“Riconosci qualcuno in queste foto di sette persone morte?”. Il post della cugina di Katy Skerl e i nuovi inquietanti scenari sul mistero della ragazza scomparsa nel 1984

  • Postato il 25 giugno 2025
  • Crime
  • Di Il Fatto Quotidiano
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21 gennaio 1984: una ragazza va via da una festa e scompare. Verrà ritrovata strangolata in una vigna alle porte di Roma. È la storia di Katy Skerl, la ragazzina in salopette col pugno chiuso e la fascetta, così come consacrata in uno scatto che le fu fatto a un comizio di Enrico Berlinguer. Perché di retroscena politici ce ne sono tanti nel suo mistero che ha intrecciato anche le scomparse di Mirella Gregori ed Emanuela Orlandi. Ma sono emersi nuovi e inquietanti scenari dopo un enigmatico appello di una sua cugina.

“Riconoscete qualcuno?”
Laura Mattei, la cugina di Katy, in queste ore sta infatti svolgendo una ricerca senza precedenti, per dare giustizia a Katy. “Riconosci qualcuno in queste foto di sette persone morte? Grazie”, ha scritto Laura Mattei in un post su Facebook, al quale ha allegato un collage fotografico che racchiude sette volti o figure intere, quattro giovani uomini e tre donne. Poche parole a margine delle foto: “Mia cugina Ketty – precisa Laura Mattei che la chiama così e non Katy – è un omicidio irrisolto da 41 anni e la sua bara è stata rubata dal cimitero Verano di Roma. Per favore, se riconoscete qualcuno nelle foto qui riprodotte, tutte persone ormai non più in vita, scrivetemelo nei commenti qui al post originale, non sulle condivisioni, altrimenti non potrò leggere, o in privato. Spero di potervi spiegare presto, nel frattempo grazie anche per condividere. Per me è molto importante”. Perché nelle sette foto ci sono soltanto immagini di persone decedute? Cosa hanno in comune? A un primo impatto sembrano tutti ragazzi degli anni ’70 e ’80.

Katy
Quella di Katy è una storia con molti lati oscuri. Quel sabato, l’ultimo per lei, va via da una festa in via Cartesio, a San Basilio, quartiere di Roma, per raggiungere una sua amica dall’altra parte della città prima in bus e poi in metro, fino alla fermata Lucio Sestio. Le due ragazze il giorno dopo avrebbero dovuto raggiungere la località di Campo Felice per sciare ma Katy sulla Tuscolana non ci arriverà mai. Katy non è una ragazza come tante. Frequenta il liceo artistico e milita nei Giovani Comunisti. Suo padre Peter Skerl è un controverso regista apolide nato in Serbia. Katy è nata in Svezia ma vive con sua madre Elisa Bartolomei e suo fratello Alexander a Roma, nel quartiere Talenti. Quando Katy scompare, suo padre vive negli States dove pare sia deceduto nel 2020 ma la sua morte così come la sua vita sono da sempre avvolte nello stesso oscuro mistero che pervade i suoi film. Katy ha un ragazzo, Francesco che era con lei a quella festa dove lui però rimane quella sera. Quella stessa notte, a casa di lui arriva una telefonata, dall’altra parte c’è una ragazza che invoca aiuto. Da lì a poche la Skerl verrà ritrovata senza vita da un contadino nella sua vigna di Grottaferrata. Katy è stata strangolata col fil di ferro. Non è stata abusata ma strangolata e poi soffocata nel fango. Come ci sia arrivata lì e perché resta ancora un mistero.

Scomparsa due volte

Dopo i funerali il 26 gennaio, nella chiesa di Santa Immacolata a Roma, Katy viene sepolta al Verano, in seconda fila: al numero 84 del riquadro 115. Ma oggi non si trova più lì. Come ha accennato anche sua cugina, la sua bara è stata trafugata e quel loculo adesso è vuoto. Ed è qui che si insinua il collegamento con il caso della scomparsa di Emanuela Orlandi. Il fotografo e criminale romano Marco Fassoni Accetti autoaccusatosi del rapimento della cittadina vaticana, nel 2015 dà la notizia del furto della bara di Katy al Verano. Lo annuncia sul suo blog in un post dal titolo: “Cenotafio, una eventuale tomba vuota”. Ma è solo nel luglio del 2022 che si scopre che dal cimitero monumentale di Roma mancano i resti di Katy perché Accetti (noto per essersi autoaccusato di diversi crimini) non viene creduto per sette anni dagli inquirenti. Oltretutto nel 1984, quando il brutale omicidio di Katy viene compiuto, Accetti si trova in carcere per l’omicidio del piccolo Josè Garramon, figlio di un diplomatico delle Nazioni Unite uruguayano. Adesso c’è un’inchiesta per occultamento di cadavere, aperta dal magistrato Erminio Amelio e le indagini (e i relativi interrogatori) sono ancora in corso. In tempi recenti, sono stati fatti nuovi accertamenti anche al Verano, dopo l’ulteriore ritrovamento di una scritta su una stele e di tre oggetti-codice dietro una statua, che sembrano rimandare a una macabra sciarada. E adesso le sette foto di persone defunte postate dalla cugina che nel 2022 aveva già chiesto la riapertura delle indagini su Katy.

La strage di via Fani
Oltre alle piste già battute e conosciute sul delitto irrisolto di Katy Skerl, ce n’è una terza poco sondata e che ben si incastra nella sua storia familiare, segnata da una forte militanza politica. La sua nonna paterna Eleonora Skerl era stata testimone oculare del rapimento di Aldo Moro e della strage di via Fani. Per questo fu interrogata più volte dalla Digos. In questo scenario, il delitto della nipote potrebbe essere stata una ritorsione, un messaggio verso chi sapeva qualcosa di uno dei più grandi misteri della storia d’Italia. Ma è solo un’altra ipotesi. Tutto quel che resta di Katy è una maniglia a forma di angelo ritrovata dagli inquirenti nella sua bara.

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Il Fatto Quotidiano

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