Quanto costerà il 5% delle spese militari all’Italia? Nel 2035 spenderemo 100 miliardi, oggi sono 35
- Postato il 26 giugno 2025
- Politica
- Di Blitz
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L’Italia ha sottoscritto un impegno storico con la NATO: aumentare progressivamente le spese militari fino a raggiungere il 5% del Prodotto interno lordo. Questo significa che, una volta a regime, il nostro Paese dovrà destinare circa 100 miliardi di euro annui alla difesa e alla sicurezza, contro i 35 miliardi attualmente stanziati nel bilancio del 2025. In termini netti, serviranno quindi 65 miliardi di euro in più ogni anno per colmare il divario. L’Osservatorio Milex, specializzato nell’analisi dei budget militari, ha calcolato che per raggiungere l’obiettivo sarà necessario aumentare progressivamente la spesa militare di circa 6-7 miliardi all’anno nei prossimi dieci anni.
Di questo 5%, il 3,5% sarà dedicato esclusivamente alle spese militari dirette, mentre il restante 1,5% coprirà le spese per la sicurezza nazionale “in senso lato”: cybersicurezza, infrastrutture critiche, reti elettriche, telecomunicazioni terrestri e satellitari, e persino infrastrutture logistiche funzionali alla mobilità militare, come strade e ferrovie.
Attualmente, la spesa militare italiana ammonta a circa 1,57% del PIL, anche se il governo la considera prossima al 2%, includendo alcune voci complementari. Tuttavia, restano da colmare almeno due punti di PIL, pari a circa 40 miliardi annui, solo per la parte strettamente militare.
Le conseguenze sul bilancio dello Stato
Il salto di spesa richiesto impone scelte difficili per l’equilibrio dei conti pubblici. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha confermato, in linea con il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, che l’Italia non userà la clausola di salvaguardia per escludere le spese militari dal calcolo del deficit nel 2026. In altre parole, l’impegno sarà incluso nel bilancio statale a tutti gli effetti. Questo vincolo, unito all’obbligo di rispettare i parametri del Patto di stabilità europeo, rende impossibile aumentare il debito pubblico per finanziare la spesa militare. Di conseguenza, l’Italia sarà costretta a reperire le risorse attraverso tagli alla spesa pubblica esistente o con nuove forme di tassazione.
L’impatto potenziale è significativo: per avere un termine di paragone, nel 2024 lo Stato ha destinato circa 79 miliardi di euro alla pubblica istruzione. La futura spesa militare, se raggiungesse i 100 miliardi annui, supererebbe anche il bilancio dell’intero sistema educativo nazionale.
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