Salario minimo a 9 euro per gli appalti pubblici in Liguria, il M5s presenta una proposta di legge
- Postato il 14 aprile 2025
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- Di Genova24
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Genova. Il Movimento 5 Stelle ha depositato una proposta di legge regionale per introdurre il salario minimo legale a 9 euro negli appalti pubblici in Liguria. Si tratta del primo atto legislativo formale per istituire questa misura, già proposta dal candidato presidente Andrea Orlando durante l’ultima campagna elettorale. Nei mesi scorsi la discussione si era già accesa sull’ordine del giorno presentato dalla capogruppo di Alleanza Verdi Sinistra Selena Candia, rinviato in commissione dopo aver ricevuto il parere contrario della giunta Bucci.
Il testo prevede l’istituzione di una serie di meccanismi premiali per i contratti di appalto o concessione della Regione o degli altri enti locali in Liguria, tra cui standard qualitativi e di sicurezza, sostenibilità energetica e ambientale, misure a favore dell’occupazione femminile e under 36, legalità, applicazione dei contratti collettivi nazionali firmati dalle organizzazioni più rappresentative e infine “l’applicazione del trattamento economico minimo orario non inferiore a nove euro lordi“. Viene istituito poi un comitato regionale per il monitoraggio della qualità del lavoro per acquisire informazioni sugli appalti, redigere report annuali e formulare proposte da sottoporre all’approvazione della giunta regionale.
“Il tempo è scaduto: il salario minimo legale è una realtà in 22 paesi europei su 27, ma non lo è in Italia – spiega il consigliere regionale del M5s Stefano Giordano -. La colpa di ignorare i lavoratori poveri ricade contestualmente sul governo Meloni e sulle scelte sbagliate di Draghi, colpevole di aver cancellato il salario minimo dal Pnrr tradendo la nostra fiducia. L’assenza di un salario minimo legale, nel nostro Paese, non solo espone i lavoratori a paghe ingiustamente basse, ma contribuisce anche il cosiddetto fenomeno della contrattazione malata, nel quale le condizioni di lavoro e i salari vengono negoziati in modo inefficace e spesso a svantaggio dei lavoratori stessi, con la conseguenza che la disparità salariale continua a persistere e ad aggravarsi”.
“La nostra proposta di legge – prosegue Giordano – vuole salvaguardare la qualità del lavoro così come la salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, contrastare il dumping contrattuale e tutelare la stabilità occupazionale nei contratti pubblici di appalto o di concessione eseguiti sul territorio regionale. Alla tutela dei lavoratori, per i quali chiediamo l’applicazione del trattamento economico minimo orario non inferiore ai 9 euro lordi, proponiamo anche elementi premiali per i datori di lavoro e gli operatori economici volti al miglioramento della qualità e del benessere nei luoghi di lavoro. Oggi più che mai i decisori politici devono stare dalla parte giusta, difendendo chi lavora ma nonostante questo resta povero. Oggi più che mai sentiamo l’urgenza di investire nel welfare, nel benessere di ogni singolo cittadino e non nella folle corsa al riarmo”.
L’ordine del giorno proposto da Candia era più generico: il provvedimento avrebbe impegnato la giunta Bucci a verificare che i contratti applicati al personale impiegato in lavori, servizi e forniture oggetto di appalti della Regione prevedessero un “trattamento economico minimo inderogabile pari a 9 euro l’ora”, a redigere ogni sei mesi un report in materia e a sottoscrivere un protocollo d’intesa con partecipate, controllate, parti sociali e sindacati. “Abbiamo fatto un primo passaggio con i sindacati, che erano tutti ovviamente a favore. Ora stiamo aspettando di avere informazioni dalla stazione appaltante“, riferisce la capogruppo di Avs.
Il tema del salario minimo a livello locale è stato oggetto di scontro anche tra i candidati sindaci di Genova Pietro Piciocchi e Silvia Salis. La frontwoman del centrosinistra ha lanciato la proposta relativamente agli appalti comunali con l’obiettivo di contrastare il lavoro povero, “una grande emergenza di Genova”. Per lo sfidante, invece, un’uscita da “pura propaganda” che manifesta la “totale impreparazione” di chi l’ha partorita. Il centrodestra aveva fornito un elenco di retribuzioni orarie superiori ai 9 euro per i servizi esternalizzati dal Comune in modo da dimostrare l’inutilità della misura, numeri che avevano trovato tuttavia la netta smentita della Cgil.
Nel frattempo al Comune di Genova sono già state trasmesse due proposte di delibera di iniziativa popolare, promosse da Genova che osa, Spi Cgil e Arci con gli obiettivi di introdurre un salario minimo negli appalti e garantire il diritto all’abitare. L’iter prevede una prima verifica di ammissibilità delle proposte e poi una fase di raccolta firme, con obiettivo 2mila sottoscrizioni su ogni proposta. A quel punto il nuovo consiglio comunale sarà costretto a votare i testi proposti da cittadine e cittadini.