Ribaltone a Cervinia, antifascisti spernacchiati: compagni, che figuraccia...

  • Postato il 1 dicembre 2023
  • Di Libero Quotidiano
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Ribaltone a Cervinia, antifascisti spernacchiati: compagni, che figuraccia...

Compagni, abbiamo scherzato. Gli antifascisti di montagna indietreggiano. Ci arriviamo subito. Bei tempi quando in montagna ci si limitava allo scippo delle località più rinomate. Cortina è stata sottratta al Veneto svariate volte, e sempre dal Trentino. Appropriazioni indebite e gaffe, la più celebre è del 2009: una squadra di pubblicitari partorì il manifesto “Cortina the queen”, la “regina”, per lanciare i Mondiali di sci 2015 nella perla della Dolomiti, e peccato che usarono le foto di Madonna di Campiglio, che è splendida però è in provincia di Trento.

«L'abbiamo fatto apposta per dare un respiro più ampio alla nostra candidatura», tentarono di giustificarsi i cervelloni. In Veneto si dice “pèzo el tacòn del buso”, peggio la toppa del buco. Tutto sommato tempi sereni, dicevamo. Ora c'è l'antifascismo d'alta quota, quello che tenta di cambiare il nome alle montagne più conosciute dai turisti perché il nome risale al Ventennio. Così succede che il governatore della Valle d'Aosta Renzo Testolin- autonomista a capo di una giunta che guarda a sinistra- vuole cancellare il nome Cervinia per tenere solo quello di Le Breuil (oggi sui documenti ufficiali c'è scritto Le Breuil-Cervinia), poi il centrodestra scatena il putiferio perché oltre a cancellare la storia la Regione rischia di perdere un sacco di visitatori soprattutto stranieri, e quindi notizia delle ultime ore lo stesso Testolin capisce che è il caso di fare dietrofront.

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ccolo, il presidente: «In un incontro che ho avuto oggi con l'amministrazione comunale di Valtournenche (di cui Cervinia è frazione, ndr), in particolare col sindaco e un assessore, si è convenuto come la Regione si rende disponibile fin da subito a lavorare per ogni valutazione utile ad accogliere la richiesta». Il sindaco si chiama Elisa Cicco: «Ho incontrato il presidente Testolin per cercare una soluzione. Al termine del confronto abbiamo deciso di avviare l'iter per la modifica del toponimo. Il Comune invierà la richiesta all'amministrazione regionale». Caso chiuso? Per niente. Primo perché l'ardita impresa, c'è da giurarci, prima o poi verrà replicata in qualche altra località guidata da qualche amministratore in cerca di gloria. Secondo perché la ragione pare che abbia avuto la meglio, sì, ma la polemica ormai è divampata.

 

 

Su Twitter è intervenuto il ministro del Turismo, Daniela Santanchè: «Ma siete matti? Ripensateci! Sapete quanto tempo ci vuole a costruire una brand reputation?». Poi il vicepresidente della Camera Fabio Rampelli (Fdi): «La decisione di togliere la denominazione italiana lasciando solo quella francese è incostituzionale e tradisce uno spirito anti-italiano che evidentemente viene insufflato da quelle parti». È il turno del collega di partito Alessandro Amorese, che a Montecitorio, negli stessi minuti in cui in Valle d'Aosta lo spirito antifascista batteva in ritirata, è sbottato: «Siamo davanti a una decisione sciagurata, tutto ciò per una cancel culture che ci opprime, che ci vuole sottomettere culturalmente. In queste ore, a Cesena, c'è un convegno patrocinato dall'Ue su un surreale “patrimonio dissonante” che vuole colpire la nostra architettura».

 

 

RABBIA E IRONIA
Il deputato Alessandro Urzì, bolzanino sempre di Fdi, ha rincarato la dose: «È una furia ideologica che trova eguali sono nell'opera di rimozione dell'identità storica concepita dai talebani». Nella disputa anche l'ex sindaco, Jean Antoine Maquignaz, che però difende la Regione: «Tutto è nato per una ricognizione dei toponimi storici: quello storico è Breuil e nella ratio di legge nella cartellonistica bisognava inserire questo. L'amministrazione però sta lavorando perché resti anche Cervinia». Troppa grazia. Residenti, albergatori e negozianti ringraziano. Attenzione. Irrompe il conduttore Piero Chiambretti, aostano: «L'abbiamo sempre chiamata Cervinia, perché dovremmo chiamarla in un altro modo? Al limite che la chiamino Bardonecchia, così facciamo una confusione enorme». Cervinia è salva. E forse sulle piste da sci si potrà indossare anche la tuta nera.

 

 

 

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Libero Quotidiano

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