Renault, l’ad François Provost: “La sfida cinese va accettata. E all’UE chiediamo regole realistiche”

  • Postato il 9 settembre 2025
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  • Di Il Fatto Quotidiano
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Al Salone di Monaco 2025, François Provost si è presentato ufficialmente come nuovo numero uno del Gruppo Renault. Succeduto a Luca de Meo, che ha lasciato l’incarico il 31 luglio 2025, Provost non si è limitato ai convenevoli: le sue dichiarazioni hanno sottolineato con fermezza la volontà di proseguire il lavoro del predecessore, mantenendo intatta la rotta strategica della Renaulution: “La strategia impostata da Luca de Meo ha dimostrato la sua validità e va portata avanti con convinzione, accelerando dove necessario”, ha dichiarato. Il top manager, forte di una lunga esperienza interna al gruppo e di un profilo internazionale consolidato (è stato responsabile delle operazioni in Asia e poi a capo dell’area acquisti), si è detto pronto a guidare Renault verso la prossima fase del suo rilancio.

In che modo si differenzierà il suo mandato rispetto a quello di Luca de Meo?

“Non si tratta di differenziarsi. Il mio compito è garantire continuità e solidità al piano “Renaulution”, con i dovuti correttivi dettati dall’evolversi delle situazioni. La trasformazione del gruppo è ancora in corso: il nostro focus resta sul valore, sull’innovazione sostenibile e sulla semplificazione del portafoglio prodotti”

La strategia di prodotto resterà al centro delle priorità?

“Assolutamente sì, il prodotto è il cuore della nostra identità e noi in Europa abbiamo una line-up completa e competitiva. Continueremo a puntare su modelli iconici come questa nuova Clio, che riprende l’eredità del marchio, ma con tecnologie all’avanguardia come il full hybrid. La nostra forza sarà un’offerta accessibile, emozionale e sostenibile”

Si parla molto di elettrificazione che va a rilento. Qual è il prossimo passo concreto per Renault?

“Mi preoccupo di quello che posso controllare. La nostra piattaforma AmpR è pronta per nuove generazioni di veicoli elettrici. Ma elettrificare non basta: serve efficienza industriale. Stiamo lavorando a ridurre i costi delle batterie del 40% entro il 2027, perché i listini delle elettriche sono troppo alti e la gente non può permettersele. È fondamentale per restare competitivi in Europa e nei mercati emergenti. Poi c’è la parte che riguarda le infrastrutture, tempi e costi di ricarica, come pure i regolamenti: lì la politica deve prendersi le sue responsabilità”

Alla fine di questa settimana i costruttori incontreranno la Commissione Europea. Cosa direte a Bruxelles?

“Gli chiederemo un bilanciamento più giusto tra esigenze economiche, ambientali e occupazionali. E non dobbiamo focalizzarci solo sul 2035. Vede, quello europeo è l’unico mercato dell’auto a non essere tornato ai livelli pre-covid. E sa perché? Perché ci sono troppi regolamenti stringenti e scollati dalla realtà, e rispettarli tutti fa lievitare i prezzi delle auto. Noi chiederemo regole più realistiche, che oltretutto serviranno ad accelerare la decarbonizzazione

A proposito di competitività, i cinesi sembrano essere ossi duri…

“Si, ma noi dobbiamo accettare la competizione. Soprattutto su design e qualità. Certo, loro sono in vantaggio con le batterie, e noi ne avremo una su ogni nostro modello a partire dal prossimo anno. Poi c’è il time to market: siamo gli unici costruttori europei a poter realizzare un nuovo modello in 24 mesi, e questo è importante”

Quale ruolo avranno le sinergie con altri partner, in particolare Nissan e Geely?

“Le alleanze restano uno dei nostri asset più importanti. Con Nissan c’è una nuova fase di collaborazione basata su progetti concreti, equilibrati. Insomma, ci aiutiamo dove possiamo. Con Geely, Ampere e Horse saranno i pilastri per affrontare insieme la transizione energetica. Lavorare con partner globali ci consente di essere più agili e competitivi”

Cosa ci dice riguardo all’evoluzione internazionale del gruppo? Resterà focalizzata sull’Europa?

“L’Europa è il nostro cuore industriale e tecnologico, ma la crescita si giocherà anche altrove. In India, Sud America e nel sud-est asiatico vediamo grandi opportunità. Dacia, ad esempio, è un marchio in forte espansione, capace di coniugare accessibilità e robustezza. L’obiettivo è rafforzare la nostra presenza globale con un’offerta su misura per ogni mercato”.

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