Riccardo Piatti: “So perché Sinner mi ha lasciato. Quando lo allenavo mi ricordava Djokovic in un aspetto”
- Postato il 3 aprile 2025
- Tennis
- Di Il Fatto Quotidiano
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“Io credo davvero che quest’anno possa fare il Grande Slam“. Riccardo Piatti ha fiducia totale in Jannik Sinner. L’allenatore che ha plasmato l’altoatesino ha sofferto il loro divorzio sportivo, ma dopo circa 3 anni lo ha elaborato ed è tornato a forgiare nuovi talenti del tennis mondiale. In un’intervista concessa al Corriere della Sera, il coach ha parlato del suo Piatti Tennis Center che oggi è la casa dei migliori Under 12 d’Italia, ma anche del suo rapporto con Jannik Sinner e i motivi per cui si sono allontanati.
“L’obiettivo è formare giocatori da top 10. Ho qui prospetti interessanti: il sardo Carboni, l’indiano Dhamne, un classe 2007 che ha appena vinto un challenger in Tunisia, il francese Debru e non solo”, ha dichiarato Piatti che dopo aver allenato il numero uno al mondo ha ammesso di essersi trovato un po’ spaesato: “Quando ho finito con Jannik ammetto di aver avuto qualche mese di stordimento, poi sono andato verso quello che piace a me: insegnare tennis. Ed è ciò che faccio al Piatti Tennis Center“.
Di talenti ne ha visti eccome, ma al momento di giocatori capaci di ostacolare il percorso di Sinner se ne vedono pochi. Piatti però ha cercato di inquadrare i papabili rivali dell’azzurro: “Alcaraz lo insegue, ha già 4 Slam, è solo del 2003, si sta costruendo vita e carriera. Arriverà anche la maturità. In generale c’è un cambio generazionale in atto. – ha ammesso il coach – Joao Fonseca, a 18 anni, ha giocato solo 33 match Atp. Io a Jannik dicevo che doveva farne 150 prima di poter aspirare al salto di qualità. Lui aveva fretta: al 139esimo è diventato numero 9 del mondo. Diamo tempo a Fonseca, riparliamone quando arriva a quota 80 partite. Poi c’è Mensik che ha già vinto a Miami. Lo trovo interessante. Comunque devo dire che non conosco la motivazione di questi talenti, ma conoscevo bene quella di Jannik: mi ricordava molto Novak Djokovic“.
E le motivazioni di Sinner saranno tantissime quando tornerà in campo agi Internazionali d’Italia, in programma a Roma dal 7 al 18 maggio, dopo la sospensione per il caso Clostebol: “Ci arriverà subito forte. La sospensione gli ha allungato la vita: arriverà a fine stagione fresco. Lui tornerà carico e motivato. Lo è sempre stato. Sa perfettamente dove vuole andare”. Una mentalità impressionante da campione assoluto. Ma non quello che è rimasto più impresso nella memoria di Piatti: “Tra tutti i top player che ho allenato Maria Sharapova è quella che mi impressionò maggiormente. Grande atleta e grande donna”.
Tornando sulla separazione dall’altoatesino: “Tutti ricordano il match con Daniel, a Melbourne, nel gennaio 2022, quando ha detto: ‘stai calmo, ca**o’. Ce l’aveva con me per cose di campo, era già successo altre volte: è normale dinamica tra coach e giocatore. Non è quello il problema. Ho sempre voluto che Jannik diventasse indipendente, sapevo che un giorno se ne sarebbe andato. Ma con lui dovevo essere l’allenatore rigoroso, a volte rigido: era il mio ruolo. Ma per Jannik a un certo punto è stato troppo. L’ho preso a 13 anni, se n’è andato a 20. In quel momento, sentivo di dover fare così“.
Ma Sinner pubblicamente non l’ha mai più nominato. Per Piatti però non si tratta d’irriconoscenza: “Conosco lui, conosco i giocatori. Come sono fatti e come ragionano. Guardano sempre avanti, mai indietro. Il tennis è uno sport in cui l’ego è molto presente“. Al futuro però l’altoatesino dovrà guardare. Al termine della stagione si separerà dal suo attuale coach Darren Cahill. E allora Piatti ha un suggerimento in merito al suo successore: “Vedrei bene Carlos Moya. È stato numero 1, conosce il circuito. Umanamente è un’ottima persona, come Darren. Poi c’è Renzo Furlan, ora che ha smesso con Paolini, è libero. Ljubicic è anche molto valido”.
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