Referendum sul lavoro, opposizioni nel caos. Landini e Schlein lasciati soli, le destre invitano al non voto

  • Postato il 17 maggio 2025
  • Politica
  • Di Blitz
  • 1 Visualizzazioni

Si fa presto a dire referendum, a polemizzare sulla consultazione (sul lavoro) del prossimo 8-9 giugno, a dire che questo appuntamento elettorale promette quello che non può dare, cioè il ripristino del vecchio art. 18 dello Statuto. In ogni caso c’è grande confusione.

Landini e Schlein, lasciati soli, puntano sull’allarme democratico ma anche la Cisl ha dato indicazioni di non voto. In più i sondaggi sono implacabili. Tira aria di un forte astensionismo.

Le cinque schede

Gli elettori avranno a disposizione 5 schede: verde, arancione, grigia, rosa, gialla. La verde è relativa al contratto di lavoro a tutele crescenti che disciplina i licenziamenti illegittimi. La scheda arancione è relativa alle piccole imprese e ai licenziamenti con la relativa indennità.

La scheda grigia si riferisce ai contratti a termine, quella rosa alla responsabilità per infortuni in appalto. La gialla, invece, riguarda il dimezzamento dei tempi per ottenere la cittadinanza.

schede referendum
Referendum sul lavoro: opposizioni nel caos. Landini e Schlein lasciati soli. Le destre invitano al non voto (foto Ansa-Blitzquotidiano)

Ad accentuare le fibrillazioni ci si è messa l’Agcom che ha bacchettato radio e tv richiamando tutti alla corretta informazione sul voto. Un richiamo doveroso che sta già dando dei frutti evidenti.

Il voto è un dovere non un diritto

I padri costituenti con l’art. 48 sono stati chiari: il voto è un dovere oltre che un diritto ma hanno posto un tetto alla validità del referendum abrogativo a leggi votate dal parlamento; hanno riconosciuto al non voto la stessa dignità riconosciuta al voto. In sintesi: l’8-9 giugno prossimo ognuno può fare quello che vuole senza violare alcuna regola.

“Più danni che benefici”

Il giuslavorista Pietro Ichino, ex parlamentare del Pci poi senatore col Pd e successivamente con la lista Monti, tornato nel Pd 10 anni fa, sostiene che questi referendum sul lavoro portano più danni che benefici ai lavoratori.

E il docente, ex dirigente sindacale nella FIOM-CGIL, ha spiegato per filo e per segno la sua lettura. Insomma dice che, in particolare, i casi di licenziamento per motivo illecito o che risulti insussistente “non cambierebbero niente”.

La posizione dei partiti

Nel centrosinistra vanno tutti in ordine sparso sui cinque quesiti, le destre invitano non votare. Nel dettaglio.

PARTITO DEMOCRATICO – Cinque si’ per correggere quelle norme “che hanno indebolito le tutele dei lavoratori”. Voto per “contrastare la precarietà, aumentare la sicurezza di chi lavora nel Paese”.
CINQUE STELLE – Quattro si’ a quesiti riguardanti il lavoro. Nessuna posizione ufficiale sulla riduzione degli anni di residenza necessari per ottenere la cittadinanza.
FRATELLI D’ITALIA E FORZA ITALIA – I due partiti hanno dato indicazioni precise con un comunicato dal titolo inequivocabile:” Scegliamo l’astensione “.
AZIONE E ITALIA VIVA – Seppur con toni diversi i due partiti si sono espressi contro il referendum. Renzi ha definito i quesiti “il simbolo di una guerra ideologica“, ma voterà per il dimezzamento dei tempi diventare cittadino italiano.
LEGA – Un tempo criticava l’astensionismo, ora lo promuove.

L'articolo Referendum sul lavoro, opposizioni nel caos. Landini e Schlein lasciati soli, le destre invitano al non voto proviene da Blitz quotidiano.

Autore
Blitz

Potrebbero anche piacerti