Reality con gli immigrati che si sfidano per la cittadinanza Usa. L’idea al vaglio del Dipartimento di Sicurezza
- Postato il 17 maggio 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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Il Dipartimento per la Sicurezza Interna (DHS) degli Stati Uniti valuterà un’insolita proposta: un reality show televisivo in cui gli immigrati si sfiderebbero in una serie di prove per ottenere la cittadinanza americana. La trovata è del produttore Rob Worsoff, che vorrebbe intitolare il programma “The American“. A Washington non hanno preso bene la diffusione della notizia, pubblicata inizialmente dal tabloid britannico Daily Mail. Il DHS si è infatti preoccupato di smentire innanzitutto il coinvolgimento della Segretaria per la Sicurezza Interna, Kristi Noem, . Nondimeno, la proposta giunge in un momento in cui l’amministrazione Trump ha intensificato le politiche restrittive sull’immigrazione, con lo stesso DHS che ha adottato nuove strategie comunicative. Come dimenticare il video di Noem davanti agli immigrati detenuti al grido di “finite qui se entrate illegalmente negli Usa”? Visti i tempi che corrono, infatti, il produttore Worsoff ha subito tenuto a precisare di non essere legato ad alcuna ideologia, ma di voler solo realizzare “una grande celebrazione dell’America”.
L’idea prevede dodici concorrenti immigrati da far sbarcare simbolicamente a Ellis Island, per poi farli viaggiare in treno attraverso gli Stati Uniti. Durante il viaggio, sfide ispirate alla cultura e alle tradizioni del paese. Tra le prove ipotizzate da Worsoff figurano una “sfida pizza-making” a New York, una “sfida lancio razzi” in Florida, e una “sfida corsa all’oro” in California. Altri esempi includono il trasporto di tronchi nel Wisconsin, l’assemblaggio di un telaio di una Ford Model T a Detroit, il rafting in Colorado o la pesca delle vongole nel Maine, oltre a quiz su storia e cultura americana. Ogni puntata culminerebbe in un voto in stile assemblea cittadina, simile a un’elezione presidenziale. Worsoff, egli stesso un immigrato dal Canada, ha presentato la proposta al DHS sostenendo di voler “mettere un volto all’immigrazione”, “realizzare un programma che celebri il processo di immigrazione, il significato di essere americani”. Riconoscendo l’alta posta in gioco, Worsoff ha tenuto a specificare che il suo reality show “non è The Hunger Games“. Ha aggiunto che lo show “non è qualcosa di meschino che cerca di deportare le persone; è esattamente l’opposto”. Secondo la sua visione, gli sconfitti non sarebbero penalizzati nel loro percorso d’immigrazione regolare né deportati, e per i concorrenti eliminati “non è, ‘hey hai perso e ti cacciamo dal Paese'”. Il vincitore, invece, presterebbe giuramento come cittadino americano.
In risposta alla diffusione della notizia, Tricia McLaughlin, assistente segretario che supervisiona le relazioni pubbliche del DHS e portavoce del dipartimento, ha definito il resoconto del Daily Mail “completamente falso” e “un affronto al giornalismo”. Ha confermato che il Dipartimento riceve “centinaia di proposte di programmi televisivi all’anno”, che spaziano da documentari su operazioni di frontiera a indagini su reati finanziari. Ha spiegato che ogni proposta attraversa un processo di valutazione e che il dipartimento è “felice di esaminare progetti fuori dagli schemi”. Ha precisato che questa specifica proposta “non ha ricevuto approvazione o rifiuto da parte dello staff”, o sarebbe comunque nelle “primissime fasi di un processo di valutazione approfondito”. Infine, ha categoricamente smentito, anche tramite i social media, che la Segretaria per la Sicurezza Interna Noem fosse a conoscenza o sostenesse in alcun modo lo show.
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