Referendium giustizia, Arianna Meloni riunisce i partiti nella sede di Fdi: nasce il comitato unico della destra
- Postato il 3 dicembre 2025
- Politica
- Di Il Fatto Quotidiano
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Una riunione per decidere la strategia della campagna referendaria. Arrivando a un primo punto fermo: nei prossimi giorni nascerà un comitato unico dei tre partiti di maggioranza per il “Sì” al referendum sulla riforma della separazione delle carriere. Senza politicizzare troppo la consultazione per evitare un coinvolgimento del governo, ma allo stesso tempo mobilitando i partiti della maggioranza visto che gli ultimi sondaggi certificano una partita aperta. È questo l’esito di una riunione riservata della maggioranza che martedì pomeriggio si è svolta in via della Scrofa (la sede di Fratelli d’Italia) per far partire la campagna referendaria sulla riforma della Giustizia.
Al vertice, di cui Il Fatto è venuto a conoscenza, hanno preso parte figure di primo piano dei partiti di centrodestra: la sorella della premier Arianna Meloni, il responsabile organizzazione di Fratelli d’Italia Giovanni Donzelli, i responsabili dei comitati del “Sì” di Forza Italia Enrico Costa e Pierantonio Zanettin, per la Lega la deputata ed ex magistrata Simonetta Matone, oltre ai responsabili comunicazione dei rispettivi partiti.
Durante la riunione si è iniziato a parlare di come impostare la campagna referendaria che si aprirà a inizio anno e si concluderà con la consultazione popolare tra marzo o aprile. L’idea sarebbe quella di costituire un comitato unico di maggioranza che non sia guidato da un esponente politico (la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha chiesto di evitare la “politicizzazione” del referendum) ma che faccia riferimento ai tre partiti di maggioranza. In questo modo, il comitato potrà fare iniziative congiunte per il “Sì” a cui parteciperanno deputati, senatori e dirigenti di partito per spingere la riforma sui territori.
Una sorta di coordinamento centralizzato per il referendum sulla separazione delle carriere. La scelta della sede della riunione – via della Scrofa – mostra anche il derby tra Fratelli d’Italia e Forza Italia per intestarsi la riforma della Giustizia voluta dal ministro Carlo Nordio: gli azzurri rivendicano il disegno di legge facendolo risalire a un’antica battaglia berlusconiana, mentre i meloniani sperano che una ipotetica vittoria al referendum sia un volano per le elezioni politiche del 2027.
Forza Italia giovedì alla Camera ha organizzato un convegno sulla giustizia civile con il segretario Antonio Tajani che venerdì presiederà una segreteria di partito che avrà tra i punti all’ordine del giorno proprio la strategia sulla campagna referendaria, oltre alla legge di Bilancio e l’analisi del voto delle elezioni regionali.
Non è ancora chiaro, invece, quale sarà la data del referendum. Il ministero della Giustizia punta alle prime due domeniche di marzo – l’1 o l’8 – ma i tecnici del ministero dell’Interno non sono d’accordo: la legge specifica che le firme vanno raccolte entro tre mesi e quindi, è la tesi, si dovrà aspettare il 30 gennaio e l’ultima data per la Cassazione di indire il referendum sarà l’1 marzo. Secondo la legge la consultazione, che non ha quorum, viene indetta con decreto del presidente della Repubblica entro 60 giorni dall’ordinanza della Cassazione. Questo, sostengono i tecnici del Viminale, farà sì che la prima data utile sarà il 29 marzo, cioè la domenica delle Palme. Probabile, quindi, che si vada a dopo Pasqua, con l’ultima data utile prevista per il 5 luglio.
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