IAA Mobility 2025, l’invasione cinese può cambiare gli equilibri del mercato auto europeo
- Postato il 9 settembre 2025
- Fatti A Motore
- Di Il Fatto Quotidiano
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“È Europa contro Cina”. Così la Reuters ha sintetizzato lo spirito dell’IAA Mobility di Monaco 2025, che quest’anno si trasforma in un vero banco di prova per l’ondata di costruttori cinesi. Non più comprimari, ma attori ormai prossimi al centro della scena, capaci di erodere quote di mercato con strategie aggressive, tecnologia avanzata e prezzi difficili da contrastare: nei primi sette mesi del 2025 la loro quota in Europa è salita al 4,8%.
A guidare la pattuglia è BYD, leader assoluto a quota 84.000 immatricolazioni (+290% rispetto al 2024), che porta in anteprima mondiale la Seal 6 DM-i Touring (nella foto di apertura), una station wagon ibrida plug-in con un’autonomia combinata dichiarata fino a 1.505 km. Non è soltanto un debutto di prodotto, ma una dimostrazione di forza: il marchio inaugura la “BYD Oasis” alla Wappenhalle e colonizza il centro di Monaco con due hub. All’Odeonsplatz trovano spazio la gamma Denza con Z9 GT e D9, insieme a Dolphin Surf, Atto 2 e Sealion 7. Al Königsplatz, invece, il colpo di teatro: la ricarica flash da 1 MW, che promette di restituire 400 km di autonomia in appena cinque minuti, e la possibilità di provare su strada l’intera gamma elettrica e Super Hybrid. È la sintesi del metodo BYD: integrazione verticale totale – batterie, motori, software – che riduce i costi, accelera i tempi e massimizza il controllo sul prodotto.
Accanto a BYD c’è XPeng, che a Monaco presenta la nuova P7. Qui l’accento è tutto sull’intelligenza artificiale. Lo stand ruota attorno all’“AI Tech Tree”, piattaforma che mette insieme cockpit intelligente, guida autonoma e servizi cloud. I chip Turing, cuore elettronico delle vetture, offrono fino a 750 TOPS di potenza computazionale: numeri che permettono funzioni di livello 3, sorpassi assistiti e perfino realtà aumentata proiettata sul parabrezza. È un esempio lampante del vantaggio cinese: la capacità di trasformare in serie soluzioni tecnologiche che in Europa sono ancora allo stadio di prototipo.
Leapmotor, sostenuta da Stellantis, punta su due carte. Il SUV B10, già sbarcato nei porti europei, e la compatta B05, rivale diretta della Volkswagen ID.3. Disegnata con un occhio al gusto occidentale, la Lafa 5 promette ADAS evoluti, sensori e telecamere di ultima generazione. In Cina può montare anche un LiDAR, che in Europa potrebbe sparire per contenere i costi. È la logica dei cinesi: adattare il prodotto al mercato e sfruttare le leve che hanno – economie di scala, partnership industriali, costo del lavoro competitivo – per presentarsi come alternative credibili e aggressive.
GAC porta a Monaco l’Aion UT, una hatchback inedita, e conferma l’arrivo dell’Aion V. Due modelli che segnano la volontà di maturare anche sul piano stilistico, con linee pensate per il pubblico europeo e interni centrati sul software di bordo.
Hongqi, marchio storico di FAW e un tempo riservato ai vertici dello Stato cinese, arriva con i SUV EHS5, EHS7 ed EHS9. Lusso, tecnologia e quell’aura istituzionale che ancora accompagna il brand, capace di incuriosire proprio perché porta con sé un pezzo di storia politica della Cina.
Chiude la pattuglia Chery, che a Monaco completa la propria offensiva con i marchi Omoda e Jaecoo. In mostra l’Omoda 5 BEV e le versioni plug-in hybrid Omoda 7 e 9, accanto alle Jaecoo 5 BEV e 7 PHEV. Non solo esposizione: all’IAA sarà possibile provare su strada l’Omoda 5 BEV e le Super Hybrid Jaecoo 7 e Omoda 9. Il crossover Omoda 7 sfoggia linee tese, luci ritmiche intelligenti e un abitacolo dominato da uno schermo mobile da 15,6 pollici con comandi vocali a quattro zone, mentre la Jaecoo 5, già mostrata al MiMo di Milano, debutta nelle concessionarie italiane a settembre con tre motorizzazioni – benzina, ibrida e 100% elettrica – e dettagli pratici come il tetto panoramico e ben 35 vani portaoggetti.
C’è un filo rosso che lega tutti questi marchi: il sostegno diretto o indiretto dello Stato cinese, che spesso figura tra gli azionisti o garantisce infrastrutture e capitali. Un aiuto che, insieme a economie di scala imponenti e a un costo del lavoro sensibilmente più basso, permette di abbassare i prezzi e accelerare la penetrazione dei mercati esteri senza rinunciare alla tecnologia.
In più, rispetto alle rivali europee, le cinesi portano sul mercato intelligenza artificiale integrata, autonomie elevate e un ritmo di innovazione vertiginoso. In meno, pagano una rete post-vendita ancora embrionale e un software che agli occhi del pubblico occidentale può sembrare acerbo. Ma il messaggio è chiaro: Monaco 2025 segna l’inizio di una nuova fase. La via della seta dell’elettrico non è più una suggestione, ma una realtà concreta che percorre le strade d’Europa.
E c’è anche un dettaglio non da poco: la marea di nomi nuovi (Sealion, Denza, Deepal, etc.)che rischia di lasciare spaesati i visitatori. Perché se è vero che la sfida è soprattutto tecnologica e commerciale, la prima barriera da superare potrebbe essere, semplicemente, quella di ricordare i nomi di queste auto.
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