Roma emergenza colonnine: ondata di furti di rame mette in ginocchio la ricarica elettrica
- Postato il 9 aprile 2025
- Smart Mobility
- Di Virgilio.it
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Una volta rubavano autoradio, oggi i cavi. I tempi cambiano, i furti pure. Ma a Roma, negli ultimi mesi, la fantasia dei malviventi ha preso una piega davvero curiosa – e preoccupante. C’è una nuova moda in città: smontare le colonnine di ricarica per auto elettriche, quelle più veloci (le cosiddette Fast e Ultrafast), e portarsi via i cavi. Perché? Per il rame, ovviamente. Si rivende bene e frutta abbastanza da giustificare il rischio.
Il problema è che non parliamo di una manciata di episodi. Solo a marzo, riferisce La Repubblica, sono più di 200 le colonnine finite nel mirino. E, inevitabilmente, i gestori delle infrastrutture cominciano a tremare. Oltre ai conducenti, sempre più spesso sprovvisti di un posto dove eseguire un “pieno”.
Dove colpiscono e perché
I quartieri presi d’assalto sembrano essere soprattutto l’est e il sud-est della città. Zone larghe, meno controllate, più “facili” per operazioni rapide e notturne. I ladri puntano dritti alle colonnine con i cavi integrati. Quelle più lente, da collegare usando il cavo personale, le ignorano: troppa fatica, troppo poco da guadagnare.
A differenza di altri furti, tale tipologia d’attacco, denunciato anche in Gran Bretagna, va al di là del mero danno materiale. È un colpo al sistema. Ogni colonnina fuori uso è un disagio per decine – o addirittura centinaia – di utenti. E visto che molte aree della Capitale scarseggiano in quanto a stazioni di rifornimento, basta poco per creare il caos.
Gli operatori alzano le mani
Enel X Way, Acea, Plenitude e gli altri gestori hanno iniziato a gridare aiuto: la situazione è fuori controllo. Delle compagnie stanno valutando di rallentare – o sospendere – la riparazione delle strumentazioni vandalizzate. Non ha senso, dicono, ripristinare in fretta se poi dopo pochi giorni tornano a terra, smontate e svuotate.
Nel frattempo, sono al vaglio delle soluzioni. Telecamere di sorveglianza, rinforzi ai materiali, cavi più difficili da tagliare. E Tesla ha sviluppato un metodo all’avanguardia. Insomma, qualcosa si muove. Anche i produttori di colonnine sono stati coinvolti, nella speranza di progettare dispositivi meno vulnerabili. Purtroppo è tutto fuorché un lavoro immediato. Servono tempo, risorse e – soprattutto – una città maggiormente sensibile al fenomeno.
Gli acquirenti dell’auto elettrica lo sanno: la ricarica può sortire disagi. Da qui il sollecito a pianificare, e a realizzare una buona app per individuare la colonnina giusta. Ora, però, oltre agli imprevisti tecnici, ci si mettono pure i ladri, preludio a frustrazione, file, tempi morti. E il timore che, forse, la declamata transizione ecologica, celi delle falle a livello gestionale.
Una domanda scomoda
Di fronte a certi numeri, la domanda va posta: quanto ci crediamo davvero nella mobilità a zero emissioni? Perché se lasciamo che le colonnine vengano smontate come fossero distributori di poco conto, forse la risposta è “meno del necessario”.
Roma, così come l’Italia intera, ha fatto passi avanti, è vero. Ma ora serve una svolta vera. Non bastano gli annunci, le app, le inaugurazioni in pompa magna. La sfida passa da controlli, manutenzione e prevenzione. Altrimenti il rischio è che, mentre si parla di futuro, qualcuno continui a rubarlo. Un cavo alla volta.