Russia-Ucraina, attacchi incrociati nella notte: chiusi tre aeroporti vicino Mosca. Tusk: “Presto la data per un cessate il fuoco”

  • Postato il 10 novembre 2024
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Un cessate il fuoco sul fronte russo-ucraino sembra ancora lontano. Nella notte le difese aree russe, secondo quanto riportato dalla Tass che cita il sindaco di Mosca, Sergey Sobyanin, hanno abbattuto 32 droni ucraini che si dirigevano verso la capitale e verso l’omonima regione. Si tratta di uno dei più grandi attacchi di droni contro la capitale russa dall’inizio dell’offensiva, nel 2022.

A causa degli attacchi l’aeroporto di Sheremetyevo, a nord-ovest di Mosca, ha sospeso i voli così come fatto, in precedenza, dagli aeroporti Domodedovo e Zhukovsky, nel sud-est della città, chiusi in via precauzionale. Lo scalo di Domodedovo è stato poi riaperto dopo alcune ore e tutte le restrizioni sugli arrivi e le partenze “sono state revocate”, scrive il servizio stampa dell’aeroporto in un comunicato.

Anche in Ucraina sono stati registrati diversi attacchi. Secondo quanto reso noto dall’Aeronautica militare di Kiev, le forze russe hanno lanciato 145 droni di vario tipo, inclusi i velivoli kamikaze Shahed di produzione iraniana. “Il nemico ha attaccato con un numero record di droni!”, si legge nel messaggio pubblicato su Telegram. In particolare gli attacchi hanno colpito la regione di Odessa che ha subito danni a edifici e proprietà private. Le difese aeree di Kiev hanno abbattuto 62 droni russi: altri 67 risultano dispersi in diverse regioni e altri 10 hanno lasciato lo spazio aereo ucraino in direzione di Moldavia, Bielorussia e Russia.

Dalla Polonia è Donald Tusk a parlare di un cessate il fuoco. Il primo ministro polacco, parlando con la radio Polskie Radio, ha detto di aspettarsi “nel prossimo futuro” uno stop alle ostilità, sottolineando inoltre di aspettarsi dichiarazioni su quale confine sarà in vigore e sulle garanzie di sicurezza per l’Ucraina. “Si tratterà certamente di decisioni che comporteranno una minore ingerenza degli Stati Uniti negli affari ucraini”, ha affermato, aggiungendo che però “le decisioni sulla guerra in Ucraina non possono essere prese sopra le teste degli ucraini, ma neanche sopra le nostre”.

Intanto, dopo le parole di ieri di un collaboratore di Trump, Bryan Lanza, che ha parlato di una Crimea ormai “persa”, suggerendo a Zelensky di “avere un’idea più realistica della pace”, lo staff del tycoon ha preso le distanze dal collaboratore, uno stratega repubblicano di lunga data e collaboratore della campagna 2024. Un portavoce del transition team ha negato che Lanza parlasse per conto di Trump. “Bryan Lanza era un collaboratore della campagna elettorale ma non lavora per il presidente Trump e non parla a suo nome”, ha detto.

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