Riciclaggio, non solo boss, per Liseno amici vip: da Farina a Letta

  • Postato il 15 luglio 2025
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Riciclaggio, non solo boss, per Liseno amici vip: da Farina a Letta

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Inchiesta sul riciclaggio di denaro dei clan; Non solo boss, per Liseno amici vip: dal giornalista Farina a Letta. L’ex giornalista-007 chiese un prestito dopo l’interessamento per un credito Siae


POTENZA – Sapeva come arrivare ai più alti livelli delle istituzioni l’imprenditore lucano Antonio Liseno. Grazie anche ad amicizie vip come quella dell’ex giornalista-007 Renato Farina, che a un certo punto lo avrebbe introdotto all’ex sottosegretario Gianni Letta.

E’ quanto emerge da un clamoroso risvolto dell’inchiesta per cui l’imprenditore di Lavello è finito in carcere all’inizio del mese dopo 7 anni di accertamenti a tappeto sul vorticoso giro di denaro attorno alle sue attività. Accertamenti che hanno convinto i pm dell’Antimafia lucana, e il gip che ha disposto gli arresti, che nel cantiere del suo San Barbato Resort siano stati ripuliti soldi sporchi. In particolare una decina di milioni di euro provento dei colpi messi a segno in mezza Italia da una banda di rapinatori della vicina Cerignola. Come pure che ai vertici del gruppo Liseno esistesse una vera e propria associazione a delinquere capace di evadere 180 milioni di euro di Iva sulla compravendita di telefonini.

I RAPPORTI TRA LISENO E L’EX VICEDIRETTORE FARINA

Ad accendere i riflettori degli investigatori sul rapporto tra l’imprenditore lucano e l’ex vicedirettore di Libero è stata una telefonata di qualche giorno precedente alle elezioni regionali del 2019. Quando Farina gli ha annunciato una possibile visita in Basilicata di Letta per festeggiare l’elezione a governatore di un lettiano come Vito Bardi, già comandante generale in seconda della Guardia di finanza.
L’ex giornalista, radiato per i soldi incassati dal servizio segreto militare guidato da un altro generale delle Finanza di indubbia fede berlusconiana, Nicolò Pollari, è stato intercettato in più occasioni con Liseno.
Qualche mese prima, infatti, l’imprenditore lucano si era rivolto a lui per fare arrivare un invito a Letta per l’inaugurazione del San Barbato.

A poche ore dall’apertura delle urne per le elezioni regionali, però, i pensieri del manager erano rivolti a un problemino con la Siae della sua Sg spa, del valore di alcuni milioni di euro.
Alla Società Italiana degli Autori e degli Editori, infatti, viene riconosciuto un compenso sulla vendita di qualunque dispositivo di registrazione per remunerare gli autori di opere protette da diritti dalla possibilità di riproduzioni “a suo privato”. Inclusi gli smartphone che Liseno distribuisce anche alle principali catene di negozi di elettronica. Poiché la Sg spa dichiarava di aver ceduto all’estero una parte importante dei suoi smartphone, però, a bilancio era stato iscritto un credito per i rimborsi che la Siae avrebbe dovuto riconoscerle. Di qui l’esigenza di andare all’incasso. Anche per evitare, a detta di Liseno, domande sconvenienti di revisori e istituti di credito.

L’INSISTENZA CON FARINA E L’AVVICINAMENTO A LETTA

In un’annotazione al Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza di Potenza si legge che il manager si sarebbe fatto più insistente con Farina a ottobre 2019. «Lo invita dapprima a visitare il San Barbato Resort spa & golf di Lavello – scrivono i finanzieri – e subito aggiunge “onorevole l’ho chiamata perché… dobbiamo fare la stessa cosa delle altre volte (…) vogliamo andare assieme così me lo fa conoscere. O provvede lei? (…) è molto importante… un suo intervento… perché è una cifra abbastanza importante”.»
A svelare l’identità del nume invocato da Liseno, quindi, sarebbe stato il giorno successivo l’ex agente segreto “Betulla” spiegandogli di aver parlato «con Gianni Letta» e rassicurandolo che «lo fa subito».

Le interlocuzioni sul tema risulta che siano andate avanti per tutte le settimane successive, tra commenti di biasimo dell’imprenditore per un non meglio precisato dirigente della Siae («Una testa di rapa (…) sembra veramente il Gesù Cristo sceso sulla Terra»), e rassicurazioni di Farina, già deputato berlusconiano del Popolo della libertà tra il 2008 e il 2013 («Io stasera sento ancora Letta e gli abbiamo detto “sembra che la colpa sia di avere molti clienti e molte fatture”.»)

I RINGRAZIAMENTI A LETTA

Poi, a fine novembre 2019, sarebbe arrivato un pagamento di «una tranche di euro 850.000» dalla Siae. E quando Liseno ha informato l’ex giornalista si sarebbe sentito rispondere di una misteriosa «fattura» e di «difficoltà economiche per le quali vorrebbe chiedere un prestito all’imprenditore».
Nei giorni successivi, sempre a telefono, Farina avrebbe indicato anche l’ammontare del prestito richiesto: «euro 50.000 da restituire a Natale». Al ché Liseno avrebbe chiesto «un paio di giorni per vedere come risolvere la questione», e la settimana successiva lo avrebbe raggiunto a Roma.
Nell’occasione i due sarebbero andati insieme da Letta, e in un’ulteriore intercettazioni sono stati registrati i ringraziamenti di Liseno all’ex parlamentare «per averlo fatto colloquiare con “il presidente”».

LA QUESTIONE DELLA SIAE

Nei mesi successivi, quindi, l’allora procuratore capo di Potenza, Francesco Curcio, avrebbe chiesto i tabulati telefonici di Farina per ricostruire “la rete, la frequenza e l’intensità dei rapporti che collegano Farina (…) ad altri soggetti in grado di influenzare la liquidazione di rimborsi dei diritti Siae».
A novembre 2020, poi, sono scattate le perquisizioni negli uffici di Liseno e della stessa Siae, società vigilata da Palazzo Chigi e Ministero della Cultura, per recuperare «ogni atto utile a verificare i presunti crediti vantati, relativi agli anni dal 2014 al 2019, dalla Sg spa verso la Siae per i cosiddetti compensi “per copia privata”».

Quale sia l’ammontare dei crediti in questione, pari a circa 22milioni di euro, si legge in un’ultima informativa al riguardo depositata depositata nel fascicolo dei pm potentini su Liseno & co a febbraio 2024. Nella medesima informativa, però, si dà conto del fatto che i relativi pagamenti sono stati sospesi, nel 2022, in ragione dell’inchiesta in corso.
Ove fosse confermata l’accusa relativa alla maxi frode sull’Iva per la compravendita dei medesimi telefonini, infatti, si tratterebbe di soldi non dovuti.
Farina e l’avvocato Antonio Carretta, che assiste Liseno, non hanno rilasciato dichiarazioni.

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