Regione, la prima proposta di legge dell’opposizione: “Stop immediato al consumo di suolo in Liguria”

  • Postato il 10 gennaio 2025
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cementificazione andora

Genova. Era la prima legge che Orlando avrebbe proposto in caso di vittoria, è diventata la prima proposta dell’opposizione: una norma per azzerare il consumo di suolo in Liguria e anzi, invertire la tendenza. È l’obiettivo del testo ripresentato da Gianni Pastorino, consigliere regionale della Lista Orlando, sulla base di una proposta già depositata nel 2022 da Linea Condivisa.

“Questa proposta di legge rappresenta una scelta politica forte, che parte da una visione chiara: il suolo è una risorsa fondamentale per il nostro ecosistema, per le comunità che lo abitano e per il futuro delle generazioni che verranno – spiega Pastorino -. Non possiamo più permetterci di consumarlo indiscriminatamente, né di lasciare che aree già compromesse vengano dimenticate. Con questa proposta vogliamo cambiare prospettiva: non si tratta solo di limitare le costruzioni, come sostiene l’assessore Scajola, ma di attivare strumenti concreti per rigenerare e restituire al territorio la sua funzionalità naturale. Facciamo appello a tutte le forze che vogliono contribuire: questa deve essere una responsabilità collettiva”.

Il cuore della proposta è l’articolo 3 in cui viene sancito che “dalla data di entrata in vigore della presente legge non è consentito il consumo di suolo per qualsivoglia finalità tranne che per lavori e opere inserite negli strumenti di programmazione vigenti delle amministrazioni aggiudicatrici e fatti salvi i titoli abilitativi edilizi comunque denominati, rilasciati o formatisi, nonché gli interventi ed i programmi di trasformazione previsti nei piani attuativi già approvati e le relative opere pubbliche derivanti dalle obbligazioni di convenzione urbanistica”. Inoltre “le esigenze insediative e infrastrutturali sono soddisfatte tramite il riuso, la rigenerazione, la riorganizzazione, la perequazione e a compensazione degli insediamenti e delle infrastrutture esistenti“. Ossia, per dirla in slogan, costruire sul costruito oppure demolire tanto quanto si costruisce per non aggiungere ulteriore cemento a quello esistente.

Oltre al blocco immediato del consumo di suolo vergine, la legge introdurrebbe una serie di novità: l’obbligo di interventi di rigenerazione urbana rispettosi dell’ambiente, con il mantenimento o incremento della permeabilità del suolo; la creazione di un Osservatorio regionale sul consumo del suolo, per monitorare le trasformazioni territoriali e supportare le amministrazioni locali; una mappatura regionale per individuare le aree compromesse e pianificare interventi di recupero e compensazione.

“Il suolo rappresenta la base del nostro vivere quotidiano, della salute dei nostri ecosistemi e della capacità del territorio di rispondere alle emergenze climatiche – aggiunge Rossella D’Acqui, presidente di Linea Condivisa -. Non è un tema astratto: riguarda la qualità dell’aria che respiriamo, l’acqua che beviamo, il cibo che coltiviamo. Questa legge introduce un cambio di paradigma: il suolo è una risorsa preziosa e limitata, fondamentale per la salute dell’ambiente e delle comunità. Non si può più consumare suolo senza prima pensare a come rigenerarlo e compensarlo, garantendone la funzionalità ecologica e la capacità di sostenere la vita. Invitiamo tutte e tutti a unirsi a questo percorso, perché la tutela del suolo è la tutela del nostro futuro”. A elaborare il testo nel 2022 era stato il gruppo ambiente dell’associazione, rappresentato da Giulia Allegrotti, Alberto Girani e Nadia Repetto.

Secondo gli ultimi dati Ispra, Liguria ha una percentuale di suolo consumato superiore alla media nazionale (7,3% contro il 7,16%), ma negli ultimi 17 anni ha realizzato un consumo netto di 8,52 chilometri quadrati, pari al 2,2% del territorio, sensibilmente meno rispetto all’Italia (6,36%) e al Nord Ovest (5,51%). Nel periodo 2022-2023 la nostra regione è stata la più virtuosa, avendo cementificato appena lo 0,07% della superficie.

Tuttavia, ricordano i promotori della proposta, “la Liguria mantiene record negativi preoccupanti, come il consumo di suolo in aree protette (4,2%), zone fragili (4,9%) e vicino ai corsi d’acqua, spesso coperti artificialmente (23,5%). La proposta di legge mira a invertire questa tendenza, considerandola una priorità regionale per garantire la tutela del suolo come risorsa naturale e strategica per il futuro della Liguria. Negli ultimi anni, il consumo di suolo in Liguria si è ridotto, ma più per la progressiva saturazione degli spazi disponibili che per una reale volontà politica di invertire la tendenza. La nostra regione non può limitarsi a non consumare nuovo suolo: è necessario intervenire concretamente per recuperare le aree degradate e restituire valore e vitalità ai territori abbandonati”.

Partito l’iter che porterà la legge all’esame del Consiglio regionale, l’obiettivo di Pastorino è arrivare a una mediazione con la maggioranza: “Noi ci proveremo, è un argomento che riguarda gli interessi della Liguria. Siamo disposti anche a modificare e rivedere il testo”. Scajola aveva chiuso le porte a un intervento legislativo prendendo le distanze dai “talebani” e pure Bucci aveva parlato di “demagogia“. Ieri, tra l’altro, il governatore ha criticato Orlando per non aver condiviso la proposta prima di presentarla alla stampa.

Gli interlocutori sono i cittadini e noi prima di tutto la proponiamo ai cittadini, sulla base di una trasparente interlocuzione con la società e con le istituzioni, poi parleremo anche con la maggioranza – la risposta dell’ex ministro e deputato, oggi consigliere nelle fila del Pd -. Non mi sembra che ci sia un obbligo di riservatezza rispetto alle proposte che si vogliono avanzare. Peraltro, nel momento in cui io ho deciso di rimanere qui, l’ho fatto anche perché ritengo che l’opposizione abbia un ruolo nella democrazia importante tanto quanto quello di chi governa. E l’opposizione non è vincolata a interloquire solo con chi governa, è tenuta prima di tutto a rispondere alla grande moltitudine di persone che l’ha sostenuta. Noi vogliamo un dialogo, ma non lo vogliamo alla chetichella o in camera caritatis, lo vogliamo alla luce del sole“.

Autore
Genova24

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