, una criticità che spesso accompagna le cronache carcerarie italiane, eppure, nonostante questo dato positivo, le problematiche emerse durante la visita di Più Europa delineano un quadro che non può lasciare indifferenti. Sul piano sanitario, i progressi sono tangibili, evidenzia la delegazione: l’area medica, diretta dal professor Di Mizio, si presenta ben organizzata e strutturata, con la presenza di undici medici e due psichiatri, uno dei quali dedicato in via esclusiva all’ATSM, l’area per i detenuti con problemi psichiatrici. Gli ambulatori risultano adeguatamente attrezzati e, aspetto non secondario, è garantito un servizio di emergenza 24 ore su 24, con un sistema di triage paragonabile a quello dei pronto soccorso.

Tuttavia, resta incompiuto un tassello fondamentale: la piscina riabilitativa, completata da oltre due anni ma mai entrata in funzione per l’inerzia della Regione Calabria, che non ha ancora promosso i bandi necessari. Un’infrastruttura pronta, quindi, ma bloccata nell’immobilismo istituzionale. Il quadro cambia radicalmente se si guarda alle condizioni strutturali. La delegazione ha constatato «finestre rotte sostituite con pezzi di cartone, la presenza di docce solo in alcune celle e la totale assenza di frigoriferi. Quest’ultimo elemento, apparentemente marginale, si rivela invece essenziale in una regione caratterizzata da estati afose, durante le quali la conservazione del cibo diventa un problema quotidiano per i detenuti. Una mancanza che si traduce in un disagio concreto e inaccettabile, se si pensa al diritto a una detenzione dignitosa», viene evidenziato.

Altro aspetto oggetto di confronto è stato quello relativo alla prevenzione dei suicidi. Alcuni dati diffusi nei mesi scorsi avevano alimentato preoccupazioni e allarme, ma la direzione dell’istituto ha precisato che non vi sono emergenze in corso, smentendo ricostruzioni allarmistiche e rimarcando l’impegno profuso nella tutela psicologica dei detenuti. «Noi di Più Europa intendiamo essere la voce di chi è privato della libertà e di chi lavora in condizioni estreme», hanno sottolineato i componenti della delegazione, rilanciando un appello al Ministero della Giustizia e alla Regione Calabria affinché si intervenga con urgenza.

A rafforzare il senso dell’iniziativa sono arrivate le dichiarazioni di Mariasole Cavarretta, coordinatrice di Più Europa Crotone: «Il carcere deve essere un luogo di rieducazione per i detenuti, non di abbandono e degrado. Se lo Stato non è in grado di garantire diritti fondamentali ai detenuti e condizioni di lavoro adeguate al personale, viene meno non solo la funzione costituzionale della pena, ma anche la credibilità stessa delle istituzioni. È tempo che Regione e Ministero si assumano le proprie responsabilità: le promesse non bastano più, servono interventi concreti e immediati».

Sulla stessa linea Ludovica Caruso, coordinatrice provinciale di Più Europa Catanzaro, che ha voluto evidenziare sia i progressi sia le criticità ancora aperte: «Sono orgogliosa della gestione della parte sanitaria della struttura. Restano però problematiche che non possono essere più ignorate: la carenza di personale, la mancanza di docce in camera e la struttura non pienamente accettabile. A questo si aggiunge la piscina riabilitativa pronta da due anni e non ancora in funzione a causa della Regione Calabria. La nostra responsabilità come partito non è solo quella di portare alla luce queste problematiche ma di impegnarci in modo concreto nella risoluzione di queste».

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