Russia e Cina ambiscono ai “satelliti ombra”. Ecco come funzionano
- Postato il 15 dicembre 2025
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- Di Formiche
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“Nello spazio profondo, nessuno può sentirti urlare” è la celeberrima tagline del film del 1979 “Alien”. Ma modificando leggermente la frase in “Nello spazio profondo, nessuno può vederti”, si fornisce una descrizione tanto concisa quanto efficace delle ultime mosse di Pechino e Mosca in ambito satellitare.
I due attori starebbero infatti sperimentando dei nuovi modelli di satelliti con capacità “stealth” che renderebbero estremamente complessa la loro individuazione da parte di telescopi e radar, secondo quanto affermato dal luogotenente Ron Lerch, consulente militare per il vicecapo delle operazioni spaziali per l’intelligence, a margine della conferenza “Space Force Association’s Spacepower 2025”.
Nell’ambito spaziale, il concetto di stealth si basa principalmente sulla riduzione delle tracce osservabili, come tracce radar, tracce ottiche e tracce a infrarossi. Ciò avviene sia utilizzando materiali assorbenti e forme specifiche che limitano i riflessi e trattamenti superficiali riducono la visibilità dai radar di sorveglianza spaziale, sia con una serie di accorgimenti nei movimenti, dalla limitazione delle manovre alla scelta di orbite meno affollate allo sfruttamento di finestre temporali in cui la copertura dei sensori nemici è più debole.
La Repubblica Popolare lavora da tempo in questa direzione. Dal 2012 l’esercito cinese sta sperimentando la modellazione di microsatelliti per renderli più difficili da individuare, e nel 2022 la People’s Liberation Army ha pubblicato un documento di ricerca che mostra i risultati concreti. I tre satelliti Shiyan-24 in orbita Leo (Low-Earth Orbit) sarebbero stati sviluppati secondo questa concezione. Dal canto suo, invece, la Russia ha recentemente messo in orbita Meo (Medium-Earth Orbit) un satellite sperimentale con visibilità molto bassa chiamato Mozhayets (destinato a rafforzare le capacità del sistema Glonass, la controparte moscovita del Gps), che lo stesso Lerch ha definito “affascinante” per via della sua “magnitudine visiva molto, molto bassa. Solo per darvi un’idea, il Sole ha una magnitudine visiva negativa di 26. Quindi, un numero negativo o più basso indica una maggiore luminosità. In altre parole… quando si passa a un numero positivo, significa che è più debole. Quindi i satelliti Gps in Meo hanno una magnitudine visiva di circa 6,5. Questo satellite Mozhayets che i russi hanno messo in Meo ha una magnitudine visiva di circa 16, che lo rende molto difficile da vedere”.
Al di là dell’aspetto tecnologico, la sperimentazione di satelliti a bassa osservabilità risponde a un’esigenza strategica ben precisa: garantire la sopravvivenza delle funzioni spaziali da cui dipende la guerra convenzionale moderna. Navigazione satellitare, comunicazioni sicure, intelligence e targeting di precisione costituiscono oggi un’infrastruttura operativa imprescindibile. Rendere più difficile l’individuazione e il tracciamento di questi asset significa quindi proteggere, indirettamente, l’efficacia complessiva delle forze armate terrestri, navali e aeree. In uno scenario di crisi, guadagnare anche solo ore o giorni può consentire il riposizionamento degli assetti o il completamento di missioni critiche prima che l’avversario sia in grado di reagire. Continuare a monitorare ulteriori sviluppi è quindi fondamentale per non rimanere impreparati.