Referendum, l’appello al voto del vescovo di Cassano Savino
- Postato il 4 giugno 2025
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Il Quotidiano del Sud
Referendum, l’appello al voto del vescovo di Cassano Savino
Monsignor Francesco Savino, vescovo di Cassano e vice presidente della Cei, lancia un appello al voto referendario dell’8 e 9 giugno: «Andare a votare è opera di resistenza morale»
«Partecipare è custodire la democrazia. La partecipazione consapevole al voto non è mai un gesto neutro: è espressione di civiltà matura, atto di fedeltà al progetto condiviso di società, forma alta e concreta di quella carità sociale che si fa impegno per tutti». A sostenerlo, in una nota sull’importanza del voto referendario dell’8 e 9 giugno, è monsignor Francesco Savino, vescovo di Cassano e vice presidente della Cei.
REFERENDUM, L’APPELLO DI MONSIGNOR SAVINO
Per il Pastore della chiesa cassanese il voto di domenica e lunedì prossimi «è un appuntamento che ci interpella non solo come cittadini, ma anche, per chi vive la fede cristiana, come custodi del bene comune e responsabili della speranza che ci è affidata. Come ci ricorda il compianto Papa Francesco in Fratelli tutti (n. 182), «la carità, cuore dello spirito pubblico, è anche la carità sociale e politica».
VOTARE INFORMATI E CONSAPEVOLI
Andare a votare, informati e consapevoli, – per monsignor Savino – è una forma concreta di questa carità che costruisce. «Non spetta a noi, né è opportuno, indicare come votare, ma è nostro dovere morale, come pastori e come cittadini, – evidenzia il vescovo di Cassano – esortare ciascuno a non sottrarsi all’appuntamento con la propria coscienza e con la comunità. In un tempo in cui cresce la tentazione dell’astensione strategica, occorre dire con chiarezza che l’astensione non è mai neutra. È un gesto che, pur legittimo dal punto di vista formale, può diventare – afferma monsignor Savino – una forma di “impotenza deliberata”, un silenzio che svuota la democrazia del suo significato partecipativo».
SAVINO: «CUSTODIRE VISIONE ALTA DELLA DEMOCRAZIA»
Monsignor Savino, unendosi a quanto già dichiarato da altri vescovi, tiene a chiarire che «non si tratta di sostenere una parte politica, ma di custodire una visione alta e generosa della democrazia, come spazio comune di corresponsabilità e come bene fragile da proteggere ogni giorno. Oggi più che mai è necessario riattivare la consapevolezza che la vita pubblica non è un bene garantito dall’alto, ma una pratica quotidiana che si nutre del coinvolgimento di ciascun cittadino. Il referendum, proprio perché ci chiama a esprimerci direttamente su disposizioni legislative che toccano nodi vitali della nostra coesistenza civile, rappresenta uno dei rari momenti in cui la sovranità popolare si manifesta senza intermediazioni».
RICONOSCIMENTO DI REALTÀ IN ATTO
In particolare, sottolinea il Pastore della chiesa cassanese, «il quesito relativo alla cittadinanza interpella la nostra coscienza di credenti e di cittadini: ci chiede se sia giusto mantenere barriere temporali troppo lunghe per il riconoscimento giuridico a persone che da anni vivono, lavorano, studiano e partecipano alla vita delle nostre comunità. Non si tratta di una concessione, ma del riconoscimento di una realtà già in atto: di una cittadinanza di fatto che attende di diventare cittadinanza di diritto, perché nessuno resti ai margini della casa comune». Monsignor Savino, nella sua nota, nel ricordare che la nostra Costituzione definisce il voto non solo un diritto, ma un dovere civico, ribadisce che «pronunciarsi è oggi un gesto profetico, un’opera di resistenza morale contro l’indifferenza che paralizza, un atto d’amore concreto verso un bene comune che domanda cura costante, memoria vigile e impegno condiviso».
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