Roberto Saviano: “Ho tentato il suicidio ma mi ha salvato una scarica di diarrea, mi sono ca*ato addosso”. La confessione choc

  • Postato il 12 luglio 2025
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  • Di Il Fatto Quotidiano
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“Ho tentato il suicidio ma mi ha salvato una scarica di diarrea”. Sembra un episodio da tragicommedia, invece è un evento realmente accaduto a Roberto Saviano. Non è la prima volta che lo scrittore rivela di soffrire di crisi di panico, un disturbo che per altro in passato lo hanno spinto sull’orlo del suicidio. “Quante volte ho pensato: basta, la chiudo qui. Avevo anche deciso. La risposta del mio corpo fu una scarica di nervi. E sono crollato. Mi ero messo davanti allo specchio. E capii che la soluzione non era quella”, raccontò lo scorso maggio al Corriere della Sera. Ora è tornato a parlare di quei momenti terribili, aggiungendo alcuni dettagli su quella che definì “una scarica di nervi”. Lo ha fatto durante una lunga chiacchierata con Gianluca Gazzoli nel corso dell’ultima puntata del podcast Passa dal BSMT: Saviano riavvolge il nastro dei ricordi e torna indietro a tredici anni fa, esattamente al 2012, in un periodo in cui era sopraffatto dal peso degli eventi, in particolare dal susseguirsi dei processi e degli eventi giudiziari che lo vedevano protagonista.

Lo scrittore si trovava in una caserma e c’era un’arma. A quel punto, in un passaggio di lucida follia pensò di togliersi la vita: “Mi dico: ‘È il momento’”, ha rivelato a Gazzoli. E proprio mentre pensa di farla finita, commette un’azione che forse innesca un cortocircuito mentale: “Faccio una follia, mi chiudo in questa stanza e spezzo la chiave perché dico ‘se mi va male non voglio essere soccorso’. Come mi sto per avviare a fare questa cosa, ho un attacco di panico, di tremore, una scarica… di diarrea”. Ecco che il dramma vira sulla tragicommedia: “Inizio a sentire caldo alle gambe e chiamo degli amici ad un paio di numeri. Dico loro che sto male, ‘dammi una mano’”. A quel punto si innesca la macchina dei soccorsi, poco dopo i soccorritori iniziano a bussare alla porta: “Mi chiamano io dico ‘no, no, no, mi sono sentito malissimo. Cercavano di entrare ma la porta non si apriva, io mi metto a ridere e dico: ‘No, no, ma sono cagato sotto, tutto qua’”. A distanza di anni Saviano riesce a ricordare con ironia quella giornata ma ammette che quello è stato “uno dei momenti più difficili della mia vita. Volevo mettere un punto, una fine”.

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Il Fatto Quotidiano

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