Reflusso gastroesofageo, quando la chirurgia è l’unica via: chi può farlo per salvarsi e cosa aspettarsi

  • Postato il 13 agosto 2025
  • Salute
  • Di Blitz
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Il reflusso gastroesofageo rappresenta una patologia diffusa che coinvolge un’ampia fascia della popolazione, con sintomi che variano dalla semplice acidità a quadri clinici più complessi e invalidanti.

Quando i trattamenti farmacologici e le modifiche dello stile di vita non risultano efficaci, la chirurgia può diventare l’unica soluzione per migliorare significativamente la qualità di vita del paziente. Ma chi è candidato all’intervento e cosa comporta esattamente questa scelta terapeutica?

Reflusso gastroesofageo: quando la terapia medica non basta

Il reflusso gastroesofageo si verifica quando l’acido contenuto nello stomaco risale nell’esofago, causando irritazione e infiammazione della mucosa esofagea. Nella maggior parte dei casi, il problema viene gestito con farmaci inibitori della pompa protonica e modifiche alimentari e comportamentali. Tuttavia, in presenza di sintomi persistenti, complicanze come l’esofagite severa, stenosi o metaplasia di Barrett, la chirurgia può rappresentare un’opzione indispensabile.

Secondo gli studi più recenti, tra cui quelli aggiornati nel 2025, il 10-15% dei pazienti affetti da reflusso non risponde adeguatamente alla terapia farmacologica, rendendo necessario un approccio più invasivo. Il chirurgo specialista valuta attentamente i casi candidabili all’intervento tramite esami diagnostici come l’endoscopia, la pH-metria esofagea e la manometria.

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Reflusso gastroesofageo: cosa fare – Blitzquotidiano.it

La procedura più diffusa per la cura del reflusso gastroesofageo è la fundoplicatio, un intervento che prevede l’avvolgimento della parte superiore dello stomaco attorno all’esofago inferiore per rafforzare la valvola esofagea e prevenire il reflusso. Questa tecnica, oggi eseguita quasi esclusivamente con approccio laparoscopico, offre diversi vantaggi: riduzione del dolore post-operatorio, tempi di recupero più brevi e minori complicanze rispetto alla chirurgia tradizionale.

I pazienti candidati a questo tipo di intervento sono tipicamente coloro che presentano:

  • sintomi severi e persistenti non controllabili con farmaci;
  • esofagite erosiva di grado elevato;
  • rigurgito cronico con rischio di aspirazione polmonare;
  • complicazioni come stenosi esofagea o metaplasia di Barrett confermate da biopsia;
  • intolleranza agli inibitori della pompa protonica o effetti collaterali rilevanti.

In casi selezionati, può essere indicata anche la procedura LINX, un dispositivo magnetico impiantato laparoscopicamente che rafforza lo sfintere esofageo inferiore senza alterare la fisiologia della deglutizione. Questa tecnica, approvata e diffusa soprattutto negli ultimi anni, rappresenta una valida alternativa per pazienti con reflusso moderato che non vogliono o non possono sottoporsi alla fundoplicatio.

L’intervento chirurgico per il reflusso gastroesofageo non è una soluzione immediata e definitiva; richiede un percorso di recupero e adattamento. Nelle prime settimane post-operatorie, è comune avvertire difficoltà nella deglutizione e sensazione di gonfiore addominale, sintomi che generalmente migliorano con il tempo e con una dieta graduale.

Il follow-up medico è fondamentale per monitorare l’efficacia dell’intervento e prevenire complicanze. Circa l’80-90% dei pazienti riferisce un miglioramento significativo della sintomatologia e una riduzione o completa sospensione della terapia farmacologica a lungo termine.

È importante sottolineare che la chirurgia non elimina la necessità di uno stile di vita sano: evitare cibi irritanti, mantenere un peso corporeo adeguato e non fumare restano pilastri essenziali per il successo terapeutico. I progressi della tecnologia e delle tecniche chirurgiche continuano a migliorare i risultati, rendendo la chirurgia per il reflusso gastroesofageo un’opzione sempre più sicura e accessibile. Tuttavia, la decisione deve essere sempre condivisa tra paziente e team medico, valutando rischi, benefici e aspettative realistiche.

In presenza di sintomi persistenti o complicanze legate al reflusso, consultare uno specialista gastroenterologo è il primo passo per una diagnosi accurata e una pianificazione terapeutica personalizzata.

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Blitz

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