Regionali Calabria, Occhiuto stravince e centra uno storico bis

  • Postato il 7 ottobre 2025
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Regionali Calabria, Occhiuto stravince e centra uno storico bis

Il riconfermato presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, vince con un netto stacco sul suo avversario Pasquale Tridico, candidato per il centrosinistra


«LUI i conti non li sbaglia mai». È una cosa che i fedelissimi di Roberto Occhiuto – rieletto presidente della Regione Calabria – ripetono spesso. E che l’esito di questa tornata regionale sembra destinata a confermare. «Vincerò con il 60%», aveva detto fin dalle prime battute il presidente uscente. Il risultato finale (al momento di andare in stampa mancano i dati di poche sezioni) è molto vicino alla sua previsione. Occhiuto vince con il 57,35% sullo sfidante Pasquale Tridico, che si ferma al 41,64%. Terzo Francesco Toscano con l’1%.

IL NETTO DIVARIO TRA OCCHIUTO E TRIDICO

Tuttavia su un divario così netto – circa venti nelle proiezioni, poi attestatori sui 16 verso la fine dello scrutinio – in pochi forse avrebbero scommesso, anche nello stesso centrodestra. Perché Occhiuto ai nastri di partenza – per spiegarla come farebbe un intenditore d’ippica – si preparava a correre con due handicap.

I DUE HANDICAP BATTUTI DI OCCHIUTO

Da un lato l’indagine a suo carico per un’ipotesi di corruzione, oltre al fascicolo sulla sanità che ha coinvolto persone a lui vicine. Una vicenda che, i dati confermano, non ha inciso sul risultato: vuoi perché non ne ha intaccato la credibilità, vuoi perché la Calabria è una regione anestetizzata, che ha visto già presidenti indagati uscire dopo qualche tempo dalle inchieste che li vedevano coinvolti. Dall’altro lato poi la decisione di dimettersi, annunciata a fine luglio, per uscire – come l’ha spiegata lui – dall’impasse che si era creata in Cittadella, dove (parole sue) tra i dirigenti e i funzionari c’era chi lo considerava ormai un ex presidente. Da qui la decisione di cercare di nuovo la legittimazione popolare, per ripartire con più slancio – riassumiamo sempre il suo pensiero – ed evitare che l’ultimo anno del suo primo mandato scivolasse in un cupio dissolvi, tra indiscrezioni e «strumentalizzazioni».

DALLE DIMISSIONI ALLA VITTORIA


Le dimissioni, però, qualche malumore lo avevano suscitato, anche tra i suoi, e non erano state digerite bene dall’opinione pubblica. Il suo gradimento da governatore, in un sondaggio di metà agosto, aveva scricchiolato (per la prima volta dall’inizio della legislatura) e forse proprio per quella scelta inattesa. Tutto spazzato, poi, dalla campagna elettorale. Occhiuto vince in modo nettissimo, raggiunge il risultato storico di un bis mai visto in Calabria da quando gli elettori votano direttamente per il presidente, conquista una percentuale più alta rispetto a quattro anni fa, quando vinse con il 54,46%. «È stata premiata la qualità e l’intensità dell’impegno profuso» ha detto, nelle prime dichiarazioni a caldo Occhiuto, definendosi «orgoglioso» del fatto che i calabresi non siano ‘cascati’ – il senso del suo messaggio – nelle promesse «irrealizzabili» di Tridico.

IL DISTACCO CHE NEL CENTROSINISTRA NON SI ASPETTAVANO


Anche nel centrosinistra un distacco di sedici punti non se lo aspettava nessuno. Nemmeno i più pessimisti. Lo conferma l’amarezza e la delusione sul volto di Pasquale Tridico, quando si presenta davanti alle telecamere dopo la prima proiezione. Il dato lo ha trovato incredulo, quasi avesse girato in questo mese di campagna elettorale un’altra Calabria perché di quel malcontento, che insieme agli alleati ha raccontato di aver raccolto dal nord al sud della Calabria, nelle urne sembrava non si trovasse traccia.

TRIDICO, IL CANDIDATO PERFETTO SULLA CARTA


Peraltro stavolta le condizioni – se non per una vittoria, almeno per un avvicinamento al centrodestra – parevano esserci. Il centrosinistra unito, in quel campo larghissimo che a livello nazionale si candidava a fare scuola e che in Calabria alle regionali non si vedeva da tempo. Un candidato che appariva perfetto per curriculum e profilo: del M5s, ma non populista, con un trascorso giovanile delle file della Fgci. Un candidato capace di mettere d’accordo tutti dalle prime battute.

QUANDO FU FATTO IL NOME DI STASI

Anche Avs che pure ai tavoli nazionali un’opzione sulla scelta del candidato in Calabria l’aveva avanzata, pensando di proporre alla coalizione il nome del sindaco di Corigliano Rossano Flavio Stasi. Tra i primi ad aderire alla proposta Tridico anche Azione, almeno quella calabrese: nel campo larghissimo non c’era il simbolo, non c’era il supporto di Calenda («mai con il padre del reddito di cittadinanza»), ma c’erano i suoi consiglieri uscenti e i loro voti. C’era Italia Viva – benché Renzi con il Tridico presidente dell’Inps in passato non sia stato tenero per nulla – che anzi qui ha preso l’idea del contenitore ‘Casa Riformista’ e il simbolo, presente ora anche in Toscana. C’erano tutti, insomma, e per una volta senza liti interne e sottotraccia.

TRIDICO, COSA NON HA FUNZIONATO


Cosa non ha funzionato quindi? Tridico cita lo spopolamento e la disaffezione degli elettori (ma dell’affluenza, con un’analisi più dettagliata, vi parliamo a pagina 3). Ma non può essere solo questo, con una sconfitta di tali proporzioni. Né il tempo ridotto tra l’indizione del voto e la campagna può spiegare tutto: chi ci dice che con un anno davanti e un’inchiesta in corso il centrosinistra il candidato l’avrebbe annunciato subito o sarebbe stato lì, ad attendere le mosse del centrodestra? Tolti i se e accantonati i ma, resta la campagna.

La visione di Tridico – quella rivolta a chi sta qui e a chi si vuole far tornare – è passata agli elettori o alla fine di queste settimane sono rimasti solo gli annunci spot – il reddito di dignità, i 7mila forestali, la sospensione del bollo auto – che hanno dato l’idea di una politica di corto respiro?

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