Russell: da spettatore a vincitore sotto le luci di Singapore, come Hamilton
- Postato il 7 ottobre 2025
- Formula 1
- Di Virgilio.it
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George Russell ha voluto raccontare la propria parabola sportiva con un post sui social che in poche righe racchiude tutta la poesia di una carriera costruita con disciplina, pazienza e passione. Sette anni fa era soltanto un ragazzo con un sogno. Oggi è un vincitore che guarda il mondo e il suo maestro dall’alto del podio:
“Nel 2018 ero qui con la Mercedes a guardare Lewis prendere una pole pazzesca e vincere. Ricordo di averlo visto scattare una foto molto bella sul circuito dopo la vittoria e di me stesso che sognavo di essere in F1. Sette anni dopo, è un momento speciale per me vincere qui a Singapore e festeggiare il momento con la mia squadra”.
Un messaggio semplice, ma potentissimo. Pubblicato sui social dopo il successo nel GP Singapore, ha subito fatto il giro del mondo. Perché non è solo la celebrazione di una vittoria: è il racconto di un destino che si compie.
Quel ragazzo ai box
Era il settembre 2018. La Mercedes era all’apice della sua dominazione e Hamilton stava riscrivendo la storia della F1 con uno dei suoi giri più iconici. Quel sabato sera, nel caldo umido di Marina Bay, il sette volte campione del mondo firmò una pole position che ancora oggi viene citata come una delle migliori della sua carriera: un giro perfetto, quasi sovrannaturale, in cui Hamilton domò un tracciato tradizionalmente insidioso per la Mercedes.
Tra i tanti osservatori presenti in pit lane c’era anche un giovane britannico dai tratti decisi e dallo sguardo curioso. Era proprio Russell, classe 1998, allora collaudatore del team e fresco vincitore del campionato di F2. Vestito con la divisa nera Mercedes, osservava in silenzio, prendeva appunti, studiava ogni movimento del box. Non sapeva ancora quando sarebbe arrivata la sua occasione, ma sapeva che quel mondo sarebbe stato il suo.
Una cosa è certa, quella di aver visto Lewis scattare una foto celebrativa e di aver pensato di essere lì al suo posto. Un sogno di un ragazzo, ma anche una promessa.
Il sogno si realizza
Sette anni sono un’eternità nello sport. In 7 anni Russell è passato da collaudatore a protagonista, da promessa a certezza. Ha vissuto stagioni difficili con la Williams, imparando a cavare il massimo da una monoposto spesso poco competitiva. Ha saputo aspettare, crescere e sfruttare ogni occasione, fino al debutto ufficiale in Mercedes nel 2022.
Quel percorso, fatto di attese e piccoli passi avanti, è stato la vera forza del suo carattere. A Singapore 2025, su quella stessa pista dove era stato spettatore nel 2018, George è tornato da protagonista, alla guida della Mercedes W15. E questa volta il trofeo lo ha fotografato lui.
Con una strategia impeccabile, un passo gara costante e una freddezza da veterano, Russell ha conquistato la vittoria più significativa della sua carriera. Non solo per il punteggio o per la classifica, ma per ciò che rappresenta: la chiusura di un cerchio personale e sportivo.
La gara della maturità
La vittoria di Russell non è frutto del caso. È il risultato di una gestione impeccabile, di una concentrazione assoluta e di una sintonia tecnica ritrovata tra pilota e macchina. Su un circuito tradizionalmente sfavorevole alla Mercedes, George ha costruito il suo trionfo con pazienza e lucidità. Partenza perfetta, ritmo costante, difesa chirurgica negli ultimi giri contro il ritorno di Verstappen e Norris.
Il tutto senza sbavature, senza forzature. È stata una gara da manuale, una prova di maturità e freddezza che conferma quanto Russell sia ormai pronto a guidare la rinascita del team di Brackley, di quanto l’allievo ha superato il maestro.
Nel dopo gara, Toto Wolff non ha nascosto l’emozione:
“George ha guidato in modo straordinario”
Un post che racconta più di mille interviste
Nell’era delle comunicazioni patinate e dei messaggi filtrati dai media manager, il post pubblicato da Russell ha colpito per la sua autenticità. Nessun artificio, nessuna frase costruita ma solo ricordi, gratitudine e orgoglio.
In poche righe, ha saputo sintetizzare la dimensione più umana della F1, quella fatta di sogni, di visioni e di tanta pazienza.
Le sue parole sono risuonate non solo tra i tifosi, ma anche tra gli addetti ai lavori. Molti hanno visto in Russell il simbolo di una generazione di piloti cresciuti all’ombra di giganti come Hamilton, Verstappen, Vettel, Alonso ma capaci ora di imporsi con la propria identità.
Il suo successo è anche un segnale per la Mercedes, il passaggio di testimone tra l’era Hamilton e quella di Russell sembra ormai compiuto.
Da ragazzo a leader
Ciò che più colpisce, oggi, è la trasformazione di Russell. Nel 2018 era un giovane curioso che osservava il lavoro dei meccanici, studiava i dati e sognava la gloria. Oggi è un pilota completo, capace di guidare il team con calma e determinazione. Un nuovo maestro per un giovane che tra qualche anno farà parlare di sé, Kimi Antonelli.
Durante il weekend di Singapore, la sua comunicazione via radio è stata un esempio di lucidità. Nessuna parola di troppo, solo messaggi chiari e ragionati. Un approccio che riflette la sua crescita come uomo prima ancora che come atleta.
Il potere dei luoghi simbolici
Singapore, con le sue luci artificiali e l’atmosfera quasi teatrale, è da sempre una delle tappe più suggestive del calendario. Per Russell, però, quel tracciato ha un valore speciale: rappresenta il punto di origine del suo sogno. Vincere proprio lì, dove tutto era cominciato, dove aveva visto per la prima volta da vicino cosa significasse essere un pilota Mercedes vincente, assume il sapore del destino compiuto.
E infatti, quando ha tagliato il traguardo, è stato come se avesse rivisto il se stesso di sette anni prima, nascosto tra i box, con un sogno troppo grande da confessare.
La consacrazione
Con questa vittoria, Russell manda un messaggio chiaro. Il britannico è pronto a essere il volto nuovo della Mercedes e uno dei protagonisti assoluti della F1 dei prossimi anni. Non è solo questione di velocità, ma di visione, equilibrio e mentalità da vincente.
Il suo percorso, lineare e coerente, ricorda quello dei grandi di sempre. Per lui anni di apprendistato, una crescita metodica, la capacità di imparare dalle sconfitte. Il successo di Singapore non è solo una tappa sportiva, è il simbolo di una generazione che ha saputo costruire il proprio destino passo dopo passo.
Da sogno a realtà
Il post di Russell, diventato virale, ha commosso migliaia di tifosi. Forse perché racconta qualcosa che va oltre la F1: la forza dei sogni, la bellezza della perseveranza, la magia di tornare dove tutto è iniziato ma questa volta da protagonista.
George non ha solo vinto una gara. Ha chiuso un cerchio. E lo ha fatto nel modo più poetico possibile, sullo stesso asfalto e con lo stesso trofeo che sette anni prima lo aveva ispirato a credere che, sì, un giorno anche lui avrebbe potuto farcela.