“Re Carlo è diventato ancora più ricco, in un anno ha guadagnato oltre 36 milioni. Ecco come ha fatto”: il Times svela i conti della Famiglia Reale

  • Postato il 16 maggio 2025
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  • Di Il Fatto Quotidiano
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Non è il più ricco dei britannici, ma re Carlo III non può lamentarsi perché la sua fortuna, recentemente, è comunque aumenta. La lista degli uomini più facoltosi del Regno Unito viene pubblicata annualmente dal quotidiano The Times e anche quest’anno, il sovrano non sale sul podio, anzi, non potrebbe neanche essere considerato un “miliardario”, ma un “semplice milionario” che vanterebbe le stesse fortune economiche dell’ex primo ministro britannico di origine indiana Rishi Sunak e della sua facoltosissima moglie, Akshata Murphy. Più 30 milioni di sterline, (circa 36 milioni di euro): a tanto ammonterebbe l’aumento del patrimonio di Carlo III che così toccherebbe quota 640 milioni (760 milioni di euro) complessivi. Una lenta ed inesorabile scalata nella classifica della Rich List che lo porterebbe più su di una ventina di posizioni piazzandolo al 238esimo posto. Era al 263 esimo nel 2023.

Complice l’eredità incassata dopo la scomparsa di sua madre, la regina Elisabetta II, i beni del re sarebbero dunque accresciuti annoverando le proprietà che passano di sovrano in sovrano e che un domani passeranno di mano a William, oggi ancora principe del Galles. In particolare, si fa riferimento al castello di Balmoral, in Scozia, che fu comprato dalla regina Vittoria ed appartiene alla famiglia reale come bene personale. Oltre a questo, la tenuta di Sandringham, nel Norfolk, anche questa parte del portafoglio privato del re e, va notato, entrambe messe a reddito grazie all’apertura al pubblico, che paga il biglietto per entrare e magari bere un Afternoon tea reale, in certi periodi dell’anno. Ma la vera fonte di reddito si riconduce ai proventi che arrivano dalle proprietà del ducato di Lancaster, mentre i beni riconducibili al Crown Estate sono simbolicamente nelle mani del sovrano ma non sono sue proprietà personali.

Poi si dovrebbero contare tutti i gioielli e i preziosi donati alla famiglia reale, ma, ancora, anche in questo caso si tratta di beni che passano di mano in mano e che appartengono alla corona non al re di turno. Molti di questi, tra l’altro si trovano esposti nelle gallerie della Royal Collection e si paga un biglietto per poterli ammirare. Altri, come manoscritti, sculture, opere d’arte varia, arazzi, pezzi di arredamento sono distribuiti nelle residenze reali. Altri, ogni tanto vengono riesumati dalle segrete di palazzo per essere esposti in mostre temporanee, spesso a Buckingham Palace, come quella recente sui bozzetti pregiatissimi e per lo più di artisti italiani come Michelangelo, Raffaello e Leonardo, che sono stati mostrati al pubblico per la prima volta, in una esibizione che si è da poco conclusa.
Secondo una fonte sentita dal quotidiano britannico, re Carlo III avrebbe sempre saputo amministrare bene i suoi averi. Dopo il divorzio da Lady Diana che nel 1996 gli costò almeno 17 milioni di Sterline, l’allora principe del Galles “avrebbe ricostruito le sue finanze” mettendo bene a reddito i suoi possedimenti nel ducato di Cornovaglia; quello che oggi si trovano nelle disponibilità di William.

Qualche gossip, all’epoca del matrimonio con Camilla, aveva insinuato l’idea che questa unione avesse contribuito portando “un buon accordo economico nella relazione tra i due”, ma secondo la fonte sentita dal Times, questo non risponderebbe al vero. Quello che rimane incontrovertibile, invece, sarebbero le risultanze emerse dalla inchiesta condotta dallo stesso quotidiano e da Channel 4, nel programma Dispatches, che avrebbe rivelato come i ducati di Lancaster e Cornovaglia sarebbero diventati una grande forma di business per Carlo III e suo figlio William, ma con scelte decisamente controverse e alcune decisamente “poco nobili”.

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