Rob Reiner aveva scritto un film insieme al figlio ora accusato di averlo ucciso: “Il nostro rapporto è migliore, abbiamo tanta strada ancora da fare”
- Postato il 16 dicembre 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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Una stanza d’albergo piena di sangue. Nick Reiner, accusato dalla polizia di Los Angeles di aver ucciso suo padre, il regista Rob Reiner, e sua madre, la fotografa Michele Singer, sgozzandoli presso la loro villa di Brentwood sabato scorso, si sarebbe rifugiato in una stanza d’albergo di Santa Monica. Come scrive Tmz, Nick ha effettuato il check-in al Pierside Santa Monica intorno alle 4 di domenica mattina, usando la propria carta di credito. La sera precedente Nick avrebbe litigato ferocemente con il padre durante un party di Natale organizzato dallo showman Conan O’Brien. ù
E People ricostruisce il rapporto tra padre e figlio anche attraverso un film del 2016, Being Charlie, che i due avevano scritto insieme. “Ci ha costretti a guardare davvero a ciò che l’altro stava attraversando. Il nostro rapporto ora è migliore di prima e ha ancora strada davanti”: queste le parole del regista a proposito del film che parla di un ragazzo alle prese con le dipendenze, un ragazzo la cui vita ricorda quella di Nick, entrato e uscito da almeno 18 centri di riabilitazione.
Nick aveva 14 anni quanto il padre scoprì per la prima volta che faceva uso di sostanze: la decisione fu quella di mandarlo in un centro di riabilitazione. Il regista raccontò in una intervista di avere “esagerato” di avere poi “rimpianto” quella scelta. Lo stesso Nick aveva parlato pubblicamente della sua vita, raccontando alcuni episodi difficili come quando, nel 2018, devastò la dependance della casa dei genitori mentre era sotto l’effetto di droghe pesanti. “Erano molto legati, facevano tutto insieme. Ma non sono mai riusciti a trovare una stabilità per Nick. Hanno provato tutto, tenerlo vicino, lasciargli spazio, ma le sue difficoltà erano troppo profonde. È l’incubo peggiore per qualsiasi genitore”, le parole di una fonte a People.
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