Ragazzi senza ottimismo, solo un terzo vede un futuro positivo nel Paese: “Tra loro c’è molta sofferenza”

  • Postato il 18 novembre 2025
  • Diritti
  • Di Il Fatto Quotidiano
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“È un’emergenza nazionale. Tra i nostri ragazzi c’è molta sofferenza. Nonostante desiderino una vita normale sono preoccupati, hanno paura a vivere in questo Paese anche per la mancata possibilità di sviluppo. Basti un dato: il 43 per cento, quando si trova fuori casa, teme di poter essere vittima di molestie, violenza o bullismo; un numero che sale al 59% nei quartieri difficili e al 63% fra le ragazze italiane nel complesso”. Marco Rossi Doria, il presidente di “Con i bambini”, l’ex sottosegretario all’Istruzione quando in viale Trastevere c’era Francesco Profumo, non è solito usare parole allarmistiche. Lui, che vive da sempre nei quartieri Spagnoli di Napoli dove ha creato l’associazione “I maestri di strada” con Cesare Moreno, ha da sempre un tono pacato ma stavolta non nasconde la preoccupazione. Di fronte all’indagine “Vivere da adolescenti in Italia” promossa da “Con i bambini” nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile e condotta dall’Istituto Demopolis in occasione della Giornata internazionale per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, c’è solo da fermarsi e – non solo leggere – ma studiare queste percentuali che celano i volti di 3.400 intervistati (dal 30 ottobre al 10 novembre 2025) tra i 14 e i 17 anni.

Il direttore di Demopolis Pietro Vento – presente alla conferenza stampa nazionale online – mette in ordine i grafici: “Il futuro è la prima ragione di preoccupazione per il 55% degli adolescenti, ma al secondo posto citano oggi la salute fisica o mentale (37%), un tema che dall’emergenza Covid resta centrale. Le altre principali ragioni di preoccupazione dei ragazzi fanno parte più della sfera personale, fanno eccezione solo le guerre nel mondo, al sesto posto, con il 32% di citazioni. Solo il 35% dichiara di vedere, oggi in Italia, il proprio futuro con ottimismo. Ma il 33% si definisce pessimista, con un dato che sale di 10 punti fra i ragazzi delle periferie e dei quartieri “difficili”, e raggiunge il 73% fra i genitori italiani, che dimostrano di non saper offrire alle nuove generazioni puntelli ed esempi di fiducia cui ispirarsi”. Un Paese con sempre meno giovani e più anziani. Un’Italia dove non stanno bene quelli che vivono nei cosiddetti quartieri poveri ma dove ora hanno problemi anche i figli del dottore: “Secondo gli adolescenti intervistati- continua Vento – le città italiane non sono a misura di minori: meno della metà del campione analizzato ritiene che siano adeguati spazi verdi, scuole, strutture per lo sport, trasporti pubblici. Meno del 30% valuta sufficienti la sicurezza urbana, la qualità dell’aria, i servizi sociali. E, fra i ragazzi che dichiarano di vivere in periferie e quartieri difficili, le valutazioni scendono di oltre 10 punti per tutte le variabili analizzate: oltre i 2/3 ritengono inadeguati servizi sociali e sanitari, occasioni per il tempo libero, sicurezza urbana”. Cambiano, in parte, anche i sogni dei nostri ragazzi. La graduatoria delle “cose importanti della vita” stilata vede ai primi posti la famiglia (78%) e l’amicizia (72%), come dimensioni centrali dell’esistenza ma sul podio fanno salire anche il “benessere psicologico”, lo stare bene con se stessi, a pari merito con l’amore (62%). Mentre un quarto dei giovani intervistati dichiara di non essere “mai” stato – nell’ultimo anno – ottimista verso il futuro, né fiducioso verso gli altri, con un dato che cresce di dieci punti fra i residenti nei quartieri più difficili.

E allora che fare? Cosa serve per migliorare la situazione? I giovani su questo hanno le idee chiare. Lo dice il report: luoghi per incontrarsi con gli amici o fare nuove amicizie (44%), ma anche maggiore pulizia (43%) e sicurezza nella propria zona (40%). Ma c’è di più. L’Istituto Demopolis ha focalizzato anche le percezioni dell’opinione pubblica, e dei genitori con figli minori in particolare, sulle opportunità di crescita dei più giovani. La principale preoccupazione individuata dagli intervistati, pensando ai bambini e agli adolescenti in Italia è, con l’86% di citazioni, la dipendenza da internet, smartphone e tablet; il 74%% segnala inoltre la diffusione della violenza giovanile e delle baby gang, ma spaventano anche gli episodi di bullismo o cyberbullismo (71%), l’impoverimento del linguaggio (66%) ed il consumo di alcol e droga (64%). “In generale – commenta Rossi Doria – è una generazione che chiede più spazio di socialità e di autodeterminazione e che nonostante le difficoltà che la scena che gli abbiamo lasciati gli prospetta, non rinuncia ai propri sogni. Ascoltiamoli di più! Sono ragazzi e ragazze del nostro Paese che pongono ai primi posti, tra le ‘cose importanti’ della vita, la famiglia e l’amicizia, ma anche lo star bene con sé stessi e che danno importanza all’amore in un tempo di conflitti e di odi. Non è davvero poca cosa. Stanno dicendo cose che servono anche ai loro genitori e nonni, a noi tutti”.

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Il Fatto Quotidiano

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