Renault Espace e Symbioz, la prova de Il Fatto.it – Il full hybrid è l’alternativa che convince – FOTO

L’ibrido come arte del compresso. Lo sanno bene in Renault, gruppo che ha visto in cinque anni quadruplicare le vendite di questa propulsione con una quota del 44,2% sul totale e la conquista del primo posto nel mercato francese, e che focalizza la sua strategia proprio su questo tipo di alimentazione. In Europa, invece, l’ibrido Renault si è guadagnato la medaglia d’argento raggiungendo – proprio in questi giorni – un milione di vetture a doppia alimentazione circolanti su strada. Un traguardo che è frutto di un lavoro metodico e certosino che la casa della Losanga ha avviato circa quindici anni fa con il primo prototipo E-Tech e che, qualche anno più tardi (era il 2020), si è trasformato in un modello di serie.

Dalla compatta Clio fino al large suv di segmento D, il nuovo Espace, la marca francese propone una gamma completa composta da 7 modelli differenti e adatti a tutte le esigenze, capace di sfruttare l’alimentazione elettrica quando serve e, all’occorrenza, affrontare lunghi viaggi in modalità termica.

L’architettura E-Tech full hybrid di Renault, sviluppata da Horse Powertrain, joint-venture tra il gruppo francese, Geely ed Aramco, abbina un motore termico a due motori elettrici, con batteria ben dimensionata e trasmissione smart multimodale con innesto a denti senza frizione. Il risultato è l’introduzione di due nuove motorizzazioni efficienti e, allo stesso tempo, performanti, che si sono rese protagoniste dei test drive su Symbioz ed Espace, due modelli che incarnano l’evoluzione della voiture à vivre, dell’auto familiare secondo il marchio francese.

La motorizzazione 1.8 litri da 160 cv esordisce su Symbioz, suv compatto della casa della Losanga, che è ora equipaggiato con un propulsore termico più potente, due motori elettrici alimentati da una batteria da 1,4 kWh e una trasmissione multimodale senza frizione, caratteristiche che consentono a quest’auto di ottenere consumi record pari a 4,3 l/100 km e 98 g/km di CO₂, a fronte di dimensioni compatte senza rinunciare, comunque, a tutto lo spazio che serve a bordo. Migliorata anche l’accelerazione (9,1 secondi nello 0-100), mentre l’autonomia arriva fino a 1.000 km e la capacità di traino passa da 750 a 1.000 kg.

Stesso sistema ma gruppo propulsore leggermente più potente per il nuovo Espace, che ora si aggiorna con qualche piccolo, impercettibile, ritocco estetico, e che monta sotto al cofano una versione ottimizzata della motorizzazione E-Tech full hybrid da 200 cavalli. Dotato di un turbo benzina da 1.2 litri, due motori elettrici e una batteria da 2 kWh, Espace offre una guida più fluida e dinamica grazie a un nuovo software di gestione della trasmissione, con l’obiettivo di rendere le accelerazioni più reattive e omogenee. Con consumi ridotti a 4,8 l/100 km e soli 108 g/km di CO2, Espace conferma di saper far bene il lavoro per cui è stato concepito (fin dal suo debutto in veste di monovolume): un compagno affidabile per i lunghi viaggi con la possibilità di ospitare fino a 7 passeggeri, un bagagliaio che può raggiungere i 2.224 litri e un’autonomia fino a 1.100 km.

La trasmissione smart multimodale E-Tech, derivata dall’esperienza in Formula 1, permette 15 combinazioni diverse di funzionamento tra motore termico ed elettrico, selezionate automaticamente in base allo stile di guida. Le modalità spaziano da quella 100% elettrica alla guida ibrida dinamica, fino al recupero energetico in frenata e alla funzione e-drive, in cui il motore termico ricarica la batteria mentre si procede in elettrico. Caratteristiche che rendono questa propulsione davvero molto apprezzata in Europa, al punto da essere diventata di diritto la “porta di ingresso” della mobilità sostenibile per una transizione verso l’elettrico pratica e, allo stesso tempo, razionale.

Il motore 1.8 litri adotta il ciclo Atkinson, un sistema di iniezione diretta a 350 bar e filtro antiparticolato, e rispetta la futura normativa Euro 7. La batteria da 1,4 kWh ora è raffreddata attivamente, aumentando del 20% la capacità utile. Il cambio si evolve con passaggi di marcia più fluidi e silenziosi, un rapporto specifico dedicato alla guida autostradale, e un nuovo selettore elettronico e-shifter.

Per la clientela attenta alla sostenibilità, senza l’obbligo della ricarica, target di riferimento di questo tipo di alimentazione, la scelta è per tutte le taglie (ai modelli citati si aggiungono anche Captur, Arkana, Austral e Rafale), a dimostrazione del fatto che il full hybrid rappresenta una vera alternativa premium per chi è alla ricerca di comfort, autonomia e responsabilità ambientale.

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Il Fatto Quotidiano

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