“Questo libro è costato due anni della mia vita. JK Rowling? Merita ogni milione di dollari che ha guadagnato”: Ken Follett e il mistero di Stonehenge nel suo nuovo romanzo “Il Cerchio dei Giorni”
- Postato il 16 settembre 2025
- Libri E Arte
- Di Il Fatto Quotidiano
- 1 Visualizzazioni
.png)
Persone ordinarie che hanno fatto qualcosa di straordinario: questa è la storia di Stonehenge che Ken Follett ripercorre nel suo ultimo libro, tra romanzo e fatti realmente accaduti. Il Cerchio dei Giorni ritorna a comporre le pedine immaginarie di un racconto plausibilmente vero, mescolando vita e passioni umane, rimaste eternamente uguali a sé stesse, con le motivazioni reali che hanno portato alla realizzazione di ciò che ancora oggi rappresenta un grande enigma. “Quando gli hanno detto che era impossibile, queste persone hanno investito tutto nella loro ostinata determinazione e lo hanno reso possibile”, ha spiegato lo scrittore a Londra, davanti alla platea dei giornalisti della Foreign Press Association, la stampa estera.
600 pagine, in uscita il 23 settembre, per il racconto epico di un’impresa avvolta nel mistero e per la quale l’autore ha speso sei mesi in un percorso di ricerche nel quale si è immerso nelle viscere della terra, in una vecchia miniera, per capire l’anima di questo monumento così enigmatico quanto affascinante. “Stonehenge è uno dei monumenti più iconici e riconoscibili al mondo, ma in realtà se ne sa molto poco. Come è stato costruito? Perché è stato costruito? Chi lo ha costruito?”. Non si tratta di un libro di ingegneria, ha chiarito, ma di una storia di amore e determinazione “costata due anni della mia vita” ha sottolineato Follet con orgoglio, sorridendo davanti al suo ultimo lavoro.
Tutto è partito tre anni fa, quando lo scrittore ricorda di essersi imbattuto nel libro di un archeologo dal titolo: “Come è stato costruito Stonehenge”. “Quando l’ho visto ho pensato: questo è un libro di Ken Follet”. Una epifania per l’autore che si è subito gettato nello studio e nella ricerca supportato da esperti, professori universitari e archeologi. “Il mio è un racconto dedicato alle persone che lo hanno costruito – ha chiarito – ho provato ad immaginare la loro storia fatta di sopravvivenza, di amore e potere ambientata nel sud dell’Inghilterra, all’inizio della civiltà”. Non è la prima volta per Follett che già in passato ha scritto, con successo, di grandi conquiste umane sperando di ispirare i suoi contemporanei. “Sono sempre stato attratto dalle storie di persone comuni che fanno cose apparentemente impossibili, e cosa c’è di più straordinario della costruzione di questo monumento enorme? È un’impresa incredibile ed è uno dei più grandi misteri di tutti i tempi: un binomio fantastico per un libro”.
“Il racconto – ha aggiunto, poi – si basa su fatti storici e l’autore immagina il resto; in questo caso, si sa cosi poco che ho dovuto immaginare molto di più”.
E così i personaggi disegnati con l’eleganza ed il piglio tipico di Follett, si mescolano, lottano, amano e compiono una grande impresa rimasta lì a interrogare i posteri per 4500 anni. Sicuramente in Stonehenge c’è tutto il simbolismo ispirato dalla religione: “E’ un atto di fede, dedicato ad un dio del sole; immagino io e un dono alle generazioni future” ha spiegato Follett. “Il suo essere orientato verso l’alba in estate e verso il tramonto in inverno ce lo conferma”.
Ma era anche un luogo dove si radunavano tante persone là dove, in genere, nasce un mercato; almeno così avrebbero confermato gli archeologi che, scavando, hanno trovato pietre che arrivavano da molto lontano, confermando che qui avvenivano scambi tra comunità remote. Il terzo aspetto legato alla simbologia di Stonehenge si collega proprio al ciclo della vita, e dei giorni. La gente che l’ha costruito aveva una scansione dei giorni dell’anno, dei mesi e delle stagioni e una teoria spiegherebbe l’uso delle pietre per tenerne traccia mettendo gli oggetti lì di fronte e spostandoli ogni giorno perché agissero esattamente come un calendario. “La letteratura in fondo esiste perchè ci diverte e ci intrattiene – ha voluto sottolineare Follett con i dovuti distinguo. “Per me ovviamente è un lavoro, ma per gli altri deve essere un piacere perchè solo così, anche a distanza di tempo si ricorda la storia, si ricordano i suoi personaggi. Se non ci si diverte, si dimentica tutto in una settimana. Io voglio scrivere libri che le persone possano ricordare”.
Una ambizione che per un autore di bestseller mondiali non è follia, ma c’è chi è veramente riuscito a riavvicinare il grande pubblico ai libri e Follett lo ammette con la dovuta ironia: “JK Rowling merita ogni milione di dollari che ha guadagnato”. L’autore ricorda ancora quando il primo ministro Tony Blair, nel 1998-99, gli chiese di lavorare ad una campagna per riavvicinare le persone alla lettura. La sua iniziativa funzionò, ma non fu nulla di paragonabile “all’effetto Harry Potter“. “Non si può fare una legge per aumentare i lettori – ammette oggi – ma solo dare al pubblico libri che amino”. E la Rowling è la persona che “in assoluto ha fatto di più nel mio paese e nel mondo, per avvicinare le persone alla lettura, l’effetto che i suoi libri hanno avuto è stato grandioso”. Follett ricorda ancora le file davanti alle librerie, alle 7 di mattina, c’erano anche le sue nipotine in attesa di poter prendere l’ultimo capitolo della saga del maghetto che ha fatto impazzire i lettori. L’autore nato in Galles è sicuramente tra i più amati al mondo, Il Cerchio dei Giorni oggi, la sua ultima sfida.
L'articolo “Questo libro è costato due anni della mia vita. JK Rowling? Merita ogni milione di dollari che ha guadagnato”: Ken Follett e il mistero di Stonehenge nel suo nuovo romanzo “Il Cerchio dei Giorni” proviene da Il Fatto Quotidiano.