Rimborso autostrade 2026: come funziona, chi ne ha diritto e quando

  • Postato il 10 novembre 2025
  • Di Panorama
  • 11 Visualizzazioni

Bloccati in autostrada nel traffico per cantieri e lavori prolungati? Dal 2026 si verrà rimborsati, non per il tempo perso, ma almeno per il servizio non ricevuto, quindi per il pedaggio. Dopo l’annuncio è arrivata la proposta dell’Autorità di regolazione dei trasporti che introduce un sistema di restituzione automatica del pedaggio, quando la qualità del servizio scende sotto livelli accettabili. L’idea è semplice: se un tratto autostradale è penalizzato da lavori o blocchi prolungati, il pedaggio dovrà essere restituito al viaggiatore, in parte o totalmente. Dietro c’è un meccanismo molto preciso, regolato da criteri e diverse soglie temporali, che entrerà in vigore gradualmente a partire dal 1 aprile 2026.

Come funziona il rimborso del pedaggio autostradale 2026

Il nuovo sistema si basa su un principio di proporzionalità: più il viaggio è compromesso, maggiore sarà la restituzione. L’Autorità ha definito sette parametri che determinano il diritto al rimborso: la lunghezza della tratta, la tipologia di restringimento, il numero di corsie occupate, l’eventuale obbligo di percorrere la carreggiata opposta, la chiusura della corsia d’emergenza, la riduzione della velocità e i tempi di percorrenza effettivi. Per i tragitti fino a 30 chilometri, la sola presenza di un cantiere sarà sufficiente per ottenere il rimborso, senza dover dimostrare un ritardo minimo. Tra 30 e 50 chilometri, il diritto scatterà solo se il ritardo supera i 10 minuti, mentre oltre i 50 chilometri la soglia sale a 15 minuti.
Il calcolo dei rimborsi sarà effettuato dai concessionari autostradali, ma sulla base di formule standard predisposte dall’Autorità di regolazione dei trasporti. In pratica, ogni tratto verrà valutato con una sorta di “indice di disagio” che tradurrà la gravità della situazione in una percentuale del pedaggio da restituire. Nel caso di code o blocchi totali, sono previste soglie precise: 50% del pedaggio per blocchi compresi tra 120 e 179 minuti; 75% tra 180 e 239 minuti; 100%, cioè rimborso totale, se il traffico è fermo per più di quattro ore.
Attenzione: sono però escluse dal beneficio le situazioni dovute a eventi eccezionali, come frane, alluvioni o terremoti e gli interventi programmati che siano stati segnalati in anticipo agli automobilisti.

Rimborsi pedaggi autostradali 2026: chi riceverà i soldi e come

Il rimborso sarà gestito interamente in forma digitale. Gli utenti registrati sulle app di telepedaggio o sull’app Unica riceveranno la somma in automatico, accreditata sulla carta di pagamento o sul conto bancario utilizzato per il pedaggio. Per chi non è registrato, i concessionari dovranno attivare un canale telematico specifico, con la possibilità di inoltrare la richiesta manualmente. In contemporanea arriva anche maggiore trasparenza: i concessionari dovranno rendere pubbliche le informazioni sui tempi medi di percorrenza, la localizzazione dei cantieri e persino la distribuzione delle colonnine elettriche e dei punti di rifornimento, per consentire agli automobilisti di pianificare meglio i propri spostamenti.
Il sistema, se approvato in via definitiva, entrerà in funzione dal 1 aprile 2026 per i viaggi all’interno della stessa concessione. Per i tragitti che coinvolgono più concessionarie, l’avvio è previsto entro agosto 2026, per consentire l’allineamento dei sistemi informatici.
C’è però un aspetto meno visibile, ma cruciale. Il rimborso non sarà un risarcimento a carico esclusivo dei concessionari. La norma consente loro di recuperare gradualmente parte dei costi attraverso aumenti futuri dei pedaggi, fino al 100% nel primo anno, e decrescenti fino al 20% dopo cinque anni. In altre parole, l’impatto economico complessivo del nuovo sistema potrà riflettersi, almeno in parte, sulle tariffe future. Su questo aspetto e sui troppi vincoli si concentrano le critiche delle associazioni dei consumatori.

Autore
Panorama

Potrebbero anche piacerti