Aspettando la Grande Brera, la Brera di Crespi suona un po’ più pop

  • Postato il 13 luglio 2024
  • Di Il Foglio
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Aspettando la Grande Brera, la Brera di Crespi suona un po’ più pop

I numeri vanno benone, i visitatori erano 397 mila nel 2022 e arriveranno a 500 mila entro fine anno. Perché il 7 dicembre aprirà ufficialmente Palazzo Citterio (“Sono passati 52 anni e 39 governi, un grande impegno”, dice con un eccesso di grandeur il direttore di Brera Angelo Crespi: il merito non è esclusivo del governo in carica) e nascerà finalmente la Grande Brera. Intanto Palazzo Citterio ha già iniziato a dare una mano: la mostra gratuita “Swarovski - Masters of light from Vienna to Milan” ha insegnato a più di 20 mila visitatori la strada del nuovo museo che ospiterà le collezioni di arte moderna Jesi e Vitali, e la strada dello splendido giardino che collegherà Citterio alla Pinacoteca. Un tocco assai pop, Swarovski (del resto a Palazzo Reale vanno in mostra Dolce&Gabbana), ma nella visione di Crespi la prima cosa da fare è aumentare non solo i biglietti ma l’attenzione per un complesso (non solo) museale di prima grandezza, ma ancora poco visibile. E a richiamare pubblico, “aspettando la Grande Brera”, ecco allora un altro segnale che allude al grande pubblico: il concerto, il 18 luglio nel Cortile d’Onore di Brera del compositore premio Oscar Nicola Piovani; mentre la sera del 25 luglio in scena ci sarà la pianista Beatrice Rana.

Lunedì il direttore Crespi, in compagnia del sottosegretario alla Cultura Gianmarco Mazzi, ha fatto il punto sul count-down per Citterio – la mattina della Prima della Scala, il connubio con la musica promette sviluppi – e per parlare della sua visione di Brera: fare sintesi di tante eccellenze, oggi ancora un po’ parziali, che compongono Brera: la Pinacoteca, la Braidense, l’Orto botanico, l’Osservatorio astronomico e anche la Mediateca di Santa Teresa in via Moscova, per quanto il senso di una mediateca, oggi, vada molto ripensato. “Contando i passaggi dei visitatori, grazie alle telecamere, ci siamo accorti che il totale mensile della Grande Brera raggiunge un milione di passaggi. In un anno ipotizziamo che saranno circa 10 milioni”, dice Crespi. Serve consapevolezza di questa sottovalutata centralità di un quartiere-quadrante culturale che è una assoluta peculiarità in una metropoli come Milano. Serve il restyling del marchio, una nuova comunicazione, arriveranno podcast e altro ancora. Serve la collaborazione e “il buon vicinato con tutti”, dalle istituzioni all’Accademia, agli Amici di Brera. Intanto, musica maestro.

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Autore
Il Foglio

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