Ranucci: “Non voglio che si ritirino le querele contro di me, ma approvino la legge sulle liti temerarie”

  • Postato il 25 ottobre 2025
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  • Di Il Fatto Quotidiano
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“Io non voglio che ritirino le querele contro di me, io voglio vincere sul campo, non per assenza di giocatori. Però vorrei che se un politico denuncia un giornalista, sapendo che quello che il giornalista ha detto è vero, poi paghi. E paghi anche salato”. Sigfrido Ranucci, arrivando alla Assemblea all’assemblea generale dell’Associazione nazionale magistrati (Anm), commenta la proposta del ritiro delle querele nei suoi confronti avanzata nei giorni scorsi da Francesco Storace, dopo l’attentato subito dal giornalista a pochi metri dalla sua casa di Pomezia. Ma soprattutto rilancia il dibattito su una legge contro le querele temerarie, come ribadito anche durante la manifestazione organizzata dal Movimento 5 Stelle organizzata per il conduttore di Report. Nei giorni scorsi, inoltre, il Garante della privacy ha comminato alla trasmissione una mega-multa da 150mila euro – quasi inaudita nelle proporzioni – per la messa in onda di alcune intercettazioni sul caso di Gennaro Sangiuliano in cui l’allora ministro parlava con la moglie.

“Sono qui perché mi hanno invitato e sono venuto perché credo che sia importante in questo momento mandare un messaggio alla all’Associazione nazionale dei magistrati che sia importante essere uniti – ha spiegato Ranucci – Secondo me l’Associazione nazionale dei magistrati deve cominciare a ragionare in maniera meno correntizia: è un vizio politico quello delle correnti e il cittadino deve recuperare fiducia nella magistratura”. A chi gli chiedeva come sarà il suo voto al referendum Ranucci ha replicato: “Io sono contrario alla separazione delle carriere perché in tutti i Paesi dove c’è la separazione delle carriere, il pm poi alla fine è sottoposto al potere politico. Noi abbiamo bisogno di poteri divisi che si facciano da contrappeso e solo così si può far funzionare la macchina democratica”.

La nuova stagione di Report – Domenica 26 ottobre alle 20.30 su Rai 3 e RaiPlay riparte la trasmissione, con trenta minuti di inchieste realizzate nel rispetto delle risorse pubbliche, con storie e indagini dai territori d’Italia, in difesa dei diritti umani, dei più fragili, dell’ambiente, che spesso non trovano adeguato spazio in tv. La stagione si apre con ‘Lab Report‘, un laboratorio aperto ai giovani giornalisti di inchiesta e un nuovo punto di vista proposto da Sigfrido Ranucci che ha scelto di dare vita a un progetto ideato insieme a Franco Di Mare, morto il 17 maggio di un anno fa. Seguiranno, poi, le grandi inchieste con la collaborazione di Bernardo Iovene, Cataldo Ciccolella, Elisa Marincola, Ilaria Proietti e di Alessia Marzi e Greta Orsi.

La prima puntata – annuncia la scaletta del programma – si apre con l’inchiesta di Giorgio Mottola con la collaborazione di Greta Orsi ‘Piccoli Trump crescono’. Lo scorso marzo, a sorpresa, Giorgia Meloni ha parlato del Manifesto di Ventotene di Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi, come di un testo comunista e antidemocratico. Report ha scoperto che quello che sembrava un intervento estemporaneo farebbe parte di una precisa strategia di delegittimazione delle istituzioni europee che vede tra i protagonisti fondazioni, think tank e centri studi sovranisti europei, con la regia della più potente delle organizzazioni conservatrici americane: l’Heritage Foundation. Dopo la rielezione di Trump, infatti, sono aumentate in modo impressionante le ingerenze americane in Europa: si sono intensificati gli attacchi frontali a Bruxelles e figure di spicco della Casa Bianca vengono sempre più spesso nel vecchio Continente a sostenere pubblicamente i candidati sovranisti alle elezioni politiche nazionali.

Per esportare i valori e la visione della democrazia di Donald Trump in Europa, 12 tra i più influenti think tank conservatori americani hanno incrementato negli ultimi 5 anni il flusso di soldi verso l’Europa del 200 per cento per una cifra complessiva di quasi 100 milioni di euro, e accresciuto enormemente l’attività di lobbying nelle istituzioni europee. In questo hanno costituito un network transatlantico che comprende decine di fondazioni e centri studi in quasi tutti gli stati europei. Come rivela a Report Steve Bannon, l’ex capo stratega di Donald Trump, secondo il quale l’obiettivo finale sarebbe arrivare alla dissoluzione dell’Unione Europea. E di questo scenario farebbero parte anche Giorgia Meloni e le fondazioni collegate a Fratelli d’Italia.

A seguire ‘A noi’ di Luca Bertazzoni, con la collaborazione di Marzia Amico, Samuele Damilano ed Eleonora Numico. Partendo dal caso del maestro Beatrice Venezi, nominata direttrice musicale del Teatro la Fenice di Venezia fra le proteste e lo sciopero di tutti gli orchestrali dello storico teatro, Report ripercorre le principali nomine avvenute nei posti chiave del mondo della cultura: da Ales, società in house del Ministero, al cinema, dai teatri ai festival, dal ministero stesso a Cinecittà, il cuore dell’industria audiovisiva nazionale.
Per ‘Lab Report’, infine, Andrea Tornago propone ‘Porcini nostrani’. La Festa del fungo porcino di Lariano è una vera istituzione ai Castelli Romani. Ma da qualche anno a questa parte coinvolge politici nazionali e muove soldi pubblici. Cosa rende tutti pazzi per il porcino?

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Il Fatto Quotidiano

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