Regione Liguria, Bucci: “Entro l’anno i due nuovi assessori, il primo criterio sarà la competenza”
- Postato il 16 settembre 2025
- Copertina
- Di Genova24
- 1 Visualizzazioni


Genova. “I due assessori in più? Mi auguro di farcela entro l’anno”. Vuole correre il presidente della Liguria Marco Bucci dopo aver incassato la seconda (e ultima) approvazione in consiglio regionale della legge che modifica lo Statuto. La norma, grazie all’effetto combinato della legge Malan approvata in parlamento, consente di ampliare la giunta con due pedine ulteriori, superando le ristrettezze introdotte in tempi di spending review.
“Il governo ha dato questa possibilità, noi la cogliamo al volo perché ritengo sia opportuno avere le persone necessarie con cui lavorare – commenta il governatore -. Prima si lavorava con dodici persone, in Comune si lavorava con undici, qui con sette. C’è gente che non ha un minuto libero e soprattutto non può partecipare a tutti gli eventi, pensate solo a chi ha la delega alla Cultura e allo Sport”.
La riforma della Regione Liguria, che prevede l’adeguamento automatico di consiglieri e assessori regionali al massimo stabilito dalla legge nazionale, non potrà entrare in vigore prima di tre mesi dalla data di pubblicazione, cioè il termine entro cui un quinto dei consiglieri o 50mila elettori possono chiedere il referendum. Ma siccome la parte sui sottosegretari è stata stralciata nel frattempo da Bucci, il rischio di una battaglia politica contro i nuovi assessori appare scongiurato. Anche perché tra le Regioni che hanno spinto per modificare la legge nazionale c’è anche la Puglia, amministrata dal centrosinistra.
Giunta Bucci, le ipotesi sui nuovi assessori
Ma chi saranno i nuovi assessori della giunta Bucci? Negli ultimi mesi sono emerse diverse ipotesi. Gli equilibri politici vorrebbero che quelle poltrone fossero destinate a Lega e Forza Italia, ma il governatore chiarisce che “non esistono schemi, esistono proposte“. I nomi “sono tantissimi” e “la competenza sarà il criterio numero uno”.
Fino a poche settimane fa sembrava scontato che un posto spettasse ad Alessio Piana, rimasto escluso dalle nomine un anno fa e compensato (da consigliere) con la delega allo Sviluppo economico in attesa di entrare in giunta. Per Forza Italia sarebbe pronto Angelo Vaccarezza. Altre indiscrezioni vorrebbero invece l’ingresso di due donne, dato che oggi il genere femminile è rappresentato in piazza De Ferrari solo da Simona Ferro: si tratterebbe delle ex assessore genovesi Paola Bordilli (Lega) e Lorenza Rosso (Vince Genova). Bucci però avverte: “Dipende dalla competenza, prima che dal sesso”. Un’altra suggestione porta invece all’ex vicesindaco reggente e candidato sindaco Pietro Piciocchi, per ora inserito nel board dell’ospedale Gaslini.
Sembra passata di moda invece l’introduzione dei sottosegretari, che faceva parte della stessa riforma prima che Bucci decidesse di accantonarla. “Se riesco a risolvere il problema non ce n’è bisogno, altrimenti ritorniamo alla carica. Comunque per adesso non abbiamo intenzione di tornare alla carica“, conferma oggi il presidente.
Le altre novità della riforma statutaria
Tra le altre disposizioni la legge regionale disciplina le funziona del vicepresidente e il regime di prorogatio, un modo per prevenire l’impasse che si era venuta a creare dopo l’arresto e il successivo passo indietro di Toti negli scorsi mesi. In particolare il governatore potrà delegare l’esercizio della rappresentanza in giudizio al suo vice, al segretario generale o al direttore generale. Potrà inoltre delegare gli assessori per “affari determinati” e “compiti circoscritti”. Per il resto lo Statuto si conformerebbe all’articolo 126 della Costituzione: in caso di dimissioni volontarie, impedimento permanente o morte del presidente, scattano le dimissioni della giunta o lo scioglimento del Consiglio, ma con passaggio delle funzioni al vicepresidente, che le esercita (insieme alla giunta) fino alla proclamazione del nuovo presidente.
Le reazioni dell’opposizione
“La riforma dello Statuto altera gli equilibri democratici e pensa solamente a moltiplicare le poltrone – accusa il Pd -. Una modifica pensata e costruita esclusivamente dentro le stanze della maggioranza, senza alcun coinvolgimento delle opposizioni, senza alcune riflessione su cosa serve davvero per migliorare la funzionalità dell’ente. Invece di pensare al bene dei cittadini e ai loro reali bisogni, Bucci pensa esclusivamente all’urgenza di risolvere gli equilibri interni alla sua maggioranza, confermando come, per questa amministrazione, la moltiplicazione delle poltrone e il soddisfacimento degli appetiti dei partiti, venga prima dei bisogni dei liguri. Lo Statuto viene adattato alle convenienze del momento. Negli stessi giorni in cui celebriamo i 20 anni dello Statuto ligure, questa riforma segna un passo indietro nella qualità democratica delle nostre istituzioni. Saremo sempre dalla parte dei cittadini e della partecipazione, per questo siamo contrari a questa riforma”.
I commenti della maggioranza
“Un provvedimento saggio, una facoltà legittima del presidente di Regione Liguria Bucci che altro non fa che seguire le indicazioni nazionali, una forma di attenzione maggiore ai Liguri e alle problematiche regionali – commenta Alessandro Bozzano, consigliere di Vince Liguria e presidente della prima commissione -. Un provvedimento che mi ha visto in prima linea nell’affrontare le pratiche per arrivare a questa vittoria. Ricordo che è una facoltà concessa ad altre regioni, anche di diverso colore politico rispetto alla Liguria. Un atto necessario per rendere ancora più efficiente l’amministrazione e creare percorsi virtuosi di lavoro capaci a portare sempre più risultati concreti, una maggiore presenza sul territorio con il fine di ascoltare le esigenze dei liguri. Spiace che l’opposizione, solo a livello ligure, non abbia considerato il buono di questo provvedimento, ma come sempre ne abbia dovuto cercare difetti strumentali”.
Il caso del consiglio sospeso su richiesta di Bucci
Subito dopo la votazione sulla riforma, approvata con 18 voti favorevoli e 11 contrari, Bucci ha chiesto al presidente del Consiglio Stefano Balleari una sospensione della seduta. In aula non sono state fornite motivazione, ma l’opposizione ha sostenuto la tesi che alla base dello stop ci fosse un presunto voto difforme all’interno della maggioranza.
“Bucci crede sempre più di essere Napoleone e pensa di poter sospendere a proprio piacimento i lavori del consiglio regionale e di controllare, in maniera militare, il voto dei suoi consiglieri – accusano il segretario regionale del Pd Davide Natale e il capogruppo Armando Sanna -. Quanto è accaduto oggi, subito dopo la votazione alle modifiche allo Statuto, rappresenta la chiara idea patronale che ha il presidente del consiglio regionale, a cui il presidente del consiglio Balleari costantemente si presta. Bucci non convinto dell’esito della votazione, con il timore che qualche consigliere della sua maggioranza avesse votato in maniera difforme rispetto alle indicazioni, ha chiesto una sospensione senza motivarla, per effettuare una verifica del voto. Questo metodo è una modalità che respingiamo con forza, a difesa del ruolo e della libertà dei consiglieri regionali e del consiglio nella sua interezza. Bucci prenda atto che non può tutto, ma è soltanto un rappresentante dei cittadini, e che deve rispettare, lui per primo, le norme che regolamento la vita democratica”.