“Salvo i piccioni dai capelli umani. Se si aggrovigliano intorno alle zampe non possono più muoversi né accoppiarsi, fino a perdere le dita”: la storia di Catherine Hervais

  • Postato il 22 novembre 2025
  • Animal House
  • Di Il Fatto Quotidiano
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I piccioni non possono vantare il titolo di animali più amati dagli esseri umani, eppure c’è qualcuno che ha a cura la loro sorte. In Italia abbiamo la “donna dei piccioni” che a Roma semina il panico tra i condomini offrendo agli uccelli cibo dal balcone giorno e notte con conseguenze raccapriccianti per il quartiere, mentre a Parigi c’è una signora che cura le loro zampette spesso afflitte dallo “stringfoot”, quella sindrome che causa serie lesioni agli arti causata da fili e capelli umani che si aggrovigliano intorno alle zampe interrompendo l’afflusso di sangue. Le conseguenze più serie per i piccioni sono la perdita di dita o addirittura dell’intera zampa. Per questo motivo ogni giorno Catherine Hervais si reca in una piazza vicino al Centre Pompidou, nel centro di Parigi, per aiutare gli uccelli feriti. Li attira con del mangime e poi, con molta cura, rimuove con forbici e pinzette i fili dalle loro zampe. “Quello che voglio evitare è averne troppi con le zampe atrofizzate nel mio quartiere”, spiega la donna, come riporta “Reuters”.

Una ricerca del 2019 ha posto l’accento su questo problema nella capitale francese. Le cause sarebbero da ricercare nella densa popolazione umana, negli spazi verdi sempre più limitati e, al contrario, nei numerosi saloni per parrucchieri. Frederic Jiguet, ricercatore presso il Museo Nazionale di Storia Naturale di Parigi e tra gli autori dello studio, fa sapere: “Le persone spesso pensano che i piccioni siano uccelli sporchi che vivono nei loro stessi escrementi e che abbiano qualche tipo di malattia, batteri o qualche tipo di lebbra che corrode le loro zampe, rendendoli uccelli disgustosi. Ma in realtà no. Questi uccelli sono vittime del nostro inquinamento dei marciapiedi e delle nostre pratiche di gestione dei rifiuti, soprattutto per quanto riguarda i capelli”. Lo “stringfoot” oltre a infliggere sofferenza ai piccioni, ne riduce la mobilità, rendendo per loro più difficoltoso l’andare in giro a procacciarsi il cibo e, per gli esemplari maschi, salire sulle femmine per riprodursi. Per affrontare la questione, Jiguet suggerisce una migliore gestione dei rifiuti, inclusi bidoni pensati appositamente per i capelli, e più spazi verdi affinché gli uccelli possano in qualche modo salvarsi dall’inquinamento urbano.

Tornando a Catherine Hervais, sebbene dubiti dell’impegno delle autorità nel risolvere il problema, afferma che continuerà ad alleviare la difficile situazione dei piccioni nella sua zona: “Quando vedo i piccioni sempre ricoperti di fili, e che è un ciclo senza fine, beh, mi colpisce, ovviamente, ma non possiamo cambiare il mondo, perciò faccio quel che è in mio potere e aiuto quando posso”.

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Il Fatto Quotidiano

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