Rumore Dentro, il road movie con Piero Pelù tra musica, ferite e nuove consapevolezze

A Venezia 82 è stato presentato il documentario Piero Pelù. Rumore Dentro diretto dal regista Francesco Fei e scritto dallo stesso Pelù. Il film offre un ritratto intimo e senza filtri di una delle icone del rock italiano. Prodotto da Apnea Film, Nexo Studios e DNA Audiovisivi, realizzato grazie a TEG e con il contributo del PR FESR Toscana 2021-2027, il documentario arriverà nei cinema italiani solo il 10, 11 e 12 novembre 2025.

L’incidente che ha cambiato tutto

Il viaggio inizia con l’episodio drammatico accaduto nell’ottobre 2022: durante una sessione di registrazione, un improvviso shock acustico causato da un errore tecnico nel cambio di cuffie, ha provocato un danno permanente al nervo acustico dell’artista toscano. L’evento ha costretto alla cancellazione di un tour già programmato e ha messo a rischio la carriera live di Pelù.

Ma da questa crisi nasce anche la forza creativa: il “rumore dentro” diventa l’occasione per fermarsi, riflettere e rigenerarsi. Pelù si immerge nei Deserti interiori, un nuovo album che esplora la sua famiglia, la libertà, gli amici e naturalmente la musica. Il film si arricchisce inoltre di immagini d’archivio che ripercorrono oltre quarant’anni della carriera dell’artista, dagli esordi fino ai giorni nostri.

Piero Pelù Venezia 82
Ufficio stampa Biennale Venezia
Piero Pelù a Venezia 82

Un viaggio di musica e vita

Parlando della sua passione per il grande schermo, Pelù racconta: «Adoro il cinema anche se non ho molto tempo di andarci, non uso piattaforme ma mi accontento di Rai 5. Però, al di là di La Strada di Fellini, mi hanno segnato molto ‘Rushomon’ di Kurosawa e ‘Il colore del melograno’. Poi a Firenze c’era questa piccolissima sala, Spazio 1, dove c’erano delle monografiche su Murnau e altri autori classici, fino al cinema più espressionista come ‘Povere creature’ o le opere di Gianfranco Rosi che è un altro regista a cui sono affezionato».

Sul processo creativo che ha portato alla sceneggiatura di Rumore Dentro, Pelù ha aggiunto: «La prima idea che ho avuto per questa sceneggiatura è stata di fare una festa di morti a casa mia, così ho avvertito Francesco di questa idea e lui è rimasto un po’ in silenzio al telefono, ma poi l’ho convinto. Però gli ho detto che doveva vestirsi da Festa dei Morti e quando è arrivato e l’ho visto, ho detto: ‘ok questo è l’uomo giusto’, faremo un grande lavoro insieme».

La Festa dei Morti, tradizione della cultura messicana, funge da apertura del film, «un inizio ideale perché cinematograficamente trasmette da subito le intenzioni narrative del film. Io e Francesco eravamo d’accordo fin da subito di non voler realizzare l’ennesimo biopic, ma una storia di vita. Iniziare un film su Piero Pelù che affronta un momento così particolare per lui con una festa dal retrogusto angosciante, è perfetta dal punto di vista cinematografico. Perché c’è la festa, ma dopo c’è la solitudine, o meglio resta non da solo, ma con i suoi acufeni».

Infine, sulla rinascita attraverso musica e viaggio, Pelù si è lasciato andare a un pensiero personale che non lascia indifferenti: «La musica mi ha aiutato molto a ripartire, lavorare sui testi, preparare il tour e ripartire da un binario morto. Anche il potere del viaggio, perché viaggiare per me significa staccare un cordone ombelicale rispetto a qualcosa a cui si appartiene. Quando viaggio io non mi porto dietro la musica di solito, ma cerco di calarmi il più possibile nell’ambiente circostante ed entrare in sintonia con quelle luci, quelle esperienze, i suoni e le persone».

Rumore Dentro doc
Ufficio stampa Biennale Venezia
Il documentario “Rumore Dentro”

Dove è stato girato il road movie spirituale

Con partenza da Firenze e da vari luoghi della Toscana che rappresentano le radici di Pelù, il documentario segue poi il pellegrinaggio annuale dei gitani a Saintes-Maries-de-la-Mer, in Camargue, in onore di Santa Sarah la Nera, protettrice dei viaggiatori, il cui nome è tatuato sugli avambracci di Pelù.

Saintes-Maries-de-la-Mer è un borgo affacciato sul Mediterraneo, famoso per le sue atmosfere mistiche, le tradizioni gitane e la natura selvaggia della Camargue, fatta di lagune, cavalli bianchi e fenicotteri rosa.

Questa componente conferisce al film un tono di road movie spirituale, mentre il cantautore riflette sulla propria vita e sulla carriera “Off Road”, caratterizzata da libertà, coraggio e scelte coerenti con la propria visione artistica.

Autore
SiViaggia.it

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