Salina di Cervia: dove l’oro bianco incontra la natura e la memoria
- Postato il 22 giugno 2025
- Idee Di Viaggio
- Di SiViaggia.it
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Nel cuore della Riviera Romagnola, a pochi passi dal mare, si estende un paesaggio che sorprende e incanta: è la Salina di Cervia che, con 827 ettari di superficie, rappresenta un ecosistema unico, un museo a cielo aperto e una porta di accesso privilegiata al Parco del Delta del Po.
Nel 1959, la raccolta familiare e artigianale lasciò il passo a una produzione meccanizzata su larga scala: le 144 salinette, da sempre al centro della comunità salinara, vennero unificate in un’unica grande salina, dove il sale veniva raccolto solo una volta all’anno alla fine dell’estate.
Ma non tutto è andato perduto. Una salina è rimasta a testimonianza di quel passato contraddistinto da gesti antichi e fatica condivisa: la Salina Camillone.
La Salina Camillone: memoria viva della raccolta tradizionale
Sopravvissuta alla rivoluzione industriale del sale, la Salina Camillone è l’ultima delle salinette originarie ancora attiva. Oggi fa parte del circuito del MUSA – Museo del Sale e continua a produrre sale artigianalmente, grazie alla dedizione del Gruppo Culturale Civiltà Salinara.
Ogni anno, tra giugno e settembre, il giovedì e la domenica pomeriggio, è possibile partecipare a visite guidate che mostrano dal vivo la lavorazione del sale secondo le tecniche tradizionali. Gli strumenti sono quelli di sempre (pale in legno, carri a mano, tinozze) e il gesto è lo stesso tramandato per generazioni.
Il sale raccolto qui è conosciuto come “Sale dolce di Cervia”, una denominazione che non ha nulla a che vedere con lo zucchero ma con la sua purezza: privo dei sali amari grazie alla raccolta quotidiana e al microclima costiero, è un sale delicato e prezioso, tanto da essere diventato nel 2004 presidio Slow Food.
Per chi desidera vivere in prima persona questa esperienza, l’appuntamento più speciale è “Salinaro per un giorno”. Ogni martedì, è possibile indossare i panni dei salinari e affiancarli nelle attività quotidiane: si solleva il sale con la pala, si caricano i carretti, si ascoltano i racconti di chi ha fatto del mestiere una missione.
Il Centro Visite: porta d’ingresso tra natura e cultura
Il punto divulgativo della Salina è il Centro Visite, ricavato da un vecchio macello ristrutturato e trasformato in luogo d’incontro per appassionati di natura, fotografia e archeologia industriale. Oggi è uno dei più importanti punti di osservazione per lo studio delle migrazioni avifaunistiche lungo la rotta adriatica nonché il centro nevralgico delle attività di visita della Salina.
Da marzo a novembre, le guide ambientali conducono i visitatori lungo percorsi tematici che svelano i segreti della salina più a nord d’Italia. In primavera, gli itinerari si concentrano sugli aspetti naturalistici: si osservano gli uccelli migratori, si ascoltano i suoni della palude e si esplora il fragile equilibrio che regola questo habitat unico. In estate e in autunno, invece, la protagonista torna ad essere la produzione del sale, con la possibilità di assistere anche alla sua raccolta.
Durante le visite “Speciale raccolta del sale”, il paesaggio si anima: vagoni carichi sfrecciano sulle rotaie che attraversano le vasche, i salinari sono all’opera sotto il sole e l’acqua delle saline si tinge di un rosa quasi irreale, dovuto alla concentrazione salina.
I Fenicotteri Rosa e l’Artemia salina: affascinanti protagonisti

Tra le figure più affascinanti che popolano la Salina di Cervia spiccano i fenicotteri rosa, che qui hanno trovato una dimora stabile. Non sono più “ospiti di passaggio”, ma veri e proprio abitanti di questo paesaggio d’acqua e cielo e le loro sagome eleganti si stagliano spesso all’alba o al tramonto, immerse in vasche che sembrano specchi.
Alla base della loro presenza, e del delicato equilibrio dell’intero ecosistema, c’è un piccolo crostaceo rossastro quasi invisibile: l’Artemia salina, lunga appena pochi millimetri ma con un ruolo fondamentale. Si nutre di alghe e detriti, mantenendo limpide le acque delle vasche e favorendo così l’evaporazione. Ma non è solo un “filtro naturale”: è anche un nutrimento prezioso per numerose specie di uccelli, tra cui appunto i fenicotteri, ma anche la Volpoca, l’Avocetta e il Cavaliere d’Italia.
Ogni elemento, in Salina, è parte di un intreccio sottile e potente: il lavoro dell’uomo, il battito d’ali degli uccelli, il silenzio delle vasche, la danza della luce sull’acqua salmastra. Tutto contribuisce a creare un paesaggio che non è solo da vedere, ma da vivere e custodire.